Lo aveva annunciato il Gran Maestro a settembre. Sabato la storica loggia si “installerà” nella città dopo trent’anni di assenza. Officina intitolata al poeta latino Quinto Orazio Flacco.
«Ci piacerebbe avere di nuovo una sede del Grande Oriente in questa bellissima città, dopo oltre trent’anni di assenza. Vorremmo colmare questo vuoto e lavoreremo per riportare lo spirito liberomuratorio in questa terra, che ha dato i natali a uomini di grande anima e intelletto». Sono le parole pronunciate a settembre 2015 dal Gran Maestro Stefano Bisi, durante la sua visita a Matera, in occasione del convegno a Palazzo Gattini sulla Massoneria in Basilicata. Un auspicio che si è realizzato in pochi mesi e che sarà a battesimo, nella stessa location, sabato prossimo. Quindi, la città dei Sassi avrà, dopo 30 anni una nuova loggia massonica del Grande Oriente d`Italia. La cerimonia definita “d’installazione”, alla quale interverrà il Gran Maestro, si terrà a Palazzo Viceconte, alle ore 10. L’officina sarà intitolata a Quinto Orazio Fiacco, il grande poeta latino, nativo di Venosa, alla cui opera-secondo alcuni studiosi si ispira gran parte del pensiero liberomuratorio. L’ultima loggia materana del Grande Oriente in ordine di tempo, è stata la “Giambattista Pentasuglia”, intitolata all’unico lucano tra i Mille di Garibaldi, convinto patriota e appassionato libero muratore. Tra i grandi personaggi della Massoneria lucana, una figura chiave emblema di cultura e di modernità, è stata quella di Mario Francesco Pagano, giurista, filosofo, politico e drammaturgo italiano, tra i massimi esponenti dell’Illuminismo, iniziatore della scuola storica napoletana del diritto, personaggio di spicco della Repubblica Partenopea del 1799. A lui, che meritò l’appellativo di Platone di Napoli, si ispira, infatti, la Libera Muratoria locale, che ne tramanda il nome anche attraverso una loggia, fondata nel 1886, ancora oggi attiva a Potenza. Un’altra, sempre a lui intitolata ma non non più operante, prese vita lo stesso anno a Viggiano. Tanti gli illustri uomini lucani, che hanno contribuito a fare la storia d’Italia, come Floriano Del Zio, avvocato e filosofo di Melfi, che nel 1860 si batté valorosamente al Volturno, a Caserta e a Sant’Angelo e che poi fu deputato e infine senatore. E ancora, Pietro Lacava, di Corleto Perticara, mazziniano convinto, che tra il 1857 e il 1860 a Napoli svolse intensa attività antiborbonica, e fu membro del Grande Oriente all’Assemblea Costituente di Firenze e dopo, nel 1871, a quella di Roma, e che infine divenne parlamentare e fu ministro più volte fino al 1909. Per non dimenticare Francesco Lovito, fervente cospiratore antiborbonico e patriota, anche lui eletto deputato e tanti altri tra i quali l’archeologo Vittorio Spinazzola, che diresse gli scavi di Pompei dal 1910 al 1912 e il giurista e parlamentare Francesco D’Alessio (1886-1949). La Massoneria italiana, come si legge sul sito della loggia Grande Oriente, trae le sue origini storiche nel ‘700 grazie a influenze inglesi, francesi e tedesche, “che determinarono la nascita di logge in gran parte della Penisola, tutte ispirate alla Gran Loggia madre inglese. Durante il governo napoleonico, l’attività latomistica ebbe una florida stagione e, nel giugno del 1805, Milano diventò sede del primo Grande Oriente d’Italia. Il viceré Eugenio di Beauharnais fu il primo gran maestro. Dopo la Restaurazione, la Massoneria si disperse e solo in poche aree geografiche, soprattutto al Sud, fu garantita la continuità delle logge che si risvegliarono con l’avvento del Risorgimento. Nel 1859, la loggia “Ausonia” di Torino, animata da ferventi patrioti, diventò la cellula costitutiva di quel Grande Oriente che, ispirandosi alla solida struttura del periodo napoleonico, assunse nel tempo l`identità dell`istituzione nazionale oggi conosciuta”. (Antonio Corrado)
Orazio ritenuto il simbolo della libertà dell’uomo
Quinto Orazio Flacco, al quale sarà intitolata la loggia del Grande Oriente, le cui colonne verranno innalzate a marzo, nasce a Venosa l’8 dicembre del 65 a.C. Il padre, un liberto che esercita il mestiere di esattore nelle vendite all`asta, gli assicura un`ottima formazione, tanto che lui lo ricorderà sempre come il migliore dei padri. Nel 42 a.C. Orazio, in Grecia per il tradizionale viaggio di istruzione, combatte contro l`esercito dei cesaricidi a Filippi in difesa dellalibertas repubblicana. Nel 38 a.C. entra nel circolo di Mecenate, col quale stringe un’amicizia saldissima, culminata nel dono da parte di Mecenate della villa in Sabina, a Licenza. Muore a Roma nell`8 a.C. Nelle sue opere, Epodi, Odi, Satire ed Epistole, Orazio era pervenuto all`elaborazione di una sua morale fondata sulla libertà interiore, sulla capacità dell`uomo, che non è garantito da nessuna divinità e da nessuna provvidenza, di liberarsi dalle paure e, quindi, dall`ansia del domani. La possibilità di dare un valore alla vita, secondo Orazio, si gioca tutta, su questa terra, in questa vicenda irripetibile che è la vita dell`individuo, punto luminoso, ma effimero, nel buio del tempo. Il periodo fascista costituisce sicuramente il momento più tragico del Grande Oriente d’Italia, che nel 1925, sotto la gran maestranza di Domizio Torrigiani, sciolse le logge in osservanza della legge sulle associazioni, del novembre dello stesso anno, voluta da Mussolini per far tacere l’ultimo baluardo di libertà nel Paese. Il Grande Oriente d’Italia trasmigrò in Francia, Palazzo Giustiniani fu confiscato dal governo, i massoni furono perseguitati, talvolta uccisi (com`è il caso di Giovanni Becciolini, nominato Gran Maestro Onorario alla memoria nella Gran Loggia 2015), le sedi delle logge prese d’assalto e distrutte. I liberi muratori d’Europa, incalzati dalle condanne dei governi totalitari, seguirono lo stesso destino e furono vittime anche nei campi dí concentramento nazisti. Dal secondo dopoguerra, la Massoneria si risvegliò in Italia un po’ ovunque, anche se frazionata in gruppi.
Il Gran Maestro Stefano Bisi incontrerà gli organi d’informazione nel pomeriggio del 5 marzo, alle ore 15, presso Palazzo Gattini. Bisi è alla guida del Grande Oriente d’Italia dal 6 aprile 2014. Nato a Siena il 15 ottobre 1957, appartiene dal 1982 alla Loggia Montaperti (722) della sua città. Prima di essere eletto Gran Maestro, Bisi ha ricoperto numerose cariche e ha governato il Collegio circoscrizionale della Toscana, per due mandati, dal 2007 al 2013. Giornalista, è laureato in Scienze dell’amministrazione nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Siena, e la sua professione è il coronamento di un sogno maturato sui banchi di scuola. Ha lavorato nei periodici “Siena Nord” e “La Gazzetta di Siena”, e, con qualifica di diret- tore, nelle emittenti “Antenna Radio Esse” e “Televideosiena”. Oggi è vice direttore del Gruppo Corriere, che comprende le edizioni di Perugia, Terni, Siena, Arezzo, Grosseto, Rieti e Viterbo. Ideatore del blog www.stefanobisi.it con il canale “Bisiradio” Stefano Bisi è autore di alcuni libri fra cui “Mitra e Compasso”, dedicato al rapporto tra chiesa cattolica e massoneria, lo “Stradario massonico di Siena” e coautore di “Sindaci in rosso”, una pubblicazione a cura di Vittorio Feltri e Renato Brunetta e di “Massoneria F.A. Q.”. Pubblica “La Carica, dei 101”, una sorta di almanacco sui personaggi più in vista. È segretario del Premio “Paolo Frajese” che da tredici anni porta a Siena le migliori firme del giornalismo italiano. Ha ricevuto i premi “Paolo Maccherini”, “Giornalista sportivo dell`anno”, “Porsenna”, “Medioevo presente”. É Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica. (Antonio Corrado)