
“Nelle officine durante i lavori si opera per migliorare se stessi. E i riti e i simboli, come questo collare strappato dalla furia dei fascisti, fanno parte della nostra storia e li difenderemo sempre. Ma non per questo facciamo attività segrete”, ha rimarcato. “Soltanto chi è animato dal pregiudizio o da interessi strumentali non lo capisce”, ha detto Bisi. “Ma noi – ha aggiunto – noi non vogliamo e non dobbiamo farci umiliare. Resisteremo. Anzi – ha aggiunto il Gran Maestro – combatteremo fino in fondo la nostra battaglia, che è una battaglia di civiltà e libertà. Una battaglia non di retroguardia, ma di attacco”. In Calabria, ha riferito il Gran Maestro c’è un’inchiesta su ‘Ndrangheta e Massoneria. A Reggio in 72 hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Tra loro c’è un parroco rimosso solo adesso dall’incarico. E c’è un fratello, sospeso due anni fa. “A nessuno è venuto in mente – ha osservato Bisi – di chiedere gli elenchi dei sacrestani della Calabria. E nessuna procura ha chiesto i nostri. E se lo farà dovrà motivare il provvedimento. Invece la Commissione Antimafia vuole i nomi dei fratelli. Perché? Per fare una schedatura di massa? Chiedere gli elenchi di qualsiasi associazione è sempre sbagliato”. Ci provò il procuratore di Palmi Agostino Cordova, ha ricordato il Gran Maestro. Tanti massoni vennero messi alla gogna. E alla fine l’inchiesta si chiuse il 3 luglio del 2000 con l’archiviazione. “Il gip scrisse che non c’era nessuna notizia di reato e che si era trattato di una schedatura di massa. Ora quei documenti finalmente torneranno al Vascello. I magistrati – ha annunciato Stefano Bisi – ci hanno autorizzato a riprenderceli. Sarà una grande festa quel giorno. Si chiuderà una storia amara”. Una storia che non si deve ripetere. “Perché non si sa dove si può andare a finire”. C’è anche chi, ha poi aggiunto, ha proposto una legge per vietare che siano massoni tra i dipendenti pubblici. “Non c’è bisogno di fare tanti studi – ha rimarcato con ironia – c’è quella fascista del 1925 che ci mise fuori uso. Possono benissimo copiarsela. Intanto noi ci difenderemo e utilizzeremo tutto il tempo che abbiamo per questa causa”.
A introdurre l’incontro, che è stato moderato dal Gran Bibliotecario Dino Fioravanti, è stato il Presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana, Francesco Borgognoni. Cazzaniga, che è stato professore ordinario di Filosofia Morale all’Università di Pisa, ricostruisce nei trentuno saggi raccolti nel libro, “La catena d’unione” edito da Ets, una storia generale della Massoneria e di altre società ad essa correlate (Carboneria, Fratelli Cacciatori, Cavalieri del Lavoro). Il volume è diviso per sezioni tematico-cronologiche, così da riassumerne una storia dagli inizi al primo Novecento: I. Origini della massoneria II. Massoneria e illuminismo III. Massoneria e università a Pisa IV. Massoneria e rivoluzioni moderne V. Massoneria e Risorgimento VI. Massoneria e movimento operaio. In questi saggi la Massoneria viene collocata all’interno della fioritura dell’associazionismo volontario del XVIII secolo, espressione dunque del fenomeno costitutivo della modernità: l’invenzione del legame sociale e l’affermarsi di una visione della comunità umana come autopoiesi, che cioè ridefinisce continuamente se stessa e si sostiene e riproduce dal proprio interno.
La catena d’unione, simbolo di fraternità universale e legame che unisce fra loro sia ritualmente i membri di una loggia sia idealmente tutti i massoni sparsi per il mondo, ne è immagine esemplare. Il programma di perfezionamento dell’uomo che aspira a riacquistare libertà ed eguaglianza naturali, maturato nelle logge settecentesche, finirà per incontrare, con esiti alterni, le rivoluzioni atlantiche, il sorgere di stati-nazione e il tentativo di unirli in associazioni sovranazionali di arbitrato e difesa della pace. Ciò che resta come grande eredità è il modello associativo massonico, di cui avremo filiazioni molteplici nell’Ottocento, dalle società operaie di mutuo soccorso alle prime società sportive e al partito di massa, in cui la politica si costituisce come religione dei moderni.
Dopo gli studi di Francovich e Giarrizzo sulla Massoneria settecentesca italiana ed europea il nuovo libro di Cazzaniga cerca ora di delineare una storia mondiale della Libera Muratoria inserita nella vita culturale e sociale del mondo occidentale.

Gian Mario Cazzaniga, già professore ordinario di Filosofia Morale all’Università di Pisa, organizzatore di dodici convegni internazionali, autore di 150 pubblicazioni scientifiche, è stato visiting professor in una ventina di università straniere. Altri sue pubblicazioni sulla Massoneria sono La religione dei moderni, edito nel 1999 da Ets, e la direzione per la Storia d’Italia Einaudi di due Annali collettanei: Massoneria, del 2006, ed Esoterismo, del 201