di Diana Bacchiaz
Pitagora, che non lasciò alcuno scritto, credeva nella forza insostituibile della parola come materia viva ed incorruttibile sulla quale edificare il messaggio del suo pensiero, percepibile non da tutti in eguale misura, ma a seconda dell’intelligenza, della preparazione, e della maturazione esoterica raggiunte.
La caratteristica che fa di Pitagora un punto di riferimento sempre attuale e insostituibile è data dalla molteplicità degli interessi scientifici, etici, esoterici, matematici e musicali che egli coordinava e sublimava in una visione unitaria e rigorosamente morale di tutto ciò che esiste e dell’uomo in particolare, inscindibilmente legato ad un destino divino.
Pitagora fu il primo pensatore che usò la parola filosofia come amore per la scienza, per la sapienza e non si limitò a cogitare ma volle verificare con la sperimentazione la validità delle proprie scoperte e dei propri precetti quindi fu il primo filosofo scienziato e contemporaneamente un uomo dotato di eccezionale senso morale e di un’apertura mentale non comune: un vero maestro il cui verbo si diffuse con incredibile rapidità e presa sui contemporanei e sui posteri, esercitando un’influenza inconfondibile sulle correnti di pensiero, sulle religioni, sull’arte, sulla letteratura, sulla musica, sulla matematica, astronomia, fisica, medicina ordinamenti politici, e sui costumi.
Tra i sensi esaltò l’udito, perché consente di captare le armonie dell’universo, a cui conformare la condotta dell’uomo. Questa armonia che a partire dal primigenio Big Ben, si ritrova nell’infinito spazio tempo e presiede ad una euritmia voluta da “ l’Amor che move il mondo e l’altre stelle”.
Ma Pitagora insegnò anche l’arte del buon governo, basata su un sistema armonico di equilibrare tutti i vari interessi in gioco, su una illuminata democrazia che privilegiasse la qualità rispetto quantità sul disprezzo di lusso e ricchezza, accompagnato da uno spontaneo desiderio di mettere in comune i beni individuali per poterne godere tutti senza limitazioni o gerarchie, valorizzando il ruolo della donna, che a quell’epoca soprattutto in Grecia non era minimamente considerata, mentre aveva invece pari diritti per esempio in Egitto. Aveva considerato anche un religioso senso dello stato, un senso etico della vita per cui non fu gradito a coloro che inseguivano interessi personali. Costoro, non potendo scalfire la purissima figura di Pitagora, fecero leva sulla credulità ed ignoranza delle masse che essi stesse avevano avuto interesse a mantenere incolte ed insinuarono che, dietro i segreti prettamente esoterici dei quali era necessariamente circondato l’insegnamento pitagorico si celassero chissà quali stregonerie o propositi eversivi.
La persecuzione colpì anche i seguaci della scuola Pitagorica, ma il suo insegnamento rimase nei secoli: il dominio delle passioni, la purificazione, la tolleranza, l’altruismo, la ricerca interiore, la scoperta e la congiunzione del proprio spirito con il Divino, ma il suo insegnamento vale a tutt’oggi: abbi il massimo rispetto di te stesso.