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lunedì 31 agosto 2009

Ma gli Illuminati esistono davvero?


di Massimo Introvigne

Angeli e Demoni di Dan Brown è l’ultimo fra molti romanzi che affermano che gli Illuminati sono, o sono stati, una potentissima società segreta. Ma è solo un romanzo?
Non secondo lo stesso Dan Brown. Nel suo sito Web il romanziere americano sostiene che: “Società segrete come gli Illuminati ricorrono alle misure più estreme per rimanere nascoste. Benché molti rapporti di servizi segreti siano stati scritti su questa società, pochi sono stati pubblicati. Le teorie sul complotto degli Illuminati parlano di un’infiltrazione del Parlamento inglese e del Dipartimento del Tesoro americano, di un collegamento segreto con la massoneria, di un’affiliazione con sette sataniche clandestine, e perfino della rinascita del loro antico proposito di distruggere il Vaticano. Separare la realtà dalla finzione a proposito degli Illuminati può essere difficile a causa della massiccia quantità di disinformazione che è stata diffusa su questa società segreta. Alcuni pensano che questa pletora di disinformazione sia stata creata dagli Illuminati stessi per screditare in anticipo ogni informazione fattuale che possa essere venuta alla luce. Questa tattica per occultare i fatti – nota come ‘semina di notizie’ – è spesso usata dai servizi segreti americani”. Dan Brown sembra qui più credulone quanto all’esistenza ai giorni nostri e al potere degli Illuminati del suo stesso personaggio Robert Langdon.

Eppure l’esistenza degli Illuminati è un fatto storico, vero?
Sì. L’Ordine degli Illuminati è fondato il 1° maggio 1776 all’Università di Ingolstadt, allora parte del Regno di Baviera, in Germania, da un professore di diritto, Adam Weishaupt (1748-1830). Gli Illuminati costituivano un’interessante organizzazione, che da una parte offriva ai suoi membri rituali esoterici, dall’altra aveva uno scopo politico e mirava a rovesciare il regime monarchico, cattolico e piuttosto conservatore, del Regno di Baviera, sostituendolo con una repubblica ispirata alle idee dell’Illuminismo.

Ma l’Ordine degli Illuminati era una branca della massoneria?
All’origine Weishaupt è piuttosto critico nei confronti della massoneria, e si propone di fondare un ordine autonomo con rituali diversi. Tuttavia, i suoi primi rituali non riescono ad attirare un numero sufficiente di seguaci, e nel febbraio 1777 Weishaupt si fa iniziare come massone in una loggia di Monaco di Baviera chiamata Zur Behutsamkeit (“Alla Prudenza”). Nel 1780 un personaggio già piuttosto noto nella massoneria tedesca, il barone Adolf Franz Friedrich Ludwig von Knigge (1752-1796), aderisce agli Illuminati e nel periodo gennaio 1781 – gennaio 1782 ne rielabora i rituali in una forma più propriamente massonica. Ma, se è vero che questi rituali sono di tipo massonico e che molti dei membri degli Illuminati sono massoni, tecnicamente non si può affermare che l’Ordine degli Illuminati sia “una branca” della massoneria, trattandosi piuttosto di un ordine indipendente.

E gli Illuminati hanno avuto successo?
In un certo senso, sì. I nuovi rituali di Knigge attirano parecchi membri, e gli Illuminati nel corso della loro storia iniziano circa 2.500 persone in Baviera e in numerosi altri Stati europei, un numero non piccolo per gli ordini iniziatici in generale. In un altro senso, però, gli Illuminati falliscono: non riescono a realizzare il loro progetto politico. Tra il 1784 e il 1787 la polizia bavarese si impadronisce di parecchi documenti compromettenti che provano come quello degli Illuminati sia in effetti un complotto che mira a rovesciare il governo. Alcuni membri sono arrestati, ma non sono trattati troppo severamente: se la cavano con qualche mese di prigione o con forti multe. Weishaupt fugge dalla Baviera e conduce un’esistenza piuttosto pacifica in altri Stati della Germania fino alla morte nel 1830. Gli Illuminati sopravvivono per qualche anno fuori della Baviera grazie a uno dei loro dirigenti, Johann Joachim Christoph Bode (1730-1793), ma nel 1790 cessano ogni attività.

Nei piani degli Illuminati c’è veramente qualche cosa di sinistro?
Sì. I loro scopi politici non sono perseguiti solo con mezzi legali. Nell’ottobre 1786 la polizia perquisisce la residenza di un importante membro degli Illuminati, il diplomatico Franz Xavier von Zwack (1755-1843), e sequestra documenti che mostrano come l’Ordine progetti di usare il veleno contro i suoi nemici, ancorché non ci siano prove che questi piani siano mai stati messi in esecuzione.

Ma gli Illuminati non dichiarano che il loro Ordine è ben più antico del 1776?
Certo. All’inizio, Weishaupt spiega che gli Illuminati sono stati fondati dall’ultimo re di Persia che ha professato la religione zoroastriana, Yadzegerd III (†651 d.C.), che egli confonde peraltro con Yadzegerd II (†457 d.C., re di Persia dal 438 al 457), e a partire di qui costruisce una complessa genealogia in cui coinvolge molti noti personaggi storici. Quando Knigge aderisce all’Ordine, chiede a Weishaupt le prove di questa genealogia. Weishaupt gli risponde con una lettera del gennaio 1781 in cui afferma che la genealogia è una “innocente mistificazione”, necessaria perché ben pochi sarebbero interessati a un ordine che si presentasse come appena fondato (cfr. René Le Forestier, Les Illuminés de Bavière et la franc-maçonnerie allemande, Hachette, Parigi 1914, p. 227 – questo volume, che deriva dalla tesi di laurea di un illustre storico francese, costituisce ancora oggi la fonte primaria per quanto riguarda gli Illuminati). Invece di offendersi, Knigge è d’accordo sul fatto che una genealogia mitica sia necessaria, e ne costruisce una nuova di zecca dove dichiara che gli Illuminati sono stati fondati da Noè e “risvegliati” (il termine è di origine massonica) dopo un periodo di declino da san Giovanni Evangelista.

E i templari? Non c’entrano anche loro con gli Illuminati?
Sì, ma solo secondo la genealogia di Knigge. In realtà tutta la massoneria tedesca dell’epoca rivendica i templari come antenati. La spiegazione sta nel fatto che, quando la massoneria penetra nell’Europa continentale dalla Gran Bretagna, molti nobili europei cui è proposta l’adesione sono riluttanti a entrare in un’organizzazione le cui reali origini si situano nelle corporazioni dei “liberi muratori” che comprendevano, accanto agli architetti, anche i semplici operai edili. Nel 1736 il cavaliere André Michel de Ramsay (1686-1743) assicura in un famoso discorso ai nobili francesi che spera di reclutare nella massoneria che in realtà le corporazioni di liberi muratori britanniche hanno dato ricetto a “cavalieri perseguitati”, creando così un’origine del tutto mitica – ma più accettabile – per le logge massoniche. In Germania, dove già da anni corrono speculazioni su una pretesa continuazione segreta dell’Ordine dei Templari dopo la soppressione del 1307, i “cavalieri perseguitati” di Ramsay sono rapidamente identificati, appunto, con i templari. È vero che dopo il 1307 i templari hanno continuato a esistere per qualche tempo in alcuni paesi europei, ma l’idea di una loro prosecuzione dopo il XV secolo è considerata dagli specialisti accademici della loro storia “completamente demenziale” e legata a leggende “uniformemente sciocche” (così si esprime la storica francese Régine Pernoud [1909-1998] nel suo I Templari, trad. it., Effedieffe, Milano 1993, p. 11). In verità tutte le organizzazioni esoteriche fondate dal XVIII secolo a oggi si dotano di genealogie mitiche che risalgono ai templari, a Noè, a san Giovanni o a Salomone e passano per personaggi famosi della storia, della letteratura e dell’arte. In genere i loro membri meno sprovveduti sono consapevoli del carattere meramente simbolico e mitico di queste genealogie. Certamente sia Weishaupt sia Knigge sanno bene che le genealogie che propongono ai membri degli Illuminati sono “simboliche” o, per esprimersi più semplicemente, inventate da loro. Non esistono Illuminati prima del 1776.

Ma allora non sono stati gli Illuminati a progettare e guidare la Rivoluzione francese?
Non è proprio così. Autori ostili alla Rivoluzione, come il protestante John Robison (1739-1805) e il cattolico padre Augustin Barruel (1741-1820), sostengono dopo il 1789 che la Rivoluzione è frutto di un complotto massonico nel corso del quale la massoneria francese è stata diretta dagli Illuminati. In questa sede non è necessario sciogliere i complessi nodi storici relativi ai rapporti fra massoneria, Illuminismo e Rivoluzione francese. Possiamo però affermare con sicurezza che gli Illuminati, che nel 1789 stavano per cessare la loro esistenza, non hanno guidato la Rivoluzione francese, e non hanno neppure dato un contributo importante alla sua progettazione. I legami fra l’Ordine bavarese e la massoneria francese esistono, ma sono piuttosto tenui. La maggioranza dei massoni francesi (peraltro nel XVIII secolo assai divisi fra loro) non ama gli Illuminati, né sarebbe comunque disposta a farsi “dirigere” da un ordine tedesco. Per una serie di ragioni politiche, gli scritti di Robison hanno tuttavia particolare successo negli Stati Uniti, dove il presidente Thomas Jefferson (1743-1826) è ripetutamente accusato dai suoi avversari di essere un membro degli Illuminati.

Tuttavia, non è forse vero che il retro del sigillo ufficiale degli Stati Uniti – quello che compare tuttora sulle banconote da un dollaro e raffigura una piramide tronca sormontata da un occhio in un triangolo – è un simbolo degli Illuminati?
No, non è vero, nonostante si continui a ripeterlo quasi ovunque. Il simbolo con la piramide tronca e l’occhio nel triangolo non si ritrova affatto presso gli Illuminati. In realtà non è neppure un simbolo massonico, anche se nella massoneria del XVIII e XIX secolo, che è affascinata da tutto quanto riguarda l’Egitto, si trovano talora simboli simili. La specifica piramide usata nel simbolo americano è tratta dalla Pyramidographia, un volume pubblicato nel 1646 a Londra da John Greaves (1602-1652) dopo un viaggio in Egitto. L’occhio nel triangolo è presentato dal segretario del Congresso americano, Charles Thomson (1729-1824) – che tra l’altro non è mai stato massone –, nel suo discorso nel 1792 che precede il voto con cui il Congresso adotta ufficialmente il Sigillo, come un simbolo cristiano, l’“occhio della Provvidenza” trinitaria che presiede ai destini degli Stati Uniti. Come tale, il simbolo si ritrova nell’iconografia cristiana non solo a prescindere ma anche ben prima del suo uso in alcune fonti massoniche.

Eppure molti hanno accettato la teoria secondo cui gli Illuminati guidano il mondo, o almeno gli Stati Uniti…
In realtà l’hanno accettata in pochi prima del 1975. Dalla metà del secolo XIX al la teoria del “grande complotto degli Illuminati” si ritrova solo presso una minoranza di autori “complottisti” non particolarmente noti al grande pubblico. Nel 1975 è pubblicata la trilogia Illuminatus di cui sono autori Robert Joseph Shea (1933-1994) e Robert Anton Wilson (nato nel 1932). I tre romanzi sono scritti in tono satirico, e Shea e Wilson fanno parte del gruppo neo-pagano (difficile da capire se non lo si inquadra nella controcultura hippie da cui nasce) dei Discordiani, che venerano Eris, dea della Discordia e del Caos, giocando “scherzi cosmici” al mondo intero. Si tratta in realtà di romanzi libertari, dove Weishaupt non muore in Germania ma emigra nelle colonie britanniche del Nuovo Mondo, dove prende il nome di George Washington e diventa il primo presidente degli Stati Uniti. Quando questi si rivelano uno Stato reazionario e repressivo guidato dagli Illuminati, i Discordiani organizzano la resistenza in nome del Disordine, del Caos e della Grande Dea Eris. Solo dopo la trilogia di Shea e Wilson gli Illuminati cominciano ad apparire pressoché dovunque, dal Pendolo di Foucault di Umberto Eco (1988) al film Lara Croft: Tomb Raider (2001), e in innumerevoli altre pellicole, romanzi, fumetti, giochi di ruolo. Purtroppo non tutti si rendono conto della natura della trilogia Illuminatus, anzi alcuni sostengono esplicitamente che Shea e Wilson fingendo di scherzare hanno fornito informazioni assolutamente accurate. Queste teorie hanno un certo successo in ambienti fondamentalisti protestanti americani. Sono esposte in particolare da Milton William Cooper (1943-2001), che muore il 5 novembre 2001 in uno scontro a fuoco con agenti di polizia. Cooper si rifiutava di pagare le tasse al governo degli Stati Uniti, sostenendo che era controllato dagli Illuminati.

E la Skull and Bones (“Teschio e Ossa”), la famosa società segreta che riunisce studenti ed ex-alunni dell’Università di Yale? Si sente spesso dire che è una branca degli Illuminati…
In realtà le due organizzazioni non hanno niente a che fare. La società Skull and Bones è fondata nel 1832 da William Huntington Russell (1809-1885), quando come abbiamo visto gli Illuminati non esistono più da oltre quarant’anni. Alcune vaghe somiglianze derivano dal fatto che sia gli Illuminati di Weishaupt sia la Skull and Bones di Russell hanno tratto elementi dalle società “segrete” studentesche che esistevano nelle università tedesche fin dal XVIII secolo. Tra parentesi, molte leggende che circolano sulla società Skull and Bones sono prive di fondamento. È vero che ne fanno parte persone ricche e potenti, ma è anche vero che le persone ricche e potenti non sono precisamente rare tra gli ex-alunni di un’università come Yale. La Skull and Bones è la species di Yale di un genus, la società “segreta” studentesca, ancora molto diffuso negli Stati Uniti ma scomparso in Europa da così tanto tempo che ci riesce difficile capirlo. Tra l’altro, nel 1986 è stato definitivamente accertato che il famoso teschio che entra nel nome della Skull and Bones non è quello del leggendario capo indiano Geronimo (1829-1909). Gli Apache, cui la società era disponibile a restituire il teschio, lo hanno fatto esaminare, hanno concluso che non ha niente a che fare con Geronimo, e hanno rifiutato di prenderlo in consegna.

Tuttavia un Ordine degli Illuminati ricompare nel XX secolo, non è vero?
Sì. Nel quadro del cosiddetto “risveglio dell’occultismo” tedesco che inizia nell’ultimo decennio del XIX secolo, Leopold Engel (1858-1931) “risveglia” l’Ordine degli Illuminati il 12 marzo 1901. Engel e il co-fondatore Theodor Reuss (1855-1923) – che più tardi diventerà famoso per le sue attività nel campo della magia sessuale e la sua collaborazione (non sempre pacifica) con il famoso magista inglese Aleister Crowley (1875-1947) – avevano cominciato a parlare di un “risveglio” dell’Ordine dal 1896. Più tardi cercheranno di retrodatare questo “risveglio” al 1880, una data certamente falsa. Come sempre avviene in questi casi, Engel e Reuss assicurano ai membri del neonato ordine sia che le sue origini sono molto antiche, sia che si tratta di una legittima ripresa degli Illuminati di Baviera, la cui successione si sarebbe trasmessa di padre in figlio all’interno della famiglia di Reuss. Si afferma che gli Illuminati trovano le loro origini in India e poi in Egitto, hanno ispirato il Rinascimento e la successiva fioritura delle arti e delle scienze in Italia (da cui i riferimenti a Gian Lorenzo Bernini [1598-1680] e Galileo Galilei [1564-1642], ben noti ai lettori di Angeli e Demoni), e hanno avuto tra i loro membri un numero impressionante di personaggi storici famosi, dal mitico Ulisse e da Aristotele (384-322 a.C.) fino allo stesso Thomas Jefferson. Ma anche stavolta Engel finisce per ammettere – per iscritto – che tutta questa genealogia ha un carattere mitico e simbolico e non va presa alla lettera. Engel più tardi dichiarerà pure che l’idea di una successione dagli Illuminati di Baviera trasmessa all’interno della famiglia di Reuss è semplicemente scaturita dalla fervida fantasia di quest’ultimo.

Ma chi era in realtà Leopold Enge?
Un personaggio piuttosto interessante. Lo si può definire un membro della cerchia più interna del gruppo di seguaci (organizzato come network più che come vero movimento religioso) del visionario e mistico austriaco Jakob Lorber (1800-1864). Engel “riceve” grazie alle sue doti medianiche l’undicesimo volume che completa l’incompiuto Grande Vangelo di Giovanni di Lorber. Ancora oggi molti lorberiani (non tutti) accettano questo volume come parte integrante del corpus di Lorber. Engel è anche un prolifico autore di romanzi di fantascienza e di racconti per fascicoli popolari, un genere un tempo disprezzato ma oggi riscoperto dai critici. In effetti, sembra che Engel viva una doppia vita come seguace di Lorber e come fondatore degli Illuminati, mantenendo separate le sue due attività, anche se nel materiale che predispone per il suo Ordine degli Illuminati non è difficile notare un’influenza lorberiana.

E gli Illuminati di Engel esistono ancora?
Sì, benché ridotti a poca cosa Perseguitati nella Germania nazista, gli Illuminati sopravvivono in Svizzera grazie all’attività di Felix Lazerus Pinkus (1881-1947), un ricco economista di idee socialiste. Pinkus inizia Hermann Joseph Metzger (1919-1990), un ex-panettiere e ipnotista da teatro, che mantiene in vita l’Ordine degli Illuminati fino alla sua morte nel 1990 e ne stabilisce un centro a Stein, nel Cantone svizzero dell’Appenzello Esterno. Un piccolo numero di suoi discepoli vive o almeno si riunisce periodicamente ancora oggi a Stein, e si tratta degli unici eredi legittimi dell’Ordine degli Illuminati di Engel. Beninteso, oggi chiunque può aderire a un ampio numero di “Ordini degli Illuminati”, alcuni addirittura via Internet (purché sia fornito di carta di credito), ma si tratta di ordini che esistono solo sulla carta e in ogni caso non hanno neppure quella “legittimità” che deriva da una successione che origina da Engel.

Dan Brown ha ragione quando definisce gli Illuminati come i protagonisti di un complotto per “distruggere il Vaticano” in nome della ragione e della scienza?
Come si è visto, i nomi di scienziati famosi citati come membri degli Illuminati fanno parte di genealogie mitiche che non hanno nessuna base storica. Gli Illuminati di Baviera reclutavano principalmente fra avvocati, funzionari governativi, e anche membri del clero di idee illuministe, e avevano fra i loro membri pochissimi “scienziati” di professione, se pure ne avevano qualcuno. Alle loro nuove reclute insegnavano una blanda versione dell’Illuminismo, vicina alla filosofia di Immanuel Kant (1724-1804). Weishaupt assicurava loro di essere contro la sempre insidiosa influenza dei Gesuiti (benché questi fossero stati soppressi – non definitivamente, come diventerà chiaro solo più tardi – nel 1773), ma non contro la Chiesa cattolica o il cristianesimo in generale. Tuttavia, chi arrivava a fare parte della sua cerchia interna si trovava esposto a insegnamenti dal tono decisamente anticlericale e anti-cattolico, e alcuni documenti propagandavano apertamente la lotta contro la religione e l’ateismo. Anche nell’Ordine degli Illuminati di Engel c’erano aspetti anticlericali, benché non si trattasse di un tema cui era dedicata particolare attenzione. Di qui a sostenere che gli Ordini degli Illuminati storicamente esistiti si proponessero di “distruggere il Vaticano” c’è un salto logico, e la pretesa sarebbe stata obiettivamente ridicola considerando le forze reali che gli Illuminati – anche quelli di Baviera – potevano davvero mettere in campo.

Gli Illuminati sono, o almeno sono stati, una società segreta molto potente?
Certo non lo sono oggi. Il massimo che può sperare il gruppo di Stein, ridotto a una dozzina di membri, è sopravvivere. Né l’Ordine degli Illuminati di Engel ha mai avuto un particolare potere. Ha avuto, questa sì, una certa influenza culturale, e due romanzieri di qualche fama, Gustav Meyrink (1868-1932) e Franz Spunda (1890-1963), ne hanno fatto parte. Si tratta però di un’influenza in gran parte limitata alla subcultura esoterica. Le cose stanno diversamente per gli Illuminati di Baviera, un’organizzazione molto più rilevante che merita più di una nota a pié di pagina nella storia tedesca. Gli Illuminati di Weishaupt riescono a reclutare perfino tre teste coronate, il duca Carlo Augusto di Sassonia-Weimar (1757-1828), il duca Ernesto II di Sassonia-Gotha (1745-1804), e il duca Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick (1735-1806). Ed è Carlo Augusto di Sassonia-Weimar a persuadere ad affiliarsi agli Illuminati, nel 1783, le loro due reclute più famose: Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) e Johann Gottfried von Herder (1744-1803), i due più importanti intellettuali tedeschi dell’epoca, che peraltro si fanno iniziare per compiacere il duca ma non diventano mai veramente attivi nell’Ordine. È anche certo che Weishaupt e i suoi più stretti collaboratori, senza che le teste coronate e i grandi letterati lo sappiano, utilizzano gli Illuminati per un complotto politico rivoluzionario molto reale, che avrebbe potuto avere successo. Detto questo, è anche importante ribadire che l’influenza degli Illuminati – modestissima fuori della Germania – non va esagerata, e che nel 1790 le loro attività cessano definitivamente. Coloro che vogliono convincerci che un grande complotto degli Illuminati spiega tutta la storia mondiale dal XVIII secolo – se non dal Rinascimento – fino a oggi hanno l’onere di una prova che non hanno mai neppure cominciato a fornire.

lunedì 24 agosto 2009

Lady Cagliostro, la donna col mantello


di Marcello Viaggio (Il Giornale.it)

Belle e dannate. La Città Eterna, vox populi, dall’Esquilino a piazza Navona pullula di anime inquiete, ombre senza pace. Figure quasi sempre femminili. Spiritesse, si direbbe. Giovani, fascinose, spesso di facili costumi. Fantasmi o leggenda? A Trastevere raccontano ancora oggi di una misteriosa donna che quasi ogni sera, avvolta in un mantello, si aggira fra i vicoli, rasentando le mura dell’ex-monastero di piazza Sant’Apollonia. Nessuno è mai riuscito a scorgerla in volto. Secondo gli anziani del rione è l’anima in pena della vedova di Cagliostro, mago, astrologo, veggente, vissuto nel Settecento. Taluni, vinta la paura, hanno provato a seguirla. E raccontano che, in certe notti nebbiose d’autunno, la donna oltrepassa il Tevere a Ponte Garibaldi e, camminando su per il Corso, giunge fino a piazza di Spagna. Nel punto esatto dove Cagliostro, alla stessa ora, venne arrestato dalle guardie del Papa. C’è chi, in preda al terrore, avrebbe sentito addirittura un grido agghiacciante dalla nebbia. La storia affonda le radici nei secoli. Nel 1768 Serafina Feliciani, trasteverina, a soli quindici anni andò in moglie a Giuseppe Balsamo, avventuriero, negromante, guaritore. L’uomo, nato a Palermo nel 1743, era stato iniziato alle arti dell’alchimia a Medina, in Algeria, da un precettore arabo. Era giunto, carico di ambiziosi progetti, a Roma, dove si era invaghito della bella Serafina, maliziosa nonché corteggiata da tutti. Lei apparteneva a una famiglia della piccola nobiltà decaduta. Il padre era un umile fonditore di bronzo. Ma la giovane coppia aveva ben altre ambizioni. I due, grazie alle doti di negromante di lui, ma ancor più alla avvenenza di lei, girarono le corti di mezza Europa: Londra, Parigi, Mosca, Vienna. Il conte Cagliostro, come si faceva chiamare Balsamo, nel 1783 giunse a fondare la Massoneria egizia. Serafina fu insignita del titolo di Gran Maestra della Loggia di Iside. La coppia conduceva una vita principesca, fra lussi di ogni genere. Peraltro, lei non si faceva scrupolo di esercitare con principi e nobili il mestiere più antico del mondo. Ma alla fine, la fortuna cominciò a volgere contro. Fu la Chiesa a tuonare contro Cagliostro, accusandolo di magia nera e di avere stretto un patto con Belzebù. Alcuni regnanti lo cominciarono a incolpare di furti, cospirazioni. E al dunque, fu proprio la moglie a tradirlo. Per salvarsi la pelle, Serafina confessò al Sant’Uffizio di essere stata iniziata da lui alla stregoneria in tenera età. La prova che serviva. Cagliostro venne catturato e condannato dal Sant’Uffizio a finire i suoi giorni nella rocca di San Leo. Una prigione di pietra, la cui unica apertura era nel soffitto alto dieci metri. Era il 1789. Morirà sei anni dopo. Lei invece venne rinchiusa nel lugubre convento di Santa Apollonia, a Trastevere. Una sorta di Refugium peccatorum. Fra quelle fredde mura, che oggi ospitano il Teatro Belli, era stata rinchiusa due secoli prima anche la Fornarina, l'amante segreta di Raffaello. Ma il severo monastero delle terziarie francescane vide solo entrare Serafina. Le monache all’interno la cercarono invano dappertutto. E neppure la videro mai uscire. Mistero. La donna era scomparsa. Opera del diavolo o della magia nera appresa dal marito? Nessuno lo sa. Ma una volta libera, in carne o come ombra, Serafina non ebbe cuore di lasciare il rione dove era nata e vissuta. In gioventù, si dice, aveva fatto la prostituta nei vicoli fra Sant’Apollonia e piazza dei Mercanti, con la complicità dello stesso Cagliostro. Decise di restare per sempre a Trastevere. Era nata nel 1753. Oggi avrebbe 256 anni.

Febbre Dan Brown: indagine sulla massoneria nel seguito del Codice da Vinci


Di Marco De Martino - da New York


Codici, simboli, coordinate geografiche, rebus: i misteri contenuti nel prossimo romanzo di Dan Brown hanno cominciato a intrecciarsi ben prima del 15 settembre, quando le librerie americane verranno inondate da 5 milioni di copie di “The lost symbol” (Il simbolo perduto) che in Italia verrà pubblicato dalla Mondadori e che segue di sei anni l’uscita del Codice da Vinci. È infatti dal 23 giugno che la casa editrice Knopf Doubleday fa apparire ogni giorno su Facebook e Twitter un nuovo indizio sui contenuti del thriller. Il primo era un codice: T10C; 6POTSOD; 12 SOTZ. Ai fan di Dan Brown c’è voluto poco per decifrare la sigla: “I dieci comandamenti; i sei punti della stella di Davide; i 12 segni dello zodiaco”. Più difficile capire i riferimenti al filosofo Francis Bacon, a Bonifacio VIII, al pittore tedesco rinascimentale Albrecht Dürer, al finanziere Roberto Calvi, morto a Londra in circostanze mai chiarite, e a un misterioso aereo spia capace di viaggiare alla velocità di 5 mila miglia l’ora.
Il compito di ricomporre il puzzle spetterà ancora una volta a Robert Langdon, l’Indiana Jones dei simboli protagonista dei thriller di Brown, il cui viaggio nei misteri della religione cattolica ha portato il Codice da Vinci a vendere 80 milioni di copie nel mondo (di cui 12 in Italia). Ancora prima il professore di simbologia di Harvard si era occupato della guerra fra la setta degli Illuminati e il Vaticano in “Angeli e demoni” (40 milioni di copie vendute di cui 5 in Italia). E anche se un riserbo blindato e un embargo rigoroso circondano i contenuti della nuova opera di Dan Brown, che arriva con due anni di ritardo rispetto alla data prevista, gli indizi che si sono accumulati sono abbastanza per capire quali sono i temi della nuova opera.
Stavolta Langdon avrà 12 ore di tempo per risolvere un mistero che lo porterà nei luoghi più segreti di Washington, quelli che rimandano alle origini massoniche dei padri fondatori degli Stati Uniti. Scatenati, i fan di Brown hanno interpretato nei loro blog ogni particolare delle due copertine del libro, quella inglese e quella americana (vedere le pagine precedenti). In quest’ultima sopra il Campidoglio di Washington spicca un sigillo rosso con incise un’aquila a due teste, il numero 33 iscritto dentro un triangolo e il motto “Ordo ab chaos”: tutti simboli associati al rito scozzese della massoneria presente in 35 stati americani, il cui consiglio supremo consiste per l’appunto di 33 membri e che ha 33 gradi di iniziazione. Elementi talmudici e della kabbala ebraica sono presenti nei rituali del rito scozzese, come nel libro di magia che aveva ispirato il titolo iniziale della nuova opera di Brown, “I segreti della Chiave di Salomone”.
Memori dell’effetto che ebbe la rilettura della dottrina cattolica contenuta nel “Codice da Vinci”, i massoni americani stanno già preparando un website a cui affideranno un’analisi di “The lost symbol”. Tuttavia lo storico Robert Cooper sostiene che il libro di Brown ha un obiettivo ancora più alto: rileggere in chiave complottistica la nascita degli Stati Uniti. Cooper sostiene di avere informazioni secondo cui nel thriller George Washington, il padre dell’indipendenza americana, confessa di essere stato un traditore che durante la guerra americana d’indipendenza negoziava segretamente con gli inglesi attraverso Benedict Arnold, un generale che nella realtà aveva tramato di cedere West Point agli inglesi. Nel libro Langdon aiuterebbe agenti della Cia e dell’Fbi a trovare la prova della confessione di Washington, che deve essere distrutta prima che stravolga l’integrità stessa della storia americana.
Secondo Cooper già si prepara un’invasione di turisti a Mount Vernon, dove è sepolto Washington, come accadde nell’abbazia scozzese di Rosslyn dopo la pubblicazione del Codice da Vinci. Un altro massone, il newyorkese Mark Koltko Rivera, pensa invece che nella storia di spionaggio siano coinvolti altri padri fondatori massoni (secondo alcuni erano massoni nove tra i firmatari della Dichiarazione d’indipendenza); e che a intrecciarsi con la storia principale ci sia il mistero di un tesoro nascosto. “A metà Ottocento si formò una società segreta, i Cavalieri del cerchio d’oro, il cui obiettivo era annettere agli Stati Uniti territori in Messico, Cuba e Venezuela nei quali mantenere un regime di schiavitù” ricorda Koltko a Panorama.
“Durante la guerra civile i cavalieri simpatizzavano per i confederati e si dice che nascosero enormi quantità d’oro da usare in una nuova guerra civile per aiutare il Sud. Molti indizi portano a pensare che anche questa storia faccia parte del libro”. Come altri studiosi, Koltko ha preparato due guide all’interpretazione del libro, pronte a uscire subito dopo la pubblicazione. Un altro esperto del filone storico-esoterico, Dan Burstein, gia nel 2005 aveva pubblicato una guida al nuovo romanzo di Dan Brown che, unita a quelle scritte per “Il codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, ha finito per creare un indotto da 4 milioni di copie. Fra tanti misteri emerge comunque una sola evidente certezza: se c’è un autore che nella palude della crisi puo dare una robusta boccata d’ossigeno all’industria editoriale, questi e proprio mister Dan Brown.

giovedì 6 agosto 2009

Il Sacro Arco Reale di Gerusalemme


Un rapido esame delle condizioni della Massoneria inglese agli inizi del 1701 fornisce un utile contributo alla comprensione dei motivi storici che favorirono il sorgere dell'Ordine dell' Arco Reale di Gerusalemme in seno alla Libera Muratoria. Tuttavia bisogna precisare che l'attività muratoria inglese esisteva già in periodi anteriori a tale data, come testimonia la Compagnia Londinese dei Liberi Muratori (1621), nonche molti documenti attestano che nel 1600 esistevano logge operative in Scozia e speculative in Inghilterra. A proposito di quest'ultime logge B. Jones scrive: "Sappiamo pochissimo delle loro cerimonie ma abbiamo ragione di credere che siano state semplici con poco formalismo cerimoniale, però avevano qualcosa d'importante in materia esoterica". Originariamente le logge inglesi avevano una vita autonoma e spesso rituali diversi; solo nel 1717 quattro logge note da tempo immemorabile si riunirono e fondarono la prima Gran Loggia, con a capo un Gran Maestro. La nuova Gran Loggia stabilì riunioni trimestrali, una festa annuale e si diede una Costituzione e Regolamenti che sostituirono gli Antichi Doveri del 1380. La prima Costituzione pubblicata ed autorizzata è del 1723. Essa fu redatta dal Dr. James Anderson e, in un titolo riguardante "Dio e la religione", venivano espressi concetti molto diversi da quelli esposti negli Antichi Doveri. In una postilla al titolo citato, Anderson si esprimeva così: "Devo ricordarvi un'altra cosa e cioè di evitare di parlare di politica e di religione per favorire l'unità dei massoni su di una piattaforma che li divida il meno possibile. La nostra religione è la religione della Natura e di amare Dio sopra ogni cosa ed il nostro prossimo come noi stessi. Questa. è, la vera religione primitiva, cattolica, universale, convenuta come tale in tutti i tempI e in tutte le eta".Da queste parole appare chiaro che Anderson mirava ad una decristinanizzazione della massoneria inglese ed indulgeva alle teorie teiste del tempo, pur senza cedere alle tesi atee. La Gran Loggia non trovò, in quel periodo, molti consensi sia per le idee che professava, sia perche si era arrogato il diritto di formulare ordini ed istruzioni alle.altre logge, sia perche le informazioni viaggiavano con lentezza. E' significativo il fatto che dovettero passare ben sedici anni dall'emanazione delle prime Costituzioni prima che si costituisse la Gran Loggia degli Antichi, che rivestì un ruolo antagonistico. Un altro motivo che aiutò l'affermazione dell' Arco Reale, fu l'adozione del sistema trigraduale. È opinione di molti studiosi che la Libera Muratoria, prima del 1730 lavorasse in due gradi o forse in uno. L 'adozione del grado hiramico giovò alI' Arco Reale. Sempre Bernard Jones, a questo proposito scrive: "Se non vi fosse stata tale innovazione, l'Arco Reale, forse, non sarebbe mai divenuto parte integrante dell'Ordine Massonico. Il massone delle antiche logge era generalmente un'anima religiosa e relativamente semplice, quindi la storia della leggenda di Hiram lo preparò ad un'altra storia che gli forniva due insegnamenti non presenti nei gradi iniziali".Il sistema dei tre gradi determinò l'introduzione di un "grado" che, nuovo o meno, fu accettato da coloro che si opponevano alla prima Gran Loggia (noti con il nome di "Antients" cioè "Antichi") e fu considerato come facente parte di un sistema tradizionale. È altresì un fatto rilevante che gli "antichi" adottarono e svilupparono non solo la cerimonia dell'Arco Reale, ma anche la cerimonia di Installazione dei Maestri Venerabili divenuta, in seguito il ponte tra la loggia ed il capitolo. Gli "antichi" accettarono l'Arco perche si innestava bene sulla loro mentalità e venne da loro considerato come "ritualità antica ma trascurata, racchiudente in se la vera essenza della tradizione ebraicocristiana, nonche alchemica ed ermetica".I fondatori della prima Gran Loggia (chiamati "Moderns" o "Moderni") non amavano essere considerati degli innovatori, pertanto accettarono, anche se ufficiosamente, l' Arco Reale anche per evitare di lasciare agli avversari una "chance" in più. I moderni mantennero per lungo tempo una posizione ambigua nei confronti dell' Arco: l'atteggiamento ufficiale generale era di riluttanza, tuttavia ufficiosamente le logge praticavano il rituale dell'Arco e molti ufficiali della Gran Loggia si fecero esaltare.La Gran Loggia dei moderni giunse al punto di cancellare nel 1755 una Loggia, la "Ben Jonson's Head Lodge", dal Registro Generale perche praticava il rituale dell'Arco Reale. Samuel Spencer, Gran Segretario di quella Gran Loggia, scriveva, nel 1767, ad un fratello di Francoforte che "l'Arco Reale è una società che noi non riconosciamo e che riteniamo essere una invenzione per introdurre innovazioni e sedurre i fratelli". Malgrado l'esteriore animosità verbale, risulta che Samuel Spencer era un compagno regolarmente esaltato, attivo e quotizzante in un Capitolo. Un altro Gran Segretario dei moderni, Thomas French, fu uno dei firmatari del Charter of Compact, la Carta di fondazione dell'Arco. Inoltre, è da rilevare che il più antico verbale di "esaltazione", datato 1758, proviene da una loggia dei moderni, la "Crown Lodge" n. 220 in Christmas Street. Quale sia stata la posizione della Massoneria dell'Arco Reale all'interno della Gran Loggia dei moderni appare chiaro dalle parole di James Heseltine, Gran Segretario dei moderni, ex ufficiale del Supremo Gran Capitolo, il quale, nel 1774, rivolgendosi a Peter Gogel, ex Gran Maestro di Francoforte, così scriveva: "È vero che molti nella Confraternita appartengono ad un "grado" che dovrebbe essere più elevato degli altri ed è chiamato Arco Reale, io ho l'onore di appartenere a tale "grado" ma non è riconosciuto dalla Gran Loggia. Fa parte della massoneria, ma non ha legami con la Gran Loggia, e, per noi in Inghilterra, questo è l'unico grado ulteriore che conosciamo".La Gran Loggia degli Antichi, costituitasi ne11751, assunse, invece, un atteggiamento di profondo rispetto e di simpatia nei confronti dell'Arco Reale. Lawrence Dermott, Gran Segretario degli antichi, nell' "Haiman Rezon", edizione del 1756, definisce la Massoneria dell'Arco Reale "la radice, il cuore ed il midollo della Libera Muratoria". Per lungo tempo la pratica del rituale dell'Arco ed il conferimento del titolo avvenne nelle medesime Logge della Libera Muratoria, certamente in sedute riservate. D'altra parte, in quel periodo storico, sia le logge degli antichi che quelle dei moderni ritenevano di avere il diritto di conferire qualsiasi titolo massonico, a piacimento, poichè sulle bolle di fondazione non veniva specificato in quali gradi dovesse lavorare.I lavori dell' Arco che si svolgevano in una Loggia ed i titoli conferiti non erano autorizzati con apposita bolla, poichè non esisteva alcuna autorità che la rilasciasse. Questa situazione era comune alle due gran Logge inglesi, alla Scozia, ed alla Irlanda, ma non si poteva considerare "regolare". In Inghilterra i "Moderni" non pensavano neanche lontanamente di fare qualcosa per regolarizzare la pratica, divenuta sempre più usuale, di esaltare maestri come compagni dell'Arco Reale nelle logge. Gli Antichi, i quali si compiacevano della fama e del vantaggio di essere noti come la Gran Loggia dei quattro gradi, continuavano ad esaltare maestri nelle loro logge, ritenendo tale pratica normale e regolare.La situazione generale si modificò, nel 1766, per iniziativa del Gran Maestro dei Moderni Lord Blayney, il quale firmò la bolla di costituzione dell'Eccellente Gran Capitolo Reale che, nel 1811, cambiò il nome in Supremo Gran Capitolo. La carta istitutiva dell'Eccellente Gran Capitolo Reale è anche il documento fondamentale dell' Arco: esso viene generalmente indicato come "Charter of Compact" cioè carta di fondazione e di protezione, e, malgrado la diversa data espressa in calce, risale al 30 luglio 1766. Per completare il sintetico quadro storico mi sembra opportuno ricordare l'Act of Union del Dicembre 1813 che ancora oggi, si può leggere come dichiarazione preliminare alla Costituzione della Gran Loggia Unita d'Inghilterra. Esso recita testualmente: "È dichiarato e stabilito che la pura ed antica massoneria consiste in tre gradi e non più. Quelli di Apprendista, Compagno d'Arte e Maestro Massone, includendo il Supremo Ordine del Sacro Arco Reale."In virtù della dichiarazione del 1813 nel sistema inglese l'Arco Reale fa parte integrante della Libera Muratoria, pertanto il Gran Maestro della Gran Loggia Unita d'Inghilterra è il Primo Gran Principale del Supremo Gran Capitolo ed i Grandi Ufficiali, se primi principali, sono Ufficiali del Supremo Gran Capitolo, con titolo corrispondente.
I capitoli sono sempre collegati ad una loggia e portano il medesimo numero e titolo distintivo. L'esaltazione in un capitolo non conferisce un grado. I capitoli sono governati dal Supremo Gran Capitolo che possiede propri regolamenti.Diversa fisionomia e sistemazione sono conferite all' Arco in Scozia, in Irlanda e negli Stati Uniti. Tuttavia i diversi corpi nel Regno Unito mantengono reciproci riconoscimenti e fraterni rapporti.In Scozia il Supremo Gran Capitolo dell'Arco Reale non ha connessioni con la Gran Loggia ed i capitoli hanno una loro numerazione e titoli. Il candidato che aspira ad essere esaltato nell'Arco Reale deve avere conseguito preliminarmente il grado di Maestro del Marchio. Inoltre durante l'esaltazione gli vengono conferiti i gradi di Maestro eccellente. Facciamo notare che le leggi scozzesi conferiscono anche il titolo di Maestro del Marchio. In Irlanda il candidato che viene esaltato nell' Arco riceve anche il titolo di Maestro del Marchio con una particolare cerimonia officiata nello stesso capitolo. La cerimonia di esaltazione differisce ritualmente da quella inglese e viene conservata anche una speciale cerimonia chiamata' 'passaggio dei veli'. In Irlanda il Supremo Gran Capitolo non ha alcuna connessione con la Gran Loggia.In Inghilterra invece il grado del Marchio viene conferito ai Maestri Muratori. Nelle logge del marchio dipendenti dalla Gran Loggia del Marchio questo grado non è preliminare all'ammissione nell'Arco Reale.

mercoledì 5 agosto 2009

Breve cronologia dell'Ordine del Tempio


1119. Costituzione dell'Ordine dei Templari

Viene costituito l'ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, formato inizialmente da nove cavalieri guidati da Ugo di Payns (o Ugone dei Pagani). Baldovino II re di Gerusalemme donò all'Ordinee una parte della spianata del Tempio di Salomone, dove i musulmani avevano edificato la moschea di Al-Aqsa. Da qui il nome Templari.


1128. Concilio di Troyes

Viene convocato il concilio di Troyes, voluto da Bernardo di Chiaravalle (che poi diventerà S. Bernardo) in cui si stabilisce una sorta di Statuto dell'Ordine, con i criteri formali e spirituali per parteciparvi: il trattato De Laude Novae Militiae (Lode alla Nuova Milizia). Dopo questa consacrazione, in poco tempo, i Templari acquisiscono privilegi e donazioni da tutti i sovrani d'Europa... benedetti da Bernardo di Chiaravalle e con l'appoggio del Conte Ugo di Champagne iniziano ad accumulare un'enorme ricchezza.


1130. Il servizio al Papa

I templari appoggiano il Papa Innocenzo II, sotto la spinta di Bernardo, contro l'Antipapa Anacleto II


1135. Concilio di Pisa

I templari partecipano ufficialmente al Concilio come Milizia di Cristo e vengono in contatto con tutti i vescovi italiani. Dai primi insediamenti italiani di Ivrea, Reggio Emilia, Milano e Roma, iniziano ad espandere la loro influenza. Allo stesso tempo anche Bernardo inizia a dar vita ai monasteri cistercensi di Chiaravalle di Milano, Chiaravalle della Colomba, Staffarda (CN)


1139. Il riconoscimento del Papa

Papa Innocenzo II consacra l'assoluta autonomia dell'Ordine dei Templari e l'esclusiva dipendenza dal Papato con la bolla Omne Datum Optimum. L'Ordine si divideva in 3 classi: scudieri, cavalieri di grazia e cavalieri di giustizia.


1187. Battaglia di Tiberiade.

Disfatta dei crociati ad opera del Saladino che conquista Gerusalemme.


1191. Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone in Terrasanta.

Battaglia vittoriosa di Arsuf contro il Saladino


1219. Conquista di Damietta

Sotto la spinta di Re Luigi di Francia (che poi diventerà San Luigi) i crociati attaccano la città di Damietta e riescono ad occuparla.


1244. Gerusalemme è perduta

I musulmani turchi conquistano definitivamente Gerusalemme


1291. Caduta di San Giovanni d'Acri.

I musulmani conquistano l'ultima roccaforte cristiana ed uccidono tutti gli abitanti. L'episodio segna la sconfitta e la perdita definitiva della Terrasanta. I templari spostano il loro quartier generale nell'isola di Cipro, mantenendo il loro centro politico-economico, nel cuore di Parigi.


1305. Filippo il Bello

Il re di Francia Filippo, altamente indebitato con i templari cerca di acquisire il controllo dell'Ordine chiedendo al Gran Maestro Jaques De Molay di far entrare il suo figlioccio. Ma De Molay rifiuta.


1307. L'accusa di eresia

Il 14 settembre il re invia in tutto il regno lettere sigillate ordinando l'arresto contemporaneo di tutti di templari e la confisca dei beni. Il 13 ottobre Nogaret, braccio destro del re, fa arrestare tutti i cavalieri templari, iniziando ad interrogarli tramite tortura con le seguenti accuse:

- l'iniziazione segreta all'Ordine Templare si svolge con sputo sulla croce e rinnegamento di Cristo

- la messa si svolge senza la consacrazione dell'ostia

- viene adorato l'idolo Baphomet

- è praticata l'omosessualità

- c'erano state connivenze con i musulmani al tempo delle crociate

Quasi tutti i crociati confermano le accuse, compreso lo stesso Gran Maestro


1309. La difesa

Il 26 novembre Jaques De Molay ritratta e tenta una strenua difesa dell'Ordine


1310. La ritrattazione

In aprile 550 cavalieri templari ritrattano e dicono di aver confessato sotto tortura. Ma cinquantaquattro di questi vengono condannati a morte... gli altri vengono quindi messi a tacere. Due anni più tardi saranno condannati all'ergastolo.


1311. La bolla Vox Clamantis in Excelso

Lo scioglimento Papa Clemente V (totalmente nelle mani di re Filippo... la sede papale al tempo era ad Avignon) al Concilio di Vienne scioglie l'Ordine con la bolla Vox Clamantis in Excelso, ma senza condannarlo per assenza di prove certe e documentate. Tutti i beni confiscati diventano di proprietà dei Cavalieri Ospedalieri, oggi Ordine dei Cavalieri di Malta.


1314. Il rogo

Il 18 marzo il Gran Maestro Jaques de Molay viene condannato all'ergastolo. Allora visto che tutto è perduto, piuttosto che marcire in prigione, riprende una strenua difesa dell'Ordine ed allora viene arso vivo sull'Ile de la Cité, al centro di Parigi.