Solstizio d'Estate
Grande successo per l'agape rituale organizzata il 19 giugno nel chiostro del Castello della Rancia dalla loggia "Evoluzione e Tradizione" (1196) di Macerata per celebrare il Solstizio d'estate. Oltre 120 fratelli provenienti dalle logge marchigiane hanno accettato l'invito del maestro venerabile Fulvio Fidani per ricreare quell'antica catena d'unione che lega i massoni al di là del tempo e dello spazio. Presente il presidente del Collegio Circoscrizionale delle Marche Fabrizio Illuminati che ha espresso apprezzamento per l'evento e ha proposto di rendere annuale l'appuntamento che potrebbe diventare la festa di 'San Galgano delle Marche'. Presenti anche i due consiglieri dell'Ordine Giovanni Miconi e Filippo Cambioli, i gran rappresentanti Marco Tupponi, Aldo Birrozzi e Fabrizio Romani, i due ex presidenti circoscrizionali Roberto Bracci e Marco Salendari e il segretario delle collegio, Carlo Dezi. Nel chiostro dell'antico castello medievale è stato allestito il tempio all'aperto con la tavola apparecchiata secondo i dettami di un'antica tradizione arrivata in Italia nei primi anni dell'Ottocento, parallelamente alla capillare diffusione della Massoneria favorita dalle armate francesi. In questo periodo napoleonico vi è la pressoché totale coincidenza, tra i dirigenti dell'apparato statale e i dignitari delle logge: a ogni dipartimento amministrativo corrispondeva un dipartimento massonico. Come ci racconta il libretto distribuito ai Fratelli all'ingresso del castello, le numerose logge napoleoniche si riunivano sempre in un clima di entusiasmo latomistico e spesso svolgevano i loro lavori in agapi sontuose. I compagni di tavola erano quasi tutti militari e ancora oggi se ne riscoprono le tracce nella terminologia del rito. Tutto ciò che viene posto sul tavolo ricorda filosoficamente i tre Regni della Natura, ma deve essere collocato su rette parallele. Gli elementi sulla tavola sono schierati in diverse linee come in battaglia, addirittura dovrebbero essere sistemati cordoni o strisce di tessuto sottili ed azzurre, per favorire meglio l'allineamento degli oggetti come nelle batterie sul campo. La prima linea è quella dei piatti, la seconda dei bicchieri, la terza delle bottiglie o delle caraffe. La posizione di ordine è quella dell'Apprendista, ma il braccio sinistro anziché essere disteso lungo il corpo, viene piegato all'altezza del tavolo. La mano sinistra si appoggia a piatto sul tavolo, con le dita riunite e il pollice a squadra. Le sedie sono stalli, il tovagliolo è la bandiera, il coltello è la spada, il sale è la sabbia, la bottiglia è il barile, il bicchiere è il cannone, l'acqua è cariche in tutti i brindisi. Il rito si conclude con il terribile grido imperativo dell'ufficiale di artiglieria: fuoco. Nel Regno di Napoli, nel 1804, era stato costituito il Grande Oriente della Divisione dell'Armata d'Italia esistente nel regno di Napoli sotto la Gran Maestranza di Giuseppe Lechì. A lui è stato dedicato il brindisi di chiusura dell'Agape rituale. Un grande massone e un grande generale murattiano, estensore del proclama di Rimini, il primo appello insurrezionale all'Unità d'Italia. Fu proprio lui che qui al Castello della Rancia duecento anni or sono guidò gli scontri più cruenti della cosiddetta battaglia di Tolentino. Come vuole il rituale durante l'Agape rituale le pietanze sono state servite dai Fratelli Apprendisti, in un clima di armonia sono stati veri portatori dei valori di uguaglianza e fratellanza. L'evento è stato reso magico dalle musiche del maestro Alfredo Sorichetti che per l'occasione ha eseguito al pianoforte musiche del fratello massone W.A. Mozart. Sorichetti ha debuttato nella Sala d'Oro del Musikverein di Vienna con la Bohuslav Martinu Philharmonic. Hanno partecipato all'evento le logge: "Evoluzione e Tradizione" di Macerata; le jesine "Pitagora", "Giordano Bruno" e "Giustizia e Libertà"; "Helvia Recina" di Macerata; "Athanor" di Fermo; "Ankon" di Ancona; "XX Settembre" di Montegranaro (AP); "Tenna" di Servigliano (AP); "Aldo Nardi" di Tolentino; "Progresso Sociale" di Macerata; "De Humilitate" di Treia (MC); le pesaresi "XI Settembre" e "Giuseppe Mazzini"; "Cecco d'Ascoli" di Ascoli Piceno. |