di Antonio M. Abiff
La vita poi, non è che un viaggio, è vero, e come tutti i viaggi, dovrebbe cominciare con un passo e con un certo peso materiale. Ma lei, per eccellenza, non sembra avere meta ne destinazione; comincia con un pianto disperato, quasi come sapesse a che va incontro. Aumenta il suo bagaglio ad ogni passo, nutrita di illusioni e di speranze, oppressa da bisogni e da morale, si forgia di rinunce alla fucina della delusione.
Disseta il suo vagare a fonti di piacere, oppio e trastullo del momento, per poi tornare ad essere tormento. E alle stazioni di ogni conoscenza prende coscienza della vastità dei vuoti che si portan dietro le parole, del tedio delle fedi indotte, della mutevolezza delle idee.
Comprende il respirare lento di chi tace e fa dell'ignoranza una risorsa. Sedersi in cima al mondo e guardar giù è un modo di affrontare questo viaggio. E non invocazioni e non preghiere: la libertà non è che consapevolezza e accettazione muta di non essere che nulla..