E il Grande Oriente ricorda Giordano Bruno
di Dimitri Buffa
Dopo le polemiche con la Commissione Antimafia e la Bindi, a Roma l’inziativa dei liberi muratori E il Grande Oriente ricorda Giordano Bruno Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi La massoneria italiana, il Grande Oriente d’Italia, affida al ricordo di Giordano Bruno il proprio essere speranza per la libertà. In un paese che ha perso da tempo la bussola, dove ci sono, come negli anni ’30, politici e giornali che propongono di abolire la libera muratoria , il sacrificio di quel libero pensatore che venne bruciato il 17 febbraio del 1600 sembra oggi quasi un miraggio. Specie per unapopolazione che oltre ai soldi e alla stabilità politica ha perso da anni anche il proprio stato di diritto. La cerimonia laica, presieduta nella storica aula magna del Vascello dal Gran Maestro Stefano Bisi, per un giorno lontano dai ruDimitri Buffa mours della cronaca giudiziaria e dall’ossessione politico-mediatica delle inchieste dell’Antimafia, ha visto un parterre da tutto esaurito. Con relatori come l’onorevole Daniele Capezzone, insieme a studiosi come il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto e il direttore di Confronti, Claudio Paravati. E insieme anche a un prete, che come tutti gli altri ha reso omaggio all’uomo che ha cambiato lapropria epoca, e forse anche quelle a venire, pagando con la vita. Don Francesco Pontoriero, sacerdote di frontiera, in prima lineain Calabria nel vibonese, non deve essere uno di quelli che crede ai teoremi che equiparano la massoneria nel Sud Italia alla ‘ndrangheta o alla mafia. Poi è stata letta dall’attore Emanuele Montagna l’orazione che il filosofo e massone Giovanni Bovio tenne il 9 giugno de11889 davanti a una immensa folla a Roma nella piazza del rogo di Bruno. Il tutto in occasione dell’inaugurazione del monumento dedicato al «martire del libero pensiero». La statua era di Ettore Ferrari futuro Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. E tutto si tiene quindi: i massoni che ricordano unteolo go eretico il cui pensiero non fu tenuto a freno né dal rogo di Campo de Fiori né dalla censura del Papato. In un saggio di Anna Foa sulla figura di Giordano Bruno si spiega: «Le sue idee ormai circolavano libere in tutta l’Europa». E le idee non possono essere contenute in alcuna prigione. Né spente dal fuoco di un rogo.