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giovedì 28 maggio 2009

Giordano Bruno come Galileo e Darwin?


Il prof. Cabibbo, presidente della Pontificia accademia per le scienze: ''Le sue teorie sono ormai dimostrate, il problema rimane la condanna''. Indifferenti gli studiosi del Nolano: ''Non sarà facile battezzare il filosofo, la Chiesa non ha appigli''.


Città del Vaticano, 27 mag. (Adnkronos) - Dopo il caso di Galileo Galilei, affrontato dal Vaticano con una discussione storica e scientifica tesa a riannodare i fili del dialogo fra scienza e fede, forse è arrivato il momento di aprire un nuovo delicato e clamoroso capitolo: quello della riabilitazione di Giordano Bruno, il grande filosofo ex frate domenicano condannato dalla Chiesa per le sue teorie e arso sul rogo il giovedì 17 febbraio 1600 a Campo de’ Fiori, a Roma.

Non c'è ancora nulla di concreto ma la questione è allo studio dei sacri palazzi. A riferirlo è una personalità di primissimo piano del mondo scientifico con un incarico di rilievo nella Curia romana: il professor Nicola Cabibbo, fisico di fama internazionale e Presidente della Pontificia accademia per le scienze per il quale ''le teorie di Giordano Bruno sono ormai dimostrate'' e Il vero problema rimangono ''il processo e la condanna''.

In una intervista rilasciata al settimanale ''Famiglia cristiana'', rispondendo in merito a una possibile riabilitazione del Nolano, il prof. Cabibbo ha risposto che ''forse'' è possibile. ''Ne ho parlato in Vaticano - ha detto - ma per ora segnali non ce ne sono. La teoria di Giordano Bruno oggi è dimostrata dall'esistenza dei pianeti extrasolari, osservati dai telescopi in orbita. Il problema sono il processo e la condanna''. ''Credo - ha aggiunto il Presidente della Pontificia accademia per le scienze - che se ne sappia meno che del processo a Galileo Galilei. E poi non sarà facile riconoscere che non c'era nessuna ragione per metterlo al rogo''.

Indifferenza, scrollata di spalle e in alcuni casi un sorriso che sa di riconoscimento tardivo. E' gelida la reazione degli studiosi di Giordano Bruno all'annuncio del presidente della Pontificia accademia per le Scienze, di una possibile riabilitazione del filosofo di Nola. E' categorico Aldo Masullo, docente emerito di Filosofia Morale presso l'Università di Napoli, che spiega all'ADNKRONOS: ''Oggi ne' a Bruno ne' ai suoi estimatori importa piu' nulla del riconoscimento, da parte della Chiesa, dell'errore 'mortale' fatto nel giudicare il filosofo. Non e' significativo riconoscere gli errori dopo aver bruciato la vita di un uomo''. ''Ognuno prenda atto dell'errore -ribadisce il filosofo de 'Il Tempo e la Grazia'- ma l'importanza del Nolano sta nel fatto che con lui si consuma la rottura con un vecchio mondo. Da quella crepa profonda nasce la modernita', ovvero la stagione in cui si riconosce che la verita' e' il risultato della libera ricerca e non della potenza di chi sostiene una tesi''. ''Il fatto che adesso il Vaticano riconosca questa colpa -taglia corto Masullo- e' solo la confessione della vecchia cultura che si sente superata. Non aggiunge nulla alla vita e alla grandezza del pensatore di Nola''. Non la pensa diversamente Michele Ciliberto, professore di Storia della Filosofia moderna e contemporanea alla Scuola Normale di Pisa e dal 1995 presidente dell'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Firenze. ''Non sara' facile battezzare Bruno'' dice all'ADNKRONOS lo studioso. A giudizio di Ciliberto, che e' anche Accademico dei Lincei, ''Bruno e' il pensatore piu' radicalmente anticristiano del Cinquecento europeo. Per lui Cristo e' un 'tristo mago', come riferirono i compagni del Nolano, un uomo che non e' neanche riuscito a saper morire. Giordano Bruno si sente in contrapposizione a Cristo''. Quando ''sul rogo i confortatori gli propongono l'immagine del Nazareno, lui gira la faccia dall'altra parte, per dire che il Cristo non c'entra nulla''. Come farà il Vaticano a riabilitarlo? ''Mentre per il caso Galilei c'era 'trippa per gatti', per il Nolano non hanno davvero appigli: tutto il suo pensiero è radicalmente anticristiano''.

Non ha dubbi anche Massimo Cacciari, che sorride dell'eventuale iniziativa dei sacri palazzi: ''Riabilitare Bruno? Semplicemente ridicolo - dice il filosofo di Venezia all'ADNKRONOS - Che senso ha? Si possono riconoscere gli errori fatti dalla Chiesa sul caso Galilei e le sue teorie scientifiche, ma il Nolano non parla mica solo di scienza. Il suo pensiero su religione ed etica e' totalmente incompatibile con la Chiesa. Si potra' forse riconoscere che le sue teorie sono fondate, ma come faranno a portarle all'acqua santa?''.

Invita a distinguere i piani anche Nuccio Ordine, professore di Letteratura italiana presso l'Universita' della Calabria. ''Ritengo che il problema di una eventuale riabilitazione di Bruno -spiega lo studioso all'ADNKRONOS- riguardi la storia del Vaticano e il problema dei crimini commessi in passato. Ma la decisione della Chiesa, in quanto studioso di Bruno, mi lascia totalmente indifferente. Di riabilitazioni non ha bisogno lo stesso Nolano, che e' stato 'riabilitato' dalla scienza e dalla filosofia con le cose che lui stesso ha scritto e che hanno fondamento e validita' per il libero pensiero e la ricerca''. Percio', per Ordine ''la riflessione della Chiesa riguarda solo i propri confini. Forse puo' far anche piacere ma non e' un nostro problema dato che la mia opinione di Bruno non e' legata a quanto di lui si dice oltre il Tevere''. Insomma, chiede Ordine: ''In che maniera la riabilitazione di Giordano Bruno puo' incidere nella ricerca scientifica? La risposta e' presto detta: in nessun modo. Il pensiero di Bruno e' stato riconosciuto dagli scenziati e dai filosofi, portato avanti per centinaia di anni dopo quella condanna. Saremmo una manica di pazzi -taglia corto Nuccio Ordine- se oggi facessimo ricerca e scienza leggendo ancora le Scritture o altri testi religiosi''.

Apre invece alla possibilita' di una eventuale riabilitazione Aniello Montano, professore ordinario di Storia della Filosofia all'Universita' di Salerno, per il quale ''la riablitazione di Bruno, anche se tardiva, serve molto. Sulla questione Bruno occorre riflettere senza pregiudizi ma soprattutto, come raccomandava lo stesso Nolano, vanno tenuti ben distinti nel pensatore il filosofo dal teologo. Lui voleva essere giudicato solo come filosofo, e forse questa sarebbe la volta buona. Di sicuro -rimarca Montano- e' la via maestra: andare alla dottrina propria di Bruno''.

Mostra pollice verso sulla riabilitazione, invece, Guido Del Giudice, autore di studi sul pensiero bruniano cui ha dedicato da piu' di un decennio il sito http://www.giordanobruno.info/, che spiega all'ADNKRONOS: ''Non credo alla riabilitazione del Vaticano, e ricordo che gia' nel Duemila, in occasione del quarto centenario del rogo, la lettera del cardinal Sodano fu esplicita: pur concedendo la sproporzione della condanna inflitta al filosofo europeo, la Chiesa ne difendeva ancora storicisticamente la legittimita'''. ''Se proprio la Chiesa vuol farsi perdonare qualcosa su Bruno con un gesto significativo -e' la proposta di Del Giudice- tiri fuori i documenti ancora nascosti. In questo caso -taglia corto lo studioso- non sara' una fiction come per la lettera di Galilei di 'Angeli e Demoni'. Le carte su Giordano Bruno ci sono davvero. Aprire quelle porte alla libera ricerca significherebbe gettare ponti alla verita'''.

Per Gustavo Raffi, studioso del pensiero di Bruno e Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, ''e' bene riconoscere gli errori, ancora meglio sarebbe non commetterli''. E all'ADNKRONOS il numero uno della Massoneria di Palazzo Giustiniani rimarca: ''La storia del Nolano dimostra che l'eresia di oggi puo' essere l'ortodossia di domani. Occorre leggere anche in questa traccia un monito: mai piu' intolleranza e roghi. L'uomo si apra invece alla ragione e alla forza del dialogo. Noi -rimarca Raffi- siamo uomini del dubbio, aperti al confronto, cercatori di pietre di senso. Il problema nasce da chi pensa di avere sempre verita' incrollabili. Per il resto, meglio tardi che mai''.



Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia.
Giordano Bruno.