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lunedì 29 marzo 2010

Aperta a Rimini la Gran Loggia dei massoni italiani: dibattiti sull’etica e qualche contrasto in famiglia da superare


Si chiamano fra loro “fratelli”: sono 20mila in tutt’Italia, poco più di mille in Emilia Romagna. Sono queste le cifre della principale famiglia massonica italiana rappresentata dal Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, che da oggi fino al 28 Marzo celebra al Palacongressi di Rimini la sua più importante assise nazionale, la “Gran Loggia”, la riunione annuale dei vertici nazionali e di quelli delle singole logge locali sparse per tutto il territorio italiano.

L’altra famiglia massonica italiana di una certa consistenza, circa 5mila iscritti, è quella cosiddetta “di Piazza del Gesù” nella quale sono iniziate anche le donne, che invece restano tuttora escluse dalle Logge di Palazzo Giustiniani.

A Rimini i massoni di Palazzo Giustiniani daranno vita a tre giorni di intensi lavori, “rituali” e “profani” (alcune sessioni della Gran Loggia sono infatti aperte anche a “non iniziati”), che avranno come tema centrale “Etica della Libertà, Etica della Responsabilità”.

Il tema proposto – sottolinea nel sito ufficiale il Gran Maestro Gustavo Raffi, avvocato ravennate – è di grande attualità nel dibattito culturale del nostro Paese. La Massoneria, scuola di pensiero libero, è anche un laboratorio di idee, uno spazio adogmatico dove uomini diversi per credo filosofico, religioso e politico, dialogano faccia a faccia, senza esprimere volontà egemoniche, alla ricerca di valori e/o soluzioni condivise“.

Gli uomini del dubbio hanno un’etica di frontiera, ma declinano ogni giorno negli ambiti della propria vita civile e iniziatica, una responsabilità intesa come assunzione di un impegno di scelte e di decisioni essenziali attraverso le quali esercitare pienamente e a pieno titolo i propri diritti, dopo avere adempiuto ai propri doveri“.

Come è ormai tradizione – si legge sempre nel sito del Grande Oriente d’Italia (Goi) sono numerose le manifestazioni culturali in programma a Rimini, aperte al pubblico – e che si svolgono accanto alle iniziative rituali riservate ai Massoni – con la partecipazioni di studiosi, filosofi, storici ed economisti. Tra questi, nell’edizione 2010, spicca il confronto che sarà offerto, tra gli altri, da Giulio Gioriello, Sergio Moravia, Alberto Melloni, Luciano Pellicani e Giancarlo Elia Valori.

Oltre a tavole rotonde, dibattiti, mostre, la Gran Loggia 2010 prevedeva- oggi stesso, venerdì 26 Marzo, alle 17,30 – l’apertura del Tempio al pubblico con l’allocuzione del Gran Maestro Raffi: un’iniziativa – questa – che da anni rappresenta la politica della trasparenza e dell’apertura alla società civile della Gran Maestranza Raffi.

La Gran Loggia “Etica della Libertà, Etica della Responsabilità” sarà anche l’occasione per celebrare, a trecento anni dalla nascita, la figura di Raimondo di Sangro, principe di San Severo. Al Palacongressi di Rimini sarà infatti allestita la mostra “Raimondo di Sangro, primo Gran Maestro di uno Stato italiano (1710-1771)” organizzata dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia e dalla casa editrice Alos.

Ma al di là delle comunicazioni ufficiali, la Gran Loggia di Rimini servirà soprattutto per un consulto generale sullo stato di salute della massoneria italiana, che cerca da anni, da quanto Gustavo Raffi ne regge le sorti, di uscire dallo scomodo angolo del pregiudizio e dei luoghi comuni in cui è stata a lungo ristretta dallo storico antagonismo nei suoi confronti da parte delle forze portatrici di dogmi e assolutismi, politici e religiosi.

Il Gran Maestro Raffi è convinto che molti passi positivi siano già stati compiuti in questo senso. L’immagine pubblica della massoneria è oggi molto meno demonizzata (anche con la complicità di best seller di successo, come quelli di Dan Brawn, e di molti studi più seri ed oggettivi che sono stati pubblicati negli ultimi anni). Anche la stampa ha imparato per lo meno a distinguere la massoneria ufficiale, rappresentata dal Goi, dalle sedicenti massonerie deviate e infiltrate. Fino a qualche anno fa questa distinzione non la si faceva, e non era nemmeno percepita. Da qualche tempo a questa parte i mezzi di informazione, per lo meno quelli più liberi e corretti, hanno acquisito la capacità di non confondere l’albero sano della massoneria, con la gramigna che ne abusa il nome (non c’è purtroppo alcun copyright sul termine “massoneria”, si lamenta Gustavo Raffi) e ne infanga la reputazione.

La massoneria in Italia e nel mondo ha dato contributi fondamentali all’espansione della libertà e della democrazia. Erano massoni i padri fondatori degli Stati Uniti, erano massoni i principali esponenti del risorgimento italiano, erano massoni i padri dei partiti democratici (recentemente Imola ha festeggiato il centenario di Andrea Costa, grande socialista, e grande massone), erano massoni il presidente del Cile democratico Allende, ed il leader della Primavera di Praga Dubckek. Sono stati massoni 40 presidenti su 44 degli Stati Uniti. Lo sono stati anche i protagonisti dell’unico trattato di pace che abbia tenuto nel tempo fra arabi ed israeliani, l’egiziano Sadat e l’israeliano Begin, entrambi uccisi prematuramente dal fanatismo interno dei propri paesi.

La Gran Loggia di Rimini dovrà anche superare situazioni di disagio interne non ancora sopite, dopo le ultime elezioni per il rinnovo dei vertici nazionali del Grande Oriente. L’ulteriore mandato conferito a Gustavo Raffi (per il quale è stata necessaria anche una modifica dello statuto) è scaturito sì da una netta maggioranza, ma anche da forti contrasti e polemiche da parte della minoranza come non si registravano da tempo all’interno dell’Istituzione, con l’aggravante, in taluni casi, di ricorsi finiti anche davanti alla magistratura ordinaria.

Sul tavolo delle discussioni di questa Gran Loggia ci sono poi i rapporti con i cosiddetti “Riti” (quello Scozzese Antico ed Accettato, quello di Memphis e Misraim, ed altri) che costituiscono una sorta di massoneria parallela al Grande Oriente, raramente in contrasto, avendo anzi storici rapporti di intesa con quest’ultimo.
Dei Riti possono infatti fare parte solo Maestri massoni che abbiano completato il loro iter iniziatico all’interno dell’Ordine (apprendista, compagno d’arte, ed infine maestro). Una “coabitazione” che è sempre stata regolata da precisi protocolli. Protocolli che il Goi ha recentemente disdettato, e che ora si tratta di ridefinire. Anche in questo caso smussando qualche spigolo.

Mentre tutte queste problematiche agitano le acque interne della massoneria, la stessa istituzione sta comunque vivendo un momento assai positivo per quanto riguarda le nuove iniziazioni. Il numero delle persone che chiedono di entrare nei templi massonici è infatti in continuo aumento, e, soprattutto, si sta assistendo – segnala lo stesso Goi – ad un notevole ringiovanimento delle logge, dove l’età media (una volta molto over 50) si aggira ormai sui 40 anni. E sono molti gli apprendisti al di sotto di tale età. Un segno certamente positivo per il futuro.

Particolarmente intenso il rapporto della massoneria con l’Emilia Romagna. Molti abitanti delle sue città, a cominciare da Bologna, si stupirebbero del numero di vie, ospedali, sale universitaria, istituzioni, ecc., intestate a massoni, loro concittadini del passato.

I massoni emiliano-romagnoli sono poco più di un migliaio. Le logge 36, dalla più antica (la “Risorgimento-VIII Agosto” di Bologna) alla più recente (la “Alba Prospera” di Carpi).

Sono 10 le logge bolognesi, 4 quelle parmigiane, 3 quelle di Ravenna, 3 quelle di Ferrara (compresa una loggia centese), 2 quelle di Modena, 2 di Forlì, 2 di Modena; ospitano una loggia anche Carpi, Castell’Arquato, Faenza, Imola, Lugo, Mordano, Piacenza, Reggio Emilia, Riccione e San Lazzaro di Savena.

La regione italiana dove più numerosa è la presenza della massoneria è la Toscana.



ALCUNI PASSI DELL’ALLOCUZIONE DI APERTURA
DEL GRAN MAESTRO GUSTAVO RAFFI

Bisogna avere il coraggio etico di rivendicare il primato della qualità: qualità del pensiero e qualità della vita. Senza di entrambi, il rischio della ricaduta nell’irrazionale, nell’odio e nella violenza è elevatissimo. Per questo, è necessario far propria la qualità che richiede, prima di tutto, di abbandonare il linguaggio della solitudine e aprirsi al mondo e agli altri“.

Per questo – sottolinea Raffi – dobbiamo percorrere il cammino dei maestri del sogno. Per diventare noi stessi maestri del sogno: ossia uomini che credono che la storia sia una terra che continua nel verde, senza sapere dove porta, ma sicuri che sarà bello percorrerla. Come scriveva il Fratello Goethe: Noi, senza timore, andiamo avanti sulla nostra strada. Sempre noi vi chiamiamo alla speranza”. Ed è il motivo per cui noi Massoni siamo gente inquieta, libera da dogmi, che non si accontenta, che cerca il meglio per sé e per gli altri“.

La Libera Muratoria pone, così, al suo centro una eticità fatta dei valori eterni dell’uomo: quei valori che lo costituiscono come tale. D’altronde – ha proseguito – non ci può essere conoscenza della parola perduta senza un amore infinito per l’uomo, senza esitazione e senza tentennamenti. Non è un caso che la Libera Muratoria sia stata perseguita e perseguitata da tutti quei regimi totalitari in cui l’etica viene sacrificata ad una ideologia fondata sulle istituzioni, sulle burocrazie o sui dogmi: politici o teocratici. Non sull’uomo. Per questa etica, la Massoneria ha pagato un altissimo contributo di sangue: sui campi di battaglia, nei campi di concentramento, nelle celle di tortura, al confino, davanti ai plotoni d’esecuzione. O, più, quotidianamente nella sistematica emarginazione, nel discredito, nel rifiuto o nel disprezzo“.

La Libera Muratoria non è una Chiesa – ha concluso il Gran Maestro Raffi – e neppure uno “specchietto per le allodole”, atto a illudere o derubare disillusi, frustrati o creduloni. La libertà è l’essenza stessa della Libera Muratoria. Dove libertà non è sinonimo di caos, di anarchia o di egoismo, ma di dovere e responsabilità. Dovere di essere felici con gli altri e per gli altri e responsabilità di realizzare questa felicità individuale e collettiva che passa per rapporti umani diversi e per una diversa sensibilità per il mondo. Ciò significa proporsi l’obiettivo di cambiare il mondo, rendendolo più giusto e più felice. E quindi più libero. Perché sino a quando non ci sarà Fratellanza non ci sarà vera libertà. Sino a quando non ci saranno decorose condizioni di vita per tutti, non ci sarà libertà. Sino a quando non ci sarà tolleranza non ci sarà libertà. E neppure felicità“.

da www.telesanterno.com