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Casa del tempio 8.33 della sera: Il segreto è come morire. Dall’inizio dei tempi, il segreto è sempre stato come morire. L’adepto trentaquattrenne fissò il teschio umano che cullava tra le mani. Era incavato, come una coppa, pieno di vino rossosangue. Bevilo, si disse. Non hai nulla da temere. E’ l’incipit del prologo di “The Lost Symbol”, l’attesissimo nuovo libro di Dan Borwn, (nella foto, la copertina), l’autore del ”Codice da Vinci” e di “Angeli e Demoni”, sulla Massoneria. E’ singolare notare come quello che è diventato uno degli scrittori più famosi del mondo, affronti nel suo nuovo romanzo, che sicuramente diventerà anche un film di grande successo, la stessa tematica che affronta in questo autunno Terni Magazine, nella sua opera di giornalismo al servizio dei cittadini. L’annunciata inchiesta sulle logge massoniche ternane e perugine,che non ha lo scopo di accomunare le ricostruzioni storiche più o meno romanzate con l’attualità ,anticipata nella versione on line del nostro giornale, ha suscitato qualche reazione, ovviamente prevista. 1° – Sono spariti dal web gli elenchi con i nomi degli iscritti alle logge di Terni e di Perugia, elenchi, non proprio aggiornati, ma comunque in circolazione e patrimonio di tutti i mezzi di comunicazione, in nostro possesso. Liste talmente lunghe che ci è impossibile pubblicare, ma che sono a disposizione di chi ha interesse, in quanto pubbliche e non sottoposte alla legge sulla privacy. Poi avevamo iniziato a pubblicare a puntate le memorie inedite di Clotilde Bersone, che fu, a Parigi, dal 1877 al 1880, l’amante di I. A. Garfield, divenuto poi, nel 1880, Presidente degli Stati Uniti e assassinato nel 1881. Garfield è stato per molti anni il capo dell’alta Loggia degli Illuminati di Francia, e Clotilde Bersone, stando alle sue Memorie, di questa potente loggia massonica fu affiliata, poi iniziata e, infine, l’ispirata (del Dragone). Alcune persone a questo punto si sono risentite affermando che la massoneria oggi non è quella descritta in quel libro, e di questo ne siamo convinti e nessuno di noi ha mai affermato il contrario. Ma oramai la massoneria è divenuta un tema letterario che attrae ed impossibile da oscurare per l’enorme attrazione che l’esoterismo ed il mistero hanno sui lettori e spettatori . Ci auguriamo che questi signori si lamentino con Dan Brown ed anche nei confronti del Corriere della Sera, de La Stampa e ad altri organi di informazione in merito alle presentazioni del nuovo libro in prima pagina. Teschi umani pieni di vino, un corpo tatuato dalla testa ai piedi, la ricerca di un importantissimo documento segreto. L’attesa è terminata. Dopo sei anni di digiuno, i fan di Dan Brown avranno da domani di che cibarsi con la pubblicazione, in tutto il mondo di lingua anglosassone, del romanzo The Lost Symbol . Ieri da Londra è giunto un primo assaggio: il prologo e i due capitoli iniziali della nuova avventura del crittologo Robert Langdon. Lo stile è quello leggero e avvincente del Codice Da Vinci , un fenomeno letterario da 82 milioni di copie tradotto in 51 lingue: il protagonista è ancora lui, il professore di Harvard che a camicia e cravatta preferisce la maglie a collo alto grigia sotto la giacca di tweed. In palio c’è il Simbolo Perduto, un pittogramma cifrato impresso sulla Chiave di Salomone che, secondo l’esperto di logge Wayne Hershel, evoca il potere del leggendario re d’Israele di «controllare i demoni». Il rebus avviluppa la trama. Il segreto, suggerisce il Prologo, è come morire.L’antefatto narrato in apertura contestualizza l’intrigo: «Nel 1991, il direttore della Cia mise al sicuro un documento. Il documento è ancora lì. Il suo testo ermetico comprende riferimenti a un antico portale e a un ignoto luogo sotterraneo. Il documento contiene anche la frase: “È sepolto là fuori, da qualche parte”». La mappa della caccia al tesoro segue le linee delle sei maggiori arterie di Washington che collegate tracciano il numero satanico 666.Quando Langdon arriva al Dulles International Airport, il lettore è già stato informato dal Prologo dell’iniziazione massonica appena avvenuta in una stanza addobbata come il tempio pre-cristiano di Re Mausolus al numero 1733 di Sixteenth Street, una manciata d’isolati dalla Casa Bianca. L’adepto, vestito con l’abito rituale degli eretici medievali condotti al patibolo, ha bevuto il vino color sangue contenuto nel teschio della fratellanza ma non si è affiliato per convinzione. Cerca qualcosa e teme di essere scoperto, ha un secondo fine sconosciuto alla loggia che l’ha accolto.La storia vera e propria comincia in aereo. Robert Langdon si sveglia turbato dal sonno in cui è precipitato mentre riguardava sul taccuino il significato dei simboli massonici. Ha sognato d’essere un bambino e di salire con il padre in cima alla Torre Eiffel, poi di colpo i cavi d’acciaio schizzano in mille direzioni e l’ascensore precipita. All’atterraggio l’aspetta Pam, hostess appassionata dei suoi libri sugli emblemi religiosi che, dopo avergli consigliato di comprare una cravatta per aggiornare quel look così datato, lo accompagna alla Limousine parcheggiata all’esterno. Gliel’ha mandata Peter Solomon, il facoltoso scienziato filantropo che trent’anni prima l’aveva preso in custodia dopo la morte del genitore. Poche ore prima Solomon l’ha convocato d’urgenza e solo adesso, seduto nell’automobile accessoriata di muffins caldi, Langdon pensa a mente fredda all’incredibile serata che l’attende. Un altro uomo, Mal’akh, si prepara per la serata. È coperto di tatuaggi con figure animali dalla punta dei piedi alla testa rasata. Resta libero solo un piccolo cerchio di pelle pallida sulla nuca che sarà riempito tra poche ore. Mentre, ascoltando il Dies irae, si cosparge di make-up per mascherare l’intreccio dei simboli disegnati sul corpo massiccio, pregusta il momento in cui, tra pochissimo, qualcuno lo aiuterà a «trovarlo». Ed esce di casa………………