Bologna
Il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi, interviene sul caso delle luminarie natalizie di Bologna. "Fare persino delle Luminarie del Natale una clamorosa occasione mediatica per tirare in ballo ancora una volta a sproposito l'intera Massoneria accostando il luttuoso evento della stazione di Bologna al coinvolgimento di Licio Gelli e della P2, è un atto inqualificabile e vergognoso che la Massoneria e i 22 mila fratelli del Grande Oriente d'Italia non meritano per gli alti e secolari valori professati, per il loro impegno quotidiano per il bene dell'Umanità e le tante azioni coraggiose e di solidarietà fatte senza clamore in tutta la Penisola in favore dei più deboli e dei bisognosi. È facile e culturalmente vantaggioso per tanti, come spesso è accaduto in questa nostra Italia in cui si trovano e si creano artatamente falsi obiettivi per sviare problemi più grossi, additare la Massoneria come mandante di una strage che, come gli atti processuali hanno acclarato, ha tante piste, tanti livelli e lati oscuri, quelli sì, ancora oggi non del tutto chiariti. Sull'opera realizzata sul ponte Matteotti a Bologna e sul simbolismo a essa attribuita dall'autore, il Grande Oriente è già intervenuto sin dallo scorso 17 dicembre sul proprio sito Web. Già il Grande Oratore Claudio Bonvecchio ha ampiamente spiegato con interviste ai quotidiani come le Luminarie con i presunti simboli massonici riconducibili alla P2 e a Licio Gelli, in realtà siano simboli universali. Quanto alla P2 non aveva e non ha mai avuto alcun simbolo specifico. Così come il triangolo rappresenta la perfezione pitagorica, mentre l'occhio è quello di Horus, divinità dell'antico Egitto, e infine il circolo con i raggi l'emanazione della potenza di Dio verso il mondo. Nel duomo di Milano e in tante chiese, non solo italiane, è visibile un occhio con i raggi, ma nessuno ha mai fatto accostamenti alla P2. Il Grande Oriente d'Italia che ha a suo tempo fatto il proprio processo interno, espellendo Licio Gelli e demolendo la Loggia P2, ritiene che sia doveroso difendere la Massoneria e i suoi iscritti da attacchi e accostamenti fuorvianti e gratuiti. E che non si può alimentare attraverso un'opera una campagna che ha facile cassa di risonanza sui Social Network e sull'opinione pubblica. Il Grande Oriente d'Italia non ha nulla da nascondere, cammina a testa alta, rispetta il dolore dei familiari delle tante vittime di Bologna ed è il primo a volere che sino in fondo venga accertata la piena verità dei fatti di Bologna".
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