Di Marco De Martino - da New York
Codici, simboli, coordinate geografiche, rebus: i misteri contenuti nel prossimo romanzo di Dan Brown hanno cominciato a intrecciarsi ben prima del 15 settembre, quando le librerie americane verranno inondate da 5 milioni di copie di “The lost symbol” (Il simbolo perduto) che in Italia verrà pubblicato dalla Mondadori e che segue di sei anni l’uscita del Codice da Vinci. È infatti dal 23 giugno che la casa editrice Knopf Doubleday fa apparire ogni giorno su Facebook e Twitter un nuovo indizio sui contenuti del thriller. Il primo era un codice: T10C; 6POTSOD; 12 SOTZ. Ai fan di Dan Brown c’è voluto poco per decifrare la sigla: “I dieci comandamenti; i sei punti della stella di Davide; i 12 segni dello zodiaco”. Più difficile capire i riferimenti al filosofo Francis Bacon, a Bonifacio VIII, al pittore tedesco rinascimentale Albrecht Dürer, al finanziere Roberto Calvi, morto a Londra in circostanze mai chiarite, e a un misterioso aereo spia capace di viaggiare alla velocità di 5 mila miglia l’ora.
Il compito di ricomporre il puzzle spetterà ancora una volta a Robert Langdon, l’Indiana Jones dei simboli protagonista dei thriller di Brown, il cui viaggio nei misteri della religione cattolica ha portato il Codice da Vinci a vendere 80 milioni di copie nel mondo (di cui 12 in Italia). Ancora prima il professore di simbologia di Harvard si era occupato della guerra fra la setta degli Illuminati e il Vaticano in “Angeli e demoni” (40 milioni di copie vendute di cui 5 in Italia). E anche se un riserbo blindato e un embargo rigoroso circondano i contenuti della nuova opera di Dan Brown, che arriva con due anni di ritardo rispetto alla data prevista, gli indizi che si sono accumulati sono abbastanza per capire quali sono i temi della nuova opera.
Stavolta Langdon avrà 12 ore di tempo per risolvere un mistero che lo porterà nei luoghi più segreti di Washington, quelli che rimandano alle origini massoniche dei padri fondatori degli Stati Uniti. Scatenati, i fan di Brown hanno interpretato nei loro blog ogni particolare delle due copertine del libro, quella inglese e quella americana (vedere le pagine precedenti). In quest’ultima sopra il Campidoglio di Washington spicca un sigillo rosso con incise un’aquila a due teste, il numero 33 iscritto dentro un triangolo e il motto “Ordo ab chaos”: tutti simboli associati al rito scozzese della massoneria presente in 35 stati americani, il cui consiglio supremo consiste per l’appunto di 33 membri e che ha 33 gradi di iniziazione. Elementi talmudici e della kabbala ebraica sono presenti nei rituali del rito scozzese, come nel libro di magia che aveva ispirato il titolo iniziale della nuova opera di Brown, “I segreti della Chiave di Salomone”.
Memori dell’effetto che ebbe la rilettura della dottrina cattolica contenuta nel “Codice da Vinci”, i massoni americani stanno già preparando un website a cui affideranno un’analisi di “The lost symbol”. Tuttavia lo storico Robert Cooper sostiene che il libro di Brown ha un obiettivo ancora più alto: rileggere in chiave complottistica la nascita degli Stati Uniti. Cooper sostiene di avere informazioni secondo cui nel thriller George Washington, il padre dell’indipendenza americana, confessa di essere stato un traditore che durante la guerra americana d’indipendenza negoziava segretamente con gli inglesi attraverso Benedict Arnold, un generale che nella realtà aveva tramato di cedere West Point agli inglesi. Nel libro Langdon aiuterebbe agenti della Cia e dell’Fbi a trovare la prova della confessione di Washington, che deve essere distrutta prima che stravolga l’integrità stessa della storia americana.
Secondo Cooper già si prepara un’invasione di turisti a Mount Vernon, dove è sepolto Washington, come accadde nell’abbazia scozzese di Rosslyn dopo la pubblicazione del Codice da Vinci. Un altro massone, il newyorkese Mark Koltko Rivera, pensa invece che nella storia di spionaggio siano coinvolti altri padri fondatori massoni (secondo alcuni erano massoni nove tra i firmatari della Dichiarazione d’indipendenza); e che a intrecciarsi con la storia principale ci sia il mistero di un tesoro nascosto. “A metà Ottocento si formò una società segreta, i Cavalieri del cerchio d’oro, il cui obiettivo era annettere agli Stati Uniti territori in Messico, Cuba e Venezuela nei quali mantenere un regime di schiavitù” ricorda Koltko a Panorama.
“Durante la guerra civile i cavalieri simpatizzavano per i confederati e si dice che nascosero enormi quantità d’oro da usare in una nuova guerra civile per aiutare il Sud. Molti indizi portano a pensare che anche questa storia faccia parte del libro”. Come altri studiosi, Koltko ha preparato due guide all’interpretazione del libro, pronte a uscire subito dopo la pubblicazione. Un altro esperto del filone storico-esoterico, Dan Burstein, gia nel 2005 aveva pubblicato una guida al nuovo romanzo di Dan Brown che, unita a quelle scritte per “Il codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, ha finito per creare un indotto da 4 milioni di copie. Fra tanti misteri emerge comunque una sola evidente certezza: se c’è un autore che nella palude della crisi puo dare una robusta boccata d’ossigeno all’industria editoriale, questi e proprio mister Dan Brown.