Continuano ad Arezzo le celebrazioni in onore di Giovanni Severi per il centenario della sua morte che ricorre quest’anno. Dopo l’omaggio dell’amministrazione comunale in più occasioni, anche nella Giostra del Saracino che gli ha dedicato la Lancia d’Oro, ora è il turno della Massoneria, in particolare della Loggia Benedetto Cairoli (119) di Arezzo, loggia storica, fondata nel 1869, al quale Severi apparteneva e della quale fu maestro venerabile. “Giovanni Severi, Deputato, Senatore, Avvocato e Massone, 1843-1915” è il titolo del convegno pubblico che la loggia Cairoli ha organizzato per il 25 novembre (ore 17:30) nel Palazzo della Provincia di Arezzo (Sala dei Grandi) e che vedrà la presenza del Gran Maestro Stefano Bisi al quale è stata affidata la conclusione dei lavori. Il profilo di Severi nella sua identità di giurista, politico-patriota e libero muratore sarà delineato dagli storici Alessandro Garofoli (“Per Garibaldi, per la Giustizia, per il Progresso, per l’Italia”) e Luigi Armandi (“Il Garibaldino e il Massone”). Ai loro interventi si uniranno in apertura i saluti del presidente della Provincia Roberto Vasai, del sindaco Alessandro Ghinelli e del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Arezzo Piero Melani Graverini. L’iniziativa si avvale dei patrocini della Provincia e del Comune di Arezzo. Ingresso libero.
Giovanni Severi nacque ad Arezzo il 16 aprile del 1843. Fu avvocato, politico, patriota, massone, il primo parlamentare della storia della sinistra aretina. Orgoglioso dell’amicizia personale con Felice Cavallotti, Severi scelse nel Parlamento il settore occupato dall’Estrema. Eletto una prima volta alla Camera nel 1881, fu deputato per sette legislature e nel 1904 diventò senatore del regno. La sua formazione democratica è progressista, radicale, repubblicana. Nel 1860 Giovanni Severi fu con Garibaldi nella spedizione dei Mille, combattendo in Sicilia, a Capua e, nei primi giorni d’ottobre, sul Volturno. A causa della sua adesione operativa al Partito d’Azione venne arrestato a Firenze, subito dopo i fatti di Aspromonte, ma ciò non gli impedì di terminare gli studi in legge presso l’Università di Pisa. Nel 1866 prese parte alla terza guerra d’indipendenza, in particolare ai combattimenti in Trentino e alla vittoria di Bazzecca. L’anno dopo, a capo di circa 250 giovani volontari partiti da Arezzo, promosse una spedizione a Monterotondo. Più tardi, nel 1875, fu uno dei promotori del Comitato aretino per l’abolizione della pena di morte e da deputato s’impegnò ad attuare le riforme depretisiane, in particolare quella che favorì la prima estensione del suffragio per l’esercizio dell’elettorato attivo. Presidente della Società Operaia di Arezzo, resse varie associazioni patriottiche della città. Giovanni Severi fu un massone convinto per tutta la vita. Fu più volte maestro venerabile della loggia aretina Benedetto Cairoli (negli anni 1882, 1883, 1890) di cui fu uno dei ri-fondatori nel 1910 a seguito della sua demolizione l’anno precedente, per dissidi interni. Severi, come altre luminose figure della storia democratica del nostro Paese che aderirono alla Massoneria, traspose nella sua vita di uomo di legge e di politico impegnato i valori liberomuratori di giustizia e libertà che fecero crescere il giovane Stato italiano. Morì ad Arezzo il 10 febbraio 1915. Sopra la salma furono deposte la camicia rossa, il berretto di capitano dei garibaldini e la fascia massonica.