Di virtù lira sonante. Poesia e Massoneria in Italia tra '700 e primo '800
"Massoneria e poesia hanno una radice comune: l'amore per il popolo. La verità si dice nel racconto, nella parola-segno che libera perché educa a pensare. Le Muse in Loggia hanno quasi sempre uno scopo: far entrare il lume della Ragione nella cieca nebbia del pensiero unico". Lo scrive il Gran Maestro Gustavo Raffi nella postfazione al volume di Giulia Delogu Di virtù lira sonante (Edoardo Varini publishing), un saggio che ricostruisce la mappa finalmente ampia e documentata dei complessi e fondamentali rapporti della letteratura con la massoneria, tra Italia e Francia, sullo scorso del XVIII secolo e oltre. "Queste pagine dimostrano - osserva Raffi - come per i Liberi Muratori la parola sia formula di costruzione, cultura del legame e del pluralismo. Una rete positiva, che tiene domande aperte contro i portinai della notte. I massoni che scrivono poesie tracciano tavole di un mondo fraterno. Sognano e si confrontano, sono liberi nel cuore anche quando fuori ci sono rivoluzioni e guerre".
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