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giovedì 18 gennaio 2018

Kipling e il punto di rottura




Rudyard Kipling, nasce a Bombay, da genitori inglesi. Conosce molto bene l’India, l’Europa in cui viaggia come giornalista. Va anche in America. Riceve il premio Nobel a soli 41 anni ( il più giovane scrittore che abbia mai ricevuto questo riconoscimento). Quasi tutti i ragazzi, nell’adolescenza, hanno letto almeno uno dei suoi libri: Il libro della Giungla, Capitani Coraggiosi, Kim.  Appartenne ad una Loggia Massonica in India Tra i vari scritti di impronta massonica ricordo i più conosciuti: “La Loggia Madre” esprime un rimpianto caro per una appartenenza che gli manca quando è lontano dal' India; “Se” racchiude le qualità umane dell’uomo equilibrato, leggesi massone;
"Il Punto di Rottura” esprime l’amarezza di sapere che l’uomo è fallibile e destinato a soccombere anche se “si rialza” più volte nell’arco della vita. L’ha scritta dopo aver perso due figli.

Inno del punto di rottura

Precisi manuali han calcolato
(in guardia costruttori!)
il carico, l'impatto, la pressione
che può reggere ogni materiale.
Così, quando per trave che s'incurva
l'intera campata è frantumata,
la colpa dei danni, o della morte,
sul conto dell'uomo va segnata.
Dell'uomo - non dei materiali!
Ma nel nostro rapporto quotidiano
con pietra e acciaio,
noi vediamo gli Dei non vincolati
a una simile giustizia per gli umani.
Ci forgiano senza prendere misure,
non frequentano un corso su di noi,
alla cieca ci gravano di pesi.
Troppo spietati da sopportare.
Precisi manuali hanno tabelle:
quale stress lacera i bulloni,
quanto traffico logora l'asfalto,
quant'a lungo dura il calcestruzzo.
Ma per noi, poveri figli di Adamo,
non stamparono tali avvertimenti.
Per l'uso in piena sicurezza.
Rapiniamo tutta la Terra
e Tempo e Spazio insieme;
troppo sazi ormai di meraviglie
per stupirci a nuovi miracoli;
finché, nella dolce illusione
d'aver già sottomano il divino,
una multipla confusione assale
ogni cosa compiuta o ideata:
Le opere possenti progettate.
Noi soli nel Creato soffriamo
(più fortunati ponti e rotaie!)
la duplice condanna di fallire
e sapere il proprio fallimento.
Ma un segno, l'unico, svela
che fummo Dei: è la vergogna
di crollare, pur sotto pesi immani.
Gran carico o dure avversità.
Oh Potenza velata di mistero,
di cui invano cerchiamo il sentiero,
assistici nell'ora di pena e rovina.
E per quel segno che Ti manifesta,
noi gli spezzati, proprio perché spezzati,
sorgeremo ancora a costruir di nuovo.
In piedi, a costruire ancora...

Fonte

giovedì 6 aprile 2017

Gran Loggia 2017. Convegno “Una fiamma per la libertà”, cultura, politica e informazione si confrontano a Rimini



Fronte brochure GL 2017“Chi resta in piedi se cade la libertà?” È l’interrogativo che si pone il massone Rudyard Kipling. Una bella immagine letteraria, ma anche la traccia di tre secoli di cammino della Massoneria moderna per l’affermazione di diritti e libertà. E diritti, libertà e valori democratici a rischio anche nelle società più avanzate sarà il filo rosso del convegno dal titolo “Una fiamma per la libertà”, tra i primi appuntamenti in apertura della Gran Loggia 2017 – in programma la mattina di venerdì 7 aprile, alle ore 10,45, al Palacongressi di Rimini. Il radio dramma Gramsci, Mussolini. Due modi di guardare la Massoneria e di interpretarla del Servizio Biblioteca precede l’incontro al quale interverranno esponenti del mondo della cultura, della politica e dell’informazione.

mercoledì 22 marzo 2017

Gran Loggia 2017. Convegno “Una fiamma per la libertà”, cultura, politica e informazione a confronto al Palacongressi di Rimini



Fronte brochure GL 2017“Chi resta in piedi se cade la libertà?” È l’interrogativo che si pone il massone Rudyard Kipling. Una bella immagine letteraria, ma anche la traccia di tre secoli di cammino della Massoneria moderna per l’affermazione di diritti e libertà. E diritti, libertà e valori democratici a rischio anche nelle società più avanzate sarà il filo rosso del convegno dal titolo “Una fiamma per la libertà”, tra i primi appuntamenti in apertura della Gran Loggia 2017 – in programma la mattina di venerdì 7 aprile alle ore 10,45. Il radio dramma Gramsci, Mussolini. Due modi di guardare la Massoneria e di interpretarla del Servizio Biblioteca precede l’incontro al quale interverranno esponenti del mondo della cultura, della politica e dell’informazione.

martedì 24 giugno 2008

Loggia Madre


C'erano Rundle, il capo stazione,
E Beazeley, delle Ferrovie,
E Ackman dell'Intendenza,
E Donkin delle Prigioni,
E Blake il sergente istruttore,
Per due volte fu il nostro Venerabile
Con quello che aveva il negozio «Europa»,
Il vecchio Framjee Eduljee.

Fuori - «Sergente, Signore, Saluto, Salaam»
Dentro, «Fratello», e non c'era nulla di male.
Ci incontravamo sulla Livella e ci separavamo sulla Squadra,
Ed io ero Secondo Diacono nella mia Loggia Madre laggiù!

Avevamo Bola Nath il contabile
E Saul, l'israelita di Aden,
E Din Mohammed disegnatore al Catasto,
C'erano Babu Chuckerbutty,
E Amir Singh, il Sikh,
E Castro delle officine di riparazione,
Il Cattolico Romano!

Non avevamo belle insegne,
E il nostro Tempio era vecchio e spoglio,
Ma conoscevamo gli antichi Landmarks,
E li osservavamo per filo e per segno.
E guardando tutto ciò all'indietro,
Mi colpisce questo fatto,
Che non esiste qualcosa come un infedele,
Eccetto, forse, noi stessi.

Poiché ogni mese, finiti i Lavori,
Ci sedevamo tutti e fumavamo,
(Non osavamo fare banchetti
Per non violare la casta di un Fratello),
E si parlava, uno dopo l'altro,
Di Religione e di altre cose,
Ognuno rifacendosi al Dio che meglio conosceva.

L'uno dopo l'altro si parlava,
E non un solo Fratello si agitava,
Fino a che il mattino svegliava i pappagalli,
E quell'altro uccello vaneggiante;
Si diceva che ciò era curioso,
E si rincasava per dormire,
Con Maometto, Dio e Shiva
Che facevano il cambio della guardia nelle nostre teste.

Sovente, al servizio del Governo,
Questi passi erranti hanno visitato
E recato saluti fraterni
A Logge d'oriente e d'occidente,
Secondo l'ordine ricevuto,
Da Kohat a Singapore,
Ma come vorrei rivedere
Ancora una volta quelli della mia Loggia Madre!

Vorrei potere rivederli,
I miei Fratelli neri e scuri,
Tra l'odore piacevole dei sigari di là,
Mentre ci si passa l'appiccicafuoco;
E con il vecchio khansamah che russa
Sul pavimento della dispensa,
Ah! essere Maestro Massone di buona fama
Nella mia Loggia Madre, ancora una volta!

Fuori - «Sergente, Signore, Saluto, Salaam»
Dentro, «Fratello», e non c'era nulla di male.
Ci incontravamo sulla Livella e ci separavamo sulla Squadra,
Ed io ero Secondo Diacono nella mia Loggia Madre laggiù!