Massa Marittima
Bisogna cogliere il buono che c'è in ogni uomo. Questo è il ruolo dei liberi muratori che devono anche essere profondamente consapevoli di quanto i piccoli gesti possano contribuire a cambiare il mondo in meglio. Lo ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi nel suo intervento conclusivo al convegno "L'esempio massonico: i principi della solidarietà per combattere l'indifferenza", organizzato il 16 maggio dalla loggia "Giustizia e libertà" di Massa Marittima e aperto da Alessandro Bindi, venerabile dell'officina, Francesco Borgognoni, presidente circoscrizionale della Toscana e dal sindaco della città Marcello Giuntini, che ha espresso apprezzamento per l'iniziativa ospitata a Palazzo dell'Abbondanza e coordinata dalla giornalista Maria Pia Fiorentino. Relatori dell'incontro, moderato da Velia Iacovino, il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso che, nella sua veste di presidente degli Asili Notturni di Torino, ha illustrato l'attività e lo spirito di questa istituzione, che, insieme al Piccolo Cosmo, è diventata un modello di solidarietà da esportare in tutt'Italia, attraverso la Federazione italiana di solidarietà massonica, organismo, fortemente voluto dal Goi con l'obiettivo di coordinare le associazioni che si occupano di aiutare i più fragili e costruire una rete tra loro. A descriverne il funzionamento e le finalità il segretario nazionale della Fism Marco Cauda. Sono intervenuti poi Mauro Ruggiero, docente all'università Carlo IV della capitale ceca, che ha parlato di solidarietà e iniziazione, e Alberto Cuomo maestro venerabile della University of Birmingham Logde della Gran Loggia Unita d'Inghilterra che ha spiegato come funziona la solidarietà nella Massoneria d'Oltremanica. Dal pubblico è intervenuto poi Massimiliano Frascino, ex rugbista oggi sulla sedia a rotelle e presidente della onlus "Il sole", che ha raccontato la sua storia personale, suscitando grande emozione: la storia di un ragazzo di 22 anni, che giocando si fece male e vide così svanire per sempre le sue belle speranze. "Non sono credente, né libero muratore – ha detto l'uomo - ma nell'arco della mia vita per ben due volte sono stato aiutato dalla Massoneria. E senza retorica, volevo ringraziarvi". Come ha pubblicamente riferito, all'epoca dell'incidente di cui fu protagonista, i Fratelli di una loggia di Grosseto, presero a cuore spontaneamente il suo caso. Ci fu una grande mobilitazione. Ma se le cure alle quali si sottopose non servirono, "quel gesto – ha detto - mi aprì una strada nuova, mi consentì di cambiare passo, mi fece capire che dovevo reinventarmi". Così è stato. Numerosi i Fratelli arrivati dagli Orienti di tutta la Toscana, dall'Abruzzo (loggia di Lanciano "Cipollone" e di Vasto "Rossetti") e da Torino ( "Tito Ceccherini"). |