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lunedì 23 febbraio 2015

Oltre 700 Fratelli sotto la volta del cielo stellato

Vibo Valentia
Sotto la volta stellata di Vibo Valentia il 14 febbraio scorso si è tenuta una tornata di grandi emozioni, per una delle cerimonie più suggestive e ricche di significato della Tradizione massonica come l'insediamento del nuovo Maestro Venerabile per l'anno in corso, dei Dignitari e degli Ufficiali di Loggia. Per i 700 e più Fratelli che hanno ornato le sacre colonne del Tempio di Vibo, la serata di lavori organizzata dalla loggia "Michele Morelli" rimarrà scolpita nel cuore di tutti coloro che hanno vissuto l'evento. Grande la partecipazione, a cominciare dai maestri venerabili e dai Fratelli delle altre quattro officine di Vibo, "Carducci", "Monteleone", "Murat" e "Musolino". Tutto ciò ha testimoniato la grande coesione e la stretta catena di fratellanza che da sempre ha fatto della Calabria una delle regioni più ricche ed attive per numeri di iscritti e per partecipazione massonica. All'Oriente del Tempio, dove il maestro venerabile uscente Ali Barati ha insediato il nuovo maestro venerabile della "Morelli", Enzo Maiolo, erano seduti il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Bisi che è stato ricevuto con tutti gli onori e sotto la volta d'acciaio, il Primo Gran Sorvegliante Antonio Seminario, il Grande Oratore Claudio Bonvecchio, i Gran Maestri Onorari Ugo Bellantoni, che ha fatto gli onori di casa, Tonino Perfetti e Pino Lombardo, i Grandi Ufficiali e i Garanti d'amicizia, i Consiglieri dell'Ordine. Numerosi anche i Fratelli venuti dalla Sicilia. "Lascerò la Calabria con sempre negli occhi questa grande e sentita partecipazione di tantissimi Fratelli. Ai quali voglio ricordare questa bella frase che mi è stata scritta da un vostro corregionale e che dice: Bisogna andare avanti con i sandali nella polvere e la testa nel cielo. Noi massoni dobbiamo farla nostra e cercare di attuarla sempre nei pensieri e nelle azioni. Dobbiamo capire tutti che c'è un tempo per parlare ed un tempo per tacere. Il rispetto dei ruoli e delle regole deve essere chiaro. Chi fa delle litigiosità un modo di vita si pone al di fuori dell'Istituzione", sono state le parole del Gran Maestro a conclusione del suo intervento.