Shoah, 27 gennaio Giornata della Memoria
"E' di tutti la memoria di ogni conquista di respiro universale, di ogni trionfo, di ogni testimonianza degna di essere ascoltata. Ma deve essere di tutti anche la memoria di ogni grande tragedia dell'umanità, di ogni grande dolore, di ogni grande male. E l'Olocausto fu un male più grande di ogni altro. Di fronte a quella esperienza estrema per il genere umano, a quella discesa agli inferi ricordare è un dovere". Lo sottolinea il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, alla vigilia delle manifestazionj che si tengono in tutt'Italia in coincidenza con il 27 gennaio, data in cui nel 1945 vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz, scelta simbolicamente per commemorare le vittime della Shoah e delle leggi razziali che in Italia, durante il fascismo, entrarono in vigore nel 1938. "Nel nostro paese 23.826 persone tra uomini, donne e bambini, vennero deportati nei lager nazisti per motivi politici. Del totale 10.129 non tornarono. A loro va il nostro pensiero", ha aggiunto Raffi invitando "a non abbassare mai la guardia e a usare come antidoto all'intolleranza e all'odio nei confronti dell'altro il dialogo, la cultura, la conoscenza del passato". "Ci deve essere una sorta di Patto della memoria tra le generazioni affinché non vada mai perduto il ricordo della più atroce delle tragedie dell'umanità. Ma è necessario anche contrastare ogni tentativo negazionista e farlo con tutte le forze e con tutti i mezzi", ha spiegato facendo riferimento alla decisione quadro europea del 2008, la 913, che "combatte le forme e le espressioni di razzismo e xenofobia, e che nell'art. 1 chiede agli Stati Europei di intervenire contro l'apologia e la negazione dei crimini contro l'umanità". Nei campi di concentramento nazisti trovarono la morte 3 milioni di ebrei - tra i fucilati e quanti furono uccisi nei ghetti questa cifra sale a 6 milioni- 3.300 mila prigionieri di guerra , un milione di oppositori politici, 500 mila Rom, 9 mila omosessuali, 2250 testimoni di Geova, 270 mila tra disabili e malati di mente. Numerose le vittime anche tra i massoni: la stima, approssimativa perché non completamente esaminata a livello internazionale, si aggira intorno a 80 mila.