100 anni fa
24 aprile 1915. Era quasi l'alba sul Bosforo. E mentre sul fronte europeo infuriava la Prima Guerra Mondiale, Costantinopoli, così si chiamava ancora Istanbul, che ufficializzerà il suo nuovo nome soltanto nel 1930, si preparava a un nuovo giorno. Un giorno che sarebbe entrato nel libro nero della sua storia. In poche ore nei quartieri più ricchi della città furono eseguiti centinaia di arresti. Nel mirino: intellettuali, scrittori, poeti, artisti, commercianti, piccoli e grandi imprenditori, tutti armeni. E' così che inizia il genocidio di un popolo. Il bilancio finale delle vittime fu di oltre un milione e mezzo di morti. A ricordare quell'eccidio, a cento anni di distanza, la loggia "Tacito" di Terni che il 27 aprile ha organizzato con grande successo un incontro che si è tenuto nella Sala dell'Orologio di Caos alla presenza di figure istituzionali, di studenti e di docenti delle scuole superiori della città e nel corso del quale è stato anche proiettato il film tratto dal romanzo di Antonia Arsal "La masseria delle allodole", dei fratelli Taviani. Presenti anche l'ambasciatore armeno Sargis Ghazaryan, il sindaco Leopoldo di Girolamo e il delegato del Prefetto, il presidente circoscrizionale Antonio Perelli e numerosi Fratelli di Perugia, oltre che di Terni. "Parlare di ciò che è accaduto al popolo Armeno non è solo un atto di memoria ma un atto di prevenzione del genocidio in genere", ha detto l'ambasciatore denunciando il lungo silenzio che era stato fatto calare su questo massacro etnico. "Ci sono molti modi per combattere il negazionismo –ha sottolineato- in alcuni paesi ci sono proprio delle leggi in proposito, noi crediamo invece nell'informazione: sono le scuole che possono con l'insegnamento produrre gli anticorpi a tutto ciò". Prima della proiezione del film il maestro venerabile della "Gaio Cornelio Tacito", Renato Carnevali, ha consegna a Ghazryan e al presidente dell'Unione Armena in Italia, Baykar Syvazliyan, una medaglia a ricordo dell'incontro. Sono poi intervenuti i relatori Paolo Gastaldi dell'Università di Pavia, Giancarlo Seri, presidente dell'Accademia dei Filaleti, Giovanni Amolini della commissione cultura del Collegio Circoscrizionale e Dario Guardalben.
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