Ecco l’allocuzione pronunciata dal Gran Maestro Stefano Bisi in occasione del XX Settembre 2017
“È molto bello vedere il Vascello dopo i lavori di restauro della facciata, che sono stati fatti, e senza la tensostruttura, cosa che consente a tutti di ammirare la sede del Grande Oriente d’Italia in tutta la sua bellezza con la bandiera, il nostro labaro
, che sventola in cima a questo palazzo e che racchiude tutta la nostra storia. E per condividere con tutti voi questa gioia chiamo sul palco la giunta del Grande Oriente d’Italia, il nostro dream team per usare una metafora sportiva”. Il Gran Maestro Stefano Bisi, nel giorno di apertura dei festeggiamenti del XX Settembre, al momento dell’allocuzione, ha voluto accanto a sè sul palco del Vascello, come sempre, tutta la sua squadra: i due Gran Maestri Aggiunti Sergio Rosso e Santi Fedele, il primo Gran Sorvegliante Antonio Seminario, il Secondo Gran Sorvegliante Pasquale La Pesa, il Grande Oratore Claudio Bonvecchio, il Gran Segretario Michele Pietrangeli, i Gran Tesorieri Aggiunto Giuseppe Trumbatore ed Enzo Liaci, i due consiglieri dell’Ordine in Giunta Fabrizio Celani e Lello Sechi. “Questo è il nostro dream team”, ha ripetuto. Unico assente, giustificato, Emanuele Melani il Presidente degli Architetti, costretto a rientrare a Empoli.
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“Il XX settembre, per noi liberi muratori del Grande Oriente è una grande ricorrenza, che ha grande importanza perché non è solo memoria del passato, di una Libertà riconquistata ma celebrazione di una Libertà che va sempre tutelata e difesa. Ovunque. In Italia, in Europa e nel mondo”, ha sottolineato. “Oggi – ha aggiunto- per la prima volta, dopo tanti anni, non è tra noi un combattente della libertà, un fratello, libero muratore, che qualche giorno fa è passato all’Oriente Eterno”, ha aggiunto poi Bisi ricordando Corrado Balacco Gabrieli. “Corrado Balacco Gabrieli era medico, uno scienziato, un fratello che aveva fatto parte della giunta del Grande Oriente d’Italia e che era stato per 9 anni Sovrano del Rito Scozzese Antico e Accettato. La sua caratteristica era la profonda umanità”, ha riferito Bisi, ricordando un episodio che di questo è testimonianza. “Una quindicina di anni fa a Firenze -ha raccontato il Gran Maestro- un fratello a me molto caro, che si chiamava Franco, stava perdendo la vista. Corrado lo volle incontrare e visitandolo capì subito che non c’era nulla da fare. Prese la faccia di Franco tra le mani e l’accarezzò e gli disse ‘forza’ Corrado è stato un uomo, uno scienziato, un fratello che ha reso onore al Grande Oriente d’Italia e alla comunità scientifica italiana e internazionale. Ho voluto ricordarlo, oggi, di fronte a tutti voi”.
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“E allora – è stato il suo invito- cerchiamo tutti di andare “oltre”, svolgendo con coscienza e critica il nostro ruolo di cittadini che vogliono bene all’Italia. L’Italia è la nostra nazione, è la nostra patria. E non dico il nostro paese. A me non piace dire l’Italia è il nostro paese. Il paese per ognuno di noi è il luogo, la frazione, il comune, dove è cresciuto, dove è nato. Per me è Arbia Scalo “larga, colorata e rossa”. Sono nato e cresciuto in riva all’Arbia. Quello è il mio paese, l’Italia è la mia nazione, la mia patria, che è capace di accogliere, di accogliere anche chi nasce qui e che ha un colore della pelle scuro. Cosa vuol dire uomini di colore? Anch’io sono un uomo di colore, di colore bianco e l’altro di colore nero, di colore giallo,. o ha gli occhi celesti, o bruni, ma sono italiani. E sono le persone adulte che creano le barriere. Non sono i ragazzi”. “Noi -ha proseguito Bisi- dobbiamo insegnare e imparare a voler bene all’Italia e dobbiamo partire dalla scuola, dalla formazione, dalla cultura, per essere al passo con altre nazioni europee”.
“E ai nostri giovani – ha raccomandato il Gran Maestro- bisogna parlare senza paternalismo, ricordando che siamo stati tutti come loro, parlare, dialogare. Perchè dai ragazzi abbiamo noi tutti tanto da imparare. Perchè mentre il parlamento discute e non riesce ad andare avanti sullo ius soli, i ragazzi questa proposta di legge l’hanno già adottata, attuata. E vi racconto cosa è successo a un mio amico romano: una sera torna a casa e vede che il figlio studia con un ragazzo nero. Quando il ragazzino di colore se ne va, il padre chiede al figlio: “da dove viene il tuo compagno di scuola?”. “Dar Testaccio” è la risposta. Il ragazzo di colore è nato “ar Testaccio”, parla romano, tifa Roma, indossa la maglia numero 10 di Totti e il suo sogno è di giocare nella nazionale di calcio azzurra. Perché l’Italia è la sua patria, lui è nato qui, ha frequentato le scuole elementari qui. L’Italia è la sua patria”.
E per quanto riguarda la scuola, ha osservato il Gran Maestro, “tutti noi possiamo fare molto. Certo bisogna mettere studenti e insegnanti in grado di studiare e insegnare bene. Ognuno faccia la sua parte. Come noi, nel nostro piccolo abbiamo cercato di fare con le borse di studio che assegneremo agli studenti delle aree terremotate che hanno conseguito la maturità con il massimo dei voti. Quei ragazzi sono un esempio. Sono riusciti ad andare “oltre”, superando la forza dei terremoti con la voglia di guardare avanti, “oltre”. Come “oltre” ogni limite sono riusciti ad andare i ragazzi del basket in carrozzina di Reggio Calabria che la Giunta del Grande Oriente d’Italia ha deciso di sostenere nel loro straordinario impegno sportivo e umano. Il presidente, l’allenatore e i ragazzi domani saranno qui. Sono ragazzi che hanno le braccia da atleti e hanno le gambe inferme, chi ce l’ha. Sono infallibili nel tiro da tre punti ma non possono fare le schiacciate. Non si sono arresi. Così come non si è arreso, quando ha visto che una coetanea stava annegando Valerio Catoia, un giovane di 17 anni, che lo scorso luglio a Sabaudia ha salvato una sua coetanea che stava annegando in mare. Noi lo premieremo -ha annunciato Bisi- qui il 18 sera al Vascello con una medaglia”.
“Noi siamo uomini – ha rircordato il Gran Maestro- che vogliono favorire l’unione dei popoli, la crescita di questa nostra nazione, noi non permettiamo a nessuno di andare oltre la Costituzione. I liberi muratori vanno rispettati e non messi all’indice con tanti pregiudizi. Ci vogliono mettere paura, ci hanno provato. Ci stanno provando, venite a conoscerci, senza tanti “ma”. In troppi oggi, quando parlano della Massoneria, dicono ‘avete avuto Garibaldi ma…’ , ‘avete fatto il Risorgimento ma…’, ‘avete avuto Giosuè Carducci, ma…”. Tutti “maoisti” sono diventati, non nel senso del mitico leader della rivoluzione cinese. Bisogna dialogare, come ha detto Fausto Bertinotti, quando gli è stato chiesto ‘ma lei senatore va al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini?’. ‘Sì’, ha detto, ‘perchè di fronte a noi abbiamo un’impresa terribile, quella di ricostruire la democrazia e la democrazia si ricostruisce con il dialogo tra chi è distante. Così come andare oltre vuol dire dare una spinta a una nuova stagione di diritti”.
“E il primo diritto -ha rammentato Bisi- è quello del lavoro. Noi dobbiamo tenere ben presente i diritti che hanno conquistato i nostri nonni e genitori. E dobbiamo anche oltre su certi temi, come la bioetica, il diritto alla vita, rispettosi delle scelte di tutti. Guai a fermarsi in questo proposito. Andiamo “oltre”, da maratoneti che hanno in mano la fiaccola della libertà. Noi non possiamo fermarci. E non ci fermeremo. E non ci fermeranno, perchè in questo anno in cui ce l’hanno fatta di tutti i colori, per dirla alla Toscana, siamo cresciuti. I fratelli con grande forza, con grande coraggio, hanno intensificato la loro azione, sono stati una spinta al Grande Oriente d’Italia. Ci siamo abbracciati, come oggi tutti insieme per andare oltre e non ci fermeranno. Non morirà il Grande Oriente d’Italia. Non ci fermeranno perchè chi si ferma, lentamente muore – ha avvertito- chi si ferma, si arrocca su posizioni che non portano da nessuna parte. C’è una poesia molto bella, potente, una poesia di una giornalista brasiliana, che si chiama Martha Medeiro: è un programma di vita, un progetto di vita. Voglio leggerla insieme a voi”.
Lentamente muore/chi diventa schiavo dell’abitudine,/ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,/chi non cambia la marcia,/chi non rischia e cambiare colore dei vestiti,/chi non parla a chi non conosce./Muore lentamente chi evita una passione,/ chi preferisce il nero su bianco/e i puntini sulle “i”/piuttosto che un insieme di emozioni,/proprio quelle che fanno brillare gli occhi,/quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,/quelle che fanno battere il cuore/davanti all’errore e ai sentimenti./Lentamente muore/chi non capovolge il tavolo,/chi è infelice sul lavoro,/chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,/chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati./Lentamente muore chi non viaggia,/chi non legge,/chi non ascolta musica,/chi non trova grazia in se stesso./Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,/chi non si lascia aiutare/chi passa i giorni a lamentarsi/della propria sfortuna o della pioggia incessante./Lentamente muore/chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,/chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,/chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce./Evitiamo la morte a piccole dosi,/ricordando sempre che essere vivo/richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare./Soltanto l’ardente pazienza/porterà al raggiungimento/di una splendida felicità./
“Questa –ha concluso Bisi- non è semplicemente una poesia molto bella. È un programma di lavoro, un progetto di vita. Noi liberi muratori perseguiamo questa felicità, ma la felicità che perseguiamo è l’armonia che è la felicità di una comunità, mentre la felicità di per sè è uno stato di benessere egoistico. Noi inseguiamo l’armonia, che è la sublime Utopia di un mondo sorretto dai pilastri della Libertà, dell’Uguaglianza e della Fratellanza. E andando “oltre”. Per il bene dell’Umanità.
Viva il Grande Oriente d’Italia. Viva tutti noi”.
Viva il Grande Oriente d’Italia. Viva tutti noi”.