Pazienza. Una pietra si può rifare, ma i malandrini possono sempre imbrattarla di nuovo. Con qualche rischio in più. “Quello che brucia – dice un “fratello” – è lo sfregio, più che le minacce”. La città, e gli stessi fratelli massoni hanno appreso la notizia leggendola sulle colonne di Perugia Today. Infatti chi scrive l’ha individuata nelle prime ore del mattino, mentre, al Borgo Bello, parlava con lo storico perugino Enzo Marcaccioli e con la sua signora. Poi il lancio della notizia e la sua ampia diffusione.
Stamattina era quasi tutto a posto. Non è stato pulito lo sportello metallico con la scritta “occhio ai galetti”. La misteriosa frase potrebbe far riferimento alla figura di tal Galetti, personaggio anarchico dell’Ottocento. Questo della pista anarchica si presume un percorso fruttuoso anche per quanti sono impegnati nelle indagini. Difatti c’è chi sostiene convintamente che anche l’episodio della sparizione della corona massonica, deposta alla mezzanotte e un minuto del 20 giugno, potrebbe essere riferibile al mondo (invero “boccheggiante”) dell’anarchia perugina.
Quel che è certo che chiunque abbia perpetrato il misfatto è un approssimativo: lo rivela la confusione dei simboli. Il logo di Potere operaio è errato. Così come quello delle Brigate rosse, al posto del quale doveva forse esserci la A di “anarchia”, non la stella. Insomma: operatori delinquentucci e poco studiosi. Peraltro, l’esame dei filmati della vicina caserma dei carabinieri e dei pompieri potrebbe fregarli. Senza contare che lo sfregio è stato compiuto a pochi passi da via della Cuccuina, dove (al numero 2) ebbe sede la prima “vendita” carbonara di Perugia, certo in chiave massonica, quanto meno per questioni di segretezza. Ma, tutto questo, quegli ignorantoni e confusionari di imbrattatori non lo sanno di sicuro.
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