giovedì 19 dicembre 2013
L'attesa della luce e lo sforzo di ricominciare il cammino. Per il massone è il simbolo della rinascita
Solstizio d'inverno
Gli equinozi e i solstizi costituiscono i quattro punti cardinali dell'architettura del tempo nell'arco di un anno. E in particolare l'appuntamento perenne con i solstizi, invernale ed estivo, rappresenta per i liberi muratori il momento della completa comunione con la natura, un'unione fortificata dal moto del sole, che il Grande Architetto dell'Universo ha creato per irradiare e vivificare generosamente e senza distinzione ogni forma di vita terrena. Il Solstizio d'inverno, che cade il 21 dicembre, in astronomia è definito come il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione minima. Ma al di là delle spiegazioni scientifiche, fin dall'antichità questo istante ha assunto un aspetto sacrale. Per i persiani segnava la nascita di Mitra, per gli egizi quella di Horus, figlio di Iside e Osiride, per i romani il giorno del solstizio era indicato come natalis solis invicti. Tutta questa tradizione venne ripresa dal cristianesimo con la celebrazione del Natale di Gesù, fissato il 25 dicembre da papa Giulio I nel 390. Pertanto il Solstizio d'inverno rappresenta la celebrazione della nascita e per la massoneria è stata e rimane tuttora una festa fondamentale, la "festa della luce", quell'energia primaria che è al centro della simbologia libero-muratoria. Per il massone il Solstizio invernale è il simbolo della rinascita spirituale, la sconfitta delle tenebre da parte del Sole, il trionfo della luce e la luce è il simbolo centrale dell'iniziato.