

“Questo evento, questo convegno – ha detto Bisi – ha fatto di Soveria Mannelli la capitale dell’incontro perlomeno per un giorno. Quello di stamani per me, voglio ringraziare ancora il sindaco, è stato molto significativo e non me lo aspettavo. Mi hanno fatto un’altra grande sorpresa i fratelli calabresi facendomi andare nella sala del consiglio comunale di Soveria Mannelli, di questo comune di piccole dimensioni ma che è davvero una capitale italiana, ed è una capitale a cui noi liberi muratori del Grande Oriente d’Italia siamo particolarmente affezionati, perché è da tempo che ci veniamo, e spero che ci torneremo, sempre accolti con l’affetto che è una caratteristica di questa terra. Oggi si è parlato in questo incontro dell’Elogio della mitezza, la mitezza che non è segno di debolezza come è stato detto, anzi può essere ed è un segno di forza o quantomeno la mitezza si può unire alla forza per ottenere grandi risultati proprio sul piano dell’incontro. Mi sono venuti in mente, mentre i relatori parlavano, alcune immagini simbolo di mitezza e forza. Mi è venuto in mente quel vigile che ad Amatrice ha scavato con forza fra le macerie di una casa per cercare di salvare quella bambina. Non ci è riuscito e le ha chiesto perdono con una lettera messa sulla bara. La mitezza di questo gesto e la forza, la determinazione di cercare di salvarla. Mi viene in mente un’altra bella immagine sempre relativa al terremoto che ha sconvolto un pezzo bello, importante di questo nostro amato Paese. L’immagine è quella del sindaco di Amatrice un uomo forte sicuramente di grande piglio, di grande determinazione, l’ho capito quando quella notte anch’io al Vascello ho avvertito forte la scossa è subito ho cercato su Internet di capire cosa era successo. Una delle prime parole che ho letto, è stata proprio quella del sindaco di Amatrice, Pirozzi che ha detto: “Qui è tutto crollato, Amatrice non c’e’ più”. Eppoi ho rivisto quest’uomo quando al funerale dei suoi concittadini al termine del suo intervento ha pianto. Però ha anche detto, ha ripreso una frase forse di altri: “Nessuna notte e’ tanto lunga da impedire al sole di risorgere”. È un bel messaggio per i suoi concittadini, ma in fondo per tutti noi. È la notte può essere anche quella dell’intolleranza, supereremo la notte dell’intolleranza. Ed oggi la parola d’ordine lanciata da Soveria Mannelli è quella dell’Unione, della ricerca dell’Armonia, la mitezza che porta all’Armonia, che deve portare all’Armonia nel mondo. Bisogna creare ponti, bisogna unire la Saggezza alla lucida follia, quella che ci fa mettere il cuore talvolta sopra la testa”.
Il Gran Maestro Bisi ha salutato Soveria Mannelli con un invito: “La felicità non è un dono, e’ un compito. Vi auguro di trovare la felicità ma dovete cercarla”.