Firenze Capitale
Cinque anni è durata l'esperienza di Firenze Capitale quale sede del governo italiano succedendo a Torino nel 1865. Un passaggio sofferto da ambo le parti, lo stesso Vittorio Emanuele ne fu amareggiato, ma non ci fu possibilità d'appello: il centro d'interessi, l'apparato istituzionale, doveva avere centralità geografica nel giovane Regno d'Italia e perciò seguire le sorti dell'unità nazionale. Così fu, anche quando il 20 settembre 1870, con la Breccia di Porta Pia e la presa di Roma, fu segnato un nuovo traguardo e Firenze lasciò lo scettro all'ex città dei Papi che diventò capitale italiana. Il 1° luglio 1871 la Camera dei Deputati proclamò Firenze benemerita della nazione per la liberalità e il patriottismo con cui realizzò l'alto ufficio di "sede temporanea" del governo del paese. Il 13 settembre il Collegio circoscrizionale della Toscana celebrerà il 150esimo di Firenze Capitale con un convegno all'Hotel Mediterraneo (Lungarno del Tempio 44, Firenze). Sarà occasione per ripercorrere le fasi storiche di quel periodo ricco di eventi, entusiasmi ma anche di grandi contraddizioni e di valutare i cambiamenti che la città di Firenze apportò a se stessa proiettando, nel contempo, la sua ricchezza e apertura culturale radicata da secoli. L'inizio del convegno sarà alle ore 9,30 con il presidente circoscrizionale Francesco Borgognoni che introdurrà i lavori e modererà gli interventi in programma. Sono previsti contributi di specialisti che affronteranno vari aspetti del tema in esame: gli storici Massimo Nardini e Gabriele Paolini analizzeranno, rispettivamente, la dimensione storico-politica ed editoriale di Firenze Capitale; l'architetto Francesco Ventani illustrerà l'evoluzione urbanistica mentre il presidente della Lidu Olinto Dini si occuperà dell'aspetto sociale della dimensione cittadina e del suo sviluppo associazionistico, in particolare laico. Non è da dimenticare, infatti, che notevole influenza ebbe pure il trasferimento da Torino a Firenze della sede nazionale del Grande Oriente d'Italia che dal 1865 al 1871 occupò Palazzo Pazzi (all'angolo di Via Proconsolo), situato a pochi passi da Palazzo Altoviti, in Borgo Albizi, attuale residenza della Massoneria toscana e delle logge fiorentine. (Corriere.it)
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