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lunedì 9 aprile 2018

Liberi dal pregiudizio. Tra le colonne del tempio con Paolo Mieli, Annalisa Chirico, Umberto Cecchi | video


“Liberi dal pregiudizio”, il tema del dibattito che si è tenuto a chiusura della seconda giornata della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia tra le colonne del tempio allestito al Palacongressi di Rimini  per i lavori massonici.  Un dibattito, che ha richiamato tantissimo pubblico, e che ha avuto come protagonisti Paolo Mieli, Annalisa Chirico, Umberto Cecchi nelle vesti di moderatore,  e il Gran Maestro Stefano Bisi al quale sono state affidate le conclusioni.
Liberi da pregiudizi, ma fino a che punto lo possiamo davvero essere? Intorno a questo interrogativo, ma anche intorno ai luoghi comuni che oggi come ieri mirano a offuscare l’immagine della Massoneria  è ruotato il dibattito, al quale ha dato il via l’intervento di Mieli, incalzato dalle domande e dalle osservazioni di Cecchi, che dal canto suo ha ricordato  anche la questione Tangentopoli, rievocando gli anni degli arresti facili e del grande male della corruzione, ma anche l’altra grande ferita inferta dalla Massoneria italiana dall’maxi-inchiesta del procuratore di Palmi, Agostino Cordova, avviata nel 1992  e conclusasi 25 anni più tardi con l’archiviazione.
Storia di un pregiudizio
“Il fatto che il mondo della Massoneria si apra ai non massoni è la prova di una grande libertà di pensiero, di un’apertura mentale che spesso –ha detto  Mieli rivolto alla platea di fratelli- non c’è stata invece nei vostri confronti.  Quando ci si sente assediati –ha aggiunto facendo riferimento agli attacchi subito dal Grande Oriente da parte della politica in quest’ultimo anno e mezzo- si tende a chiudersi, voi invece non l’avete fatto”.
“Si pensa  che il pregiudizio antimassonico sia sostanziale alla stessa Massoneria, che sia nato con essa. In realtà non è così”, ha spiegato Mieli, ricostruendo la storia della Libera Muratoria e della Massofobia. La reazione nei confronti della Libera Muratoria, ha riferito il giornalista, arrivò ventuno anni dopo la sua nascita quando la Chiesa lanciò la scomunica nei confronti dei liberi muratori, introducendo pene nei confronti dei massoni che giunsero a prevedere anche la condanna a morte.  Ciò non impedì a questa istituzione di prendere piede e svilupparsi.  Quanto al pregiudizio nato intorno ad essa, cominciò ad attecchire solo molti anni più tardi dall’incrocio virtuoso con la Rivoluzione Francese”.
Le teorie complottiste
A questo poi si aggiunsero,  secondo Mieli, le teorie cospirazioniste, alle quali diede impulso la pubblicazione, nel 1797, del celeberrimo libro del gesuita Augustin Barruel, Memorie per una storia del giacobinismo, in cui per la prima volta viene avanzata la tesi secondo la quale il complotto massonico  sarebbe stato all’origine della Rivoluzione francese.  Idea, ha osservato Mieli,  che non è poi quasi più morta, anche se per tutto il secolo successivo, caratterizzato dalle lotte Risorgimentali e dalla costruzione dell’Unità d’Italia, non ebbe grande fortuna fino ad un altro punto di svolta: la formazione  annunciata nel 1887 da Civiltà Cattolica di una Lega per combattere la Massoneria.
Cinque presidenti del consiglio massoni
Il clima cambiò ma la Massoneria non ne uscì danneggiata, anzi espresse in quegli anni ben cinque presidenti del Consiglio, Depretis, Crispi, Zanardelli, Fortis e Boselli,  amministratori di alcune importanti città, tra cui  il sindaco di Roma Ernesto Nathan. Poi ci fu l’avvento del fascismo che mise al bando i liberi muratori e la Massoneria  ebbe la sfortuna di riaffiorare dopo la II Guerra Mondiale in un clima in cui l’avversione del fascismo, che non era scomparsa con il fascismo, finì per coniugarsi con il pregiudizio cattolico e il vento tornò a soffiare poi con forza contro la Libera Muratoria con lo scandalo della P2.
La P2 e la grave omissione dei media  
“Pochi –ha sottolineato Mieli- misero in evidenza il fatto che la Massoneria si era liberata di Gelli prima che scoppiasse lo scandalo”. Fu una grave omissione. Da allora l’idea di deviazione si legò irrimediabilmente alla parola Massoneria e alla sua immagine . Che fare, dunque? Secondo Mieli, la Libera Muratoria dovrebbe cercare di circondarsi da amici non massoni , intellettualmente  onesti.
Le proposte di legge anti-massoniche fotocopia di quella varata da Mussolini 
“E’ quello che stiamo facendo”, ha replicato Bisi, ricordando i numerosi eventi organizzati dal Grande Oriente d’Italia  in questi anni, gli eventi, ad esempio con i quali il Grande Oriente ha celebrato i 70 anni della repubblica italiana e a cui preso parte tantissimi rappresentanti di spicco del mondo della società civile non appartenenti alla Comunione.  “E’ vero –ha detto- il Gran Maestro- noi dobbiamo aprirci di più ma credo che anche i giornalisti, gli intellettuali, i politici, dovrebbero avvertire come una minaccia per tutti, il pregiudizio che ci circonda. Non c’è stata una ribellione davanti alle due proposte di legge presentante in parlamento durante la scorsa legislatura che ricopiano in fotocopia la legge fascista firmata il 26 novembre del 1925 da Benito Mussolino e dal suo ministro della giustizia Alfredo Rocco. Non c’è stata nessuna reazione all’annuncio dei 5Stelle di una analoga iniziativa “.
I pregiudizi sono radicati nell’essere umano
Appassionato è stato poi l’intervento di Annalisa Chirico, più volte interrotto dagli applausi del pubblico. “Ho accolto con curiosità e interesse il vostro invito”, ha esordito. “Mi interessa molto indagare alle radici del pregiudizio. Penso innanzitutto – ha aggiunto la giornalista, che è anche presidente dell’associazione Fino a Prova Contraria- che non possiamo non leggere la realtà attraverso la lente del pregiudizio. I pregiudizi sono radicati in noi. Nessuno di noi è tabula rasa e dobbiamo avere l’onestà intellettuale di ammetterlo.
La libertà di associazione è sacrosanta
Comunque –ha affermato- mi fa sentire profondamente libera essere qui. Io non temo l’azione, ma temo chi vuole censurarla. Temo chi vuole silenziare voci diverse. Io penso che, mai come in questo momento nel nostro paese,  sia fondamentale difendere i pilastri di una società aperta, libera e democratica, dove ognuno di noi viene giudicato per ciò che fa, per le azioni che compie, e non per le idee che professa o per l’associazione alla quale decide liberamente di iscriversi”.  “Ho sempre pensato – ha sottolineato la Chirico- che la Costituzione italiana sia bellissima, nella prima parte è un monumento alle libertà individuali”. Per esempio, l’articolo 18 quando sancisce ‘‘il diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati dalla legge penale’’.
Le espulsioni dei 5 Stelle sono contro la Costituzione 
Il Movimento 5Stelle, che espelle un componente in quanto ‘massone’, discrimina una persona, calpesta i suoi diritti civili, si pone al di fuori del perimetro di un partito democratico, come  è tracciato dall’art. 49 della nostra Costituzione. “Non so che cos’abbia fatto nella sua vita Di Maio, ma so che Cavour e Garibaldi hanno fatto l’Unità d’Italia, Crispi e Zanardelli hanno abolito la pena di morte con un secolo di anticipo rispetto a Francia, Gran Bretagna, Santa Sede…. E se ci sono persone che , nel dopolavoro- ha sottolineato la Chirico-  non vanno in chiesa o in moschea, ma si recano in loggia e portano avanti, nel rispetto della legge, progetti ispirati ai valori della fratellanza e della libertà, io penso che abbiano il diritto di farlo e che non debbano essere discriminati in ragione del pregiudizio e del sospetto. Penso che nessuna commissione governativa o parlamentare dovrebbe violare la libertà associativa delle persone e il sacrosanto diritto alla riservatezza. Le liste degli iscritti a Magistratura democratica, per esempio, non riuscì a procurarsele neppure l’allora ministro Cesare Previti”.
 Scheda
Paolo Mieli, giornalista e saggista, inizia la sua carriera nella redazione de l’Espresso. È stato direttore de la Stampa dal 1990 al 1992, e del Corriere della Sera dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009, quando è diventato Presidente di Rcs Libri Spa, incarico che ha ricoperto fino al 2016. Attualmente è editorialista del Corriere della Sera.Laureato in Storia con Renzo De Felice e Rosario Romeo ha tenuto per oltre dieci anni un seminario sulla “Storia dell’Italia Repubblicana” presso la facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano. Tra i suoi volumi: Storia e Politica (Rizzoli 2001) – La goccia cinese (Rizzoli 2002) – Le storie, la storia. Dall’Atene di Alcibiade a oggi (Rizzoli 2004) – I Conti con la Storia (Rizzoli 2013) – L’Arma della Memoria (Rizzoli 2015) – In guerra col passato. Le falsificazioni della storia (Rizzoli 2016) – Il caos italiano. Alle radici del nostro dissesto (Rizzoli 2017).
Annalisa Chirico. Dottorato in Teoria politica alla LUISS Guido Carli, apprendistato pannelliano, ossessione garantista. Scrive di giustizia, politica e donne.“Siamo tutti puttane – Contro la dittatura del politicamente corretto” è il titolo del suo bestseller (Marsilio 2014). Ha scritto inoltre “Confessioni di un anticonformista”, autobiografia a 4 mani con Umberto Veronesi (Marsilio 2015), e “Fino a prova contraria – Tra gogna ed impunità. L’Italia della giustizia sommaria” (Marsilio 2017), un libro che indaga la trasformazione del nostro paese in una repubblica giudiziaria, dove giustizia e politica si intrecciano e si confondono, investendo inesorabilmente i diritti e le libertà dei cittadini. Sul suo profilo facebook si legge la seguente frase: “La mente è la mia chiesa, i tacchi il mio paracadute”. Presiede Fino a prova contraria – Until proven guilty, movimento per una giustizia giusta ed efficiente.
Umberto Cecchi, giornalista e scrittore,dal 30 novembre 1998 al 17 aprile 2002 ha diretto il quotidiano La Nazione del quale oggi è editorialista di punta. E’ autore di moltissimi saggi e romanzi, tra cui, Io che uccidevo le bambole,  Fegato, ispirato alla vicenda del mostro di Firenze e Sulla via dorata per Samarcanda, per il quale è stato premiato con il fiorino d’oro nel 2005, nella sezione narrativa. Parlamentare di Fi durante la XII Legislatura (15 aprile 1994 – 8 maggio 1996). Ricopre la carica di consigliere nel Consiglio di Amministrazione del Maggio Musicale Fiorentino.