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lunedì 10 marzo 2014

Raffi, se il patrimonio italiano si sta sbriciolando colpa di burocrazia e miopia politica

Beni Culturali

Pompei"La grande bellezza italiana deve tornare a vincere l'Oscar non solo a Hollywood. E mi riferisco a quell'immenso patrimonio d'arte e cultura che è la ricchezza più grande del nostro paese. Una ricchezza abbandonata al degrado e all'incuria. A Pompei, che è tra i siti archeologici più visitati del mondo, ci sono stati nuovi crolli. San Leo, l'antica Rocca di Cagliostro la cui memoria è legata anche a Dante e a San Francesco, si sta sbriciolando. Se non si fa in fretta e se non si interviene e al più presto perderemo i nostri tesori più importanti". Lo sottolinea il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, che punta il dito contro la burocrazia e la miopia della politica e del sistema. "I ritardi e le farragini delle nostre procedure - commenta - stanno provocando danni enormi. Il caso di Pompei è emblematico". Pompei, ha osservato, rischia di perdere fondi europei per 105 milioni di euro, a causa di cavilli, leggi, leggine, alle quali si appigliano puntualmente le ditte che perdono l'appalto bloccando tutto con i ricorsi. "Il nostro apparato - ha detto Raffi - funziona così ed è fatto di commissioni e sottocommissioni di tecnici che si avvicendano continuamente e che sono lautamente retribuiti. Insomma è un elefante gigantesco e molle che rallenta tutto e tutto consegna alle sabbie mobili". "Dalla facoltà di Beni Culturali degli atenei del nostro paese escono giovani esperti destinati alla disoccupazione - aggiunge Raffi - è su di loro che si dovrebbe investire per rivoluzionare il modo di gestire, che sicuramente ora non funziona, la sterminata quantità di gioielli di arte e storia che l'Italia possiede. Dobbiamo prendere esempio da quei Paesi che hanno saputo trasformare in posti di lavoro e reddito i tesori di cui dispongono. Penso alla Francia, alla Gran Bretagna, agli stessi Stati Uniti".