“I liberi muratori hanno contribuito alla costruzione di questo paese e ora non si vogliono fare attaccare addosso un triangolo rosso come avvenne durante il nazismo”. Parole forti quelle del Gran Maestro Stefano Bisi. Parole con le quali il massimo vertice del Grande Oriente d’Italia ha ribadito ancora una volta il suo no netto, chiaro e limpido alla “consegna spontanea” degli elenchi dei fratelli alla Commissione Antimafia. L’occasione è stata la presentazione sabato 4 febbraio all’Hotel Mediterraneo a Firenze del libro “La catena d’unione. Contributi per una storia della Massoneria” del professore Gian Mario Cazzaniga, un evento che ha riscosso grande successo e a conclusione del quale è intervenuto il Gran Maestro, che ha ricordato le tante iniziative culturali e di solidarietà nelle quali è impegnato fuori dei templi il Grande Oriente: incontri, raccolta fondi per i terremotati, dibattiti. E ha dato appuntamento per il 17 febbraio al Vascello per ricordare insieme a scrittori, giornalisti, politici e intellettuali Giordano Bruno, campione del libero pensiero, condannato al rogo per le sue idee dall’Inquisizione.
“Nelle officine durante i lavori si opera per migliorare se stessi. E i riti e i simboli, come questo collare strappato dalla furia dei fascisti, fanno parte della nostra storia e li difenderemo sempre. Ma non per questo facciamo attività segrete”, ha rimarcato. “Soltanto chi è animato dal pregiudizio o da interessi strumentali non lo capisce”, ha detto Bisi. “Ma noi – ha aggiunto – noi non vogliamo e non dobbiamo farci umiliare. Resisteremo. Anzi – ha aggiunto il Gran Maestro – combatteremo fino in fondo la nostra battaglia, che è una battaglia di civiltà e libertà. Una battaglia non di retroguardia, ma di attacco”. In Calabria, ha riferito il Gran Maestro c’è un’inchiesta su ‘Ndrangheta e Massoneria. A Reggio in 72 hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Tra loro c’è un parroco rimosso solo adesso dall’incarico. E c’è un fratello, sospeso due anni fa. “A nessuno è venuto in mente – ha osservato Bisi – di chiedere gli elenchi dei sacrestani della Calabria. E nessuna procura ha chiesto i nostri. E se lo farà dovrà motivare il provvedimento. Invece la Commissione Antimafia vuole i nomi dei fratelli. Perché? Per fare una schedatura di massa? Chiedere gli elenchi di qualsiasi associazione è sempre sbagliato”. Ci provò il procuratore di Palmi Agostino Cordova, ha ricordato il Gran Maestro. Tanti massoni vennero messi alla gogna. E alla fine l’inchiesta si chiuse il 3 luglio del 2000 con l’archiviazione. “Il gip scrisse che non c’era nessuna notizia di reato e che si era trattato di una schedatura di massa. Ora quei documenti finalmente torneranno al Vascello. I magistrati – ha annunciato Stefano Bisi – ci hanno autorizzato a riprenderceli. Sarà una grande festa quel giorno. Si chiuderà una storia amara”. Una storia che non si deve ripetere. “Perché non si sa dove si può andare a finire”. C’è anche chi, ha poi aggiunto, ha proposto una legge per vietare che siano massoni tra i dipendenti pubblici. “Non c’è bisogno di fare tanti studi – ha rimarcato con ironia – c’è quella fascista del 1925 che ci mise fuori uso. Possono benissimo copiarsela. Intanto noi ci difenderemo e utilizzeremo tutto il tempo che abbiamo per questa causa”.
A introdurre l’incontro, che è stato moderato dal Gran Bibliotecario Dino Fioravanti, è stato il Presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana, Francesco Borgognoni. Cazzaniga, che è stato professore ordinario di Filosofia Morale all’Università di Pisa, ricostruisce nei trentuno saggi raccolti nel libro, “La catena d’unione” edito da Ets, una storia generale della Massoneria e di altre società ad essa correlate (Carboneria, Fratelli Cacciatori, Cavalieri del Lavoro). Il volume è diviso per sezioni tematico-cronologiche, così da riassumerne una storia dagli inizi al primo Novecento: I. Origini della massoneria II. Massoneria e illuminismo III. Massoneria e università a Pisa IV. Massoneria e rivoluzioni moderne V. Massoneria e Risorgimento VI. Massoneria e movimento operaio. In questi saggi la Massoneria viene collocata all’interno della fioritura dell’associazionismo volontario del XVIII secolo, espressione dunque del fenomeno costitutivo della modernità: l’invenzione del legame sociale e l’affermarsi di una visione della comunità umana come autopoiesi, che cioè ridefinisce continuamente se stessa e si sostiene e riproduce dal proprio interno.
La catena d’unione, simbolo di fraternità universale e legame che unisce fra loro sia ritualmente i membri di una loggia sia idealmente tutti i massoni sparsi per il mondo, ne è immagine esemplare. Il programma di perfezionamento dell’uomo che aspira a riacquistare libertà ed eguaglianza naturali, maturato nelle logge settecentesche, finirà per incontrare, con esiti alterni, le rivoluzioni atlantiche, il sorgere di stati-nazione e il tentativo di unirli in associazioni sovranazionali di arbitrato e difesa della pace. Ciò che resta come grande eredità è il modello associativo massonico, di cui avremo filiazioni molteplici nell’Ottocento, dalle società operaie di mutuo soccorso alle prime società sportive e al partito di massa, in cui la politica si costituisce come religione dei moderni.
Dopo gli studi di Francovich e Giarrizzo sulla Massoneria settecentesca italiana ed europea il nuovo libro di Cazzaniga cerca ora di delineare una storia mondiale della Libera Muratoria inserita nella vita culturale e sociale del mondo occidentale.
Gian Mario Cazzaniga, già professore ordinario di Filosofia Morale all’Università di Pisa, organizzatore di dodici convegni internazionali, autore di 150 pubblicazioni scientifiche, è stato visiting professor in una ventina di università straniere. Altri sue pubblicazioni sulla Massoneria sono La religione dei moderni, edito nel 1999 da Ets, e la direzione per la Storia d’Italia Einaudi di due Annali collettanei: Massoneria, del 2006, ed Esoterismo, del 201