Una tesi che è molto più di una semplice congettura, basata su una ricostruzione storica condotta con serietà ed accuratezza, dimostrerebbe come i Templari possedevano la Sindone e la adoravano quale autentico lino posto attorno al corpo di Gesù Cristo morto in croce; secondo questa tesi infatti il lenzuolo sacro rimase in mano all’Ordine del Tempio per circa mezzo secolo, dal 1260 al 1314. Questo almeno secondo quanto spiegato ed esposto da Barbara Frale, ufficiale dell’Archivio segreto Vaticano oltre che studiosa delle Crociate e dei Templari ed autrice del libro “La Sindone di Gesù Nazareno” uscito quasi contemporaneamente con l’ostensione della Sacra Sindone a Torino.
Secondo le ricostruzioni illustrate dalla studiosa infatti, i Templari avrebbero ricevuto la Sindone nell’anno 1260 dal duca di La Roche, dignitario del Tempio, tramite una donazione incrociata che avrebbe permesso loro di evitare e superare il “divieto” di vendita di reliquie religiose ; il sacro lino fu conservato fino al 1314 quando passò poi alla famiglia feudataria degli Charny, i conti di Champagne. In tutto quel lasso di tempo furono da loro riprodotti diversi oggetti con il volto di Cristo senza collo e senza aureola proprio come nella Sindone: senza collo in quanto il corpo nella rigidità cadaverica aveva la testa reclinata con il mento abbassato dovuto alla morte in croce; senza aureola in quanto il Cristo avvolto dal lenzuolo di lino era morto ma non era ancora resuscitato.
Barbara Frale aggiunge inoltre ulteriori spiegazioni illustrando aneddoti e testimonianze, come quella di un templare che descrive una cerimonia religiosa aggiungendo la presenza di un lungo telo di lino da venerare baciandone l’immagine impressa dei piedi; per quanto concerne il processo contro i Templari fu solamente una macchinazione finanziaria e politica e di questo erano ben consapevoli anche i contemporanei di quel tempo, se Dante Alighieri ne parla perfino nel Purgatorio.
Ma ci sono anche opinioni discordanti da quella dell’archivista vaticana come ad esempio quella del gran priore Walter Grandis che afferma come sia vero che i Templari possedessero un velo tenuto in grande venerazione ma di come non ci sia la sicurezza che fosse quello che aveva avvolto il corpo di Gesù. Gian Maria Zaccone, direttore scientifico del Museo della Sindone, sostiene invece di come non esista affatto alcun rapporto tra la Sindone ed i Templari dal momento che non è accertata l’esistenza di nessuna documentazione che dimostri che siano stati loro i custodi del Sacro Lino o che l’abbiano trasportato dall’Oriente all’Occidente.
di Rossella Lalli