Firenze, 27 gennaio
La memoria dell'orrore dei campi di sterminio deve essere viva in noi, ogni giorno dell'anno, e restare nel cuore di ciascuno come un fuoco di sentinella affinché non abbia a ripetersi. Nel cuore e non solo negli occhi, perché non basta vedere immagini agghiaccianti per ricordare. La memoria del cuore, che conserva il sentimento di ribellione all'orrore, è più duratura di quella degli occhi che con stupore e ragione devono continuare a pensare ai fatti di 70 anni fa che portarono alla negazione dell'umanità. Fatti che non riguardarono soltanto ebrei, rom, polacchi, sinti, omosessuali, prigionieri o dissidenti politici ma che coinvolsero e coinvolgono l'Uomo, tutti noi. Per non dimenticare la follia nazifascista e le conseguenze dell'odio razzista e xenofobo, dal 14 gennaio scorso la Loggia n. 733 "Cavour" presenta una mostra dal titolo "Homo homini lupus", ospitata presso la Casa Massonica fiorentina. L'esposizione intende documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante il periodo della Shoah, onorando la memoria di ognuna delle sei milioni di vittime.