Grande Oriente d'Italia
Giovanni Becciolini è una figura eroica di massone antifascista che pagò con la vita il coraggio della libertà: il 3 ottobre del 1925 a Firenze venne ucciso dagli squadristi in camicia nera. Il Consiglio dell'Ordine del Grande Oriente d'Italia, riunito al Vascello il 7 febbraio scorso, ha deciso di proporre alla Gran Loggia di nominarlo Gran Maestro Onorario alla memoria. A Becciolini è dedicato l'articolo di apertura della rivista on line del Goi Massonicamente (n. 1 Settembre-Dicembre) a firma del Gran Maestro Aggiunto Santi Fedele, ordinario di Storia contemporanea all'Università di Messina, che ricostruisce e ci fa rivivere il clima drammatico di quell'autunno del 1925 in cui il fascismo, superata la crisi seguita al delitto Matteotti, assestò "un colpo mortale e definitivo" alla Massoneria italiana, per la posizione che aveva assunto sempre più netta e decisa contro il governo Mussolini. Le sue logge, i suoi membri furono oggetto di violenze e aggressioni inaudite, di particolare ferocia in Toscana per i sospetti che il regime nutriva sui legami degli uomini del Grande Oriente con "Non Mollare", il giornale di Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Carlo e Nello Rosselli. "La Massoneria deve essere distrutta e a questo fine tutti i mezzi sono buoni: dal manganello al revolver, dai vetri infranti al fuoco purificatore": era l'invito lanciato il 3 ottobre dalla testata "Battaglie Fasciste". Quella notte, in un crescendo parossistico di violenza omicida vennero aggrediti tanti liberi muratori. In difesa di un anziano e autorevole maestro venerabile intervenne un giovane e coraggioso ferroviere repubblicano, anche lui massone, Giovanni Becciolini, appunto, che, accusato della morte di uno degli aggressori fascisti, fu picchiato e seviziato e infine ucciso a colpi di pistola. |