Un autentico successo, quello registrato ieri a Udine per il X Seminario di studi massonici dal titolo “I diritti dell’uomo in tutti i futuri del mondo”. Organizzato dal Collegio circoscrizionale del Friuli Venezia Giulia, assieme all’Associazione culturale “Galileo Galilei”, ha visto la partecipazione di ben duecento persone, di cui molti profani, che hanno riempito la sala dello storico Palazzo Kechler. Lo scopo era quello di trovare degli spunti di riflessione sull’argomento, molto attuale, dei Diritti dell’Uomo, indagando se e come la società contemporanea sia riuscita a dare attuazione alle legittime aspirazioni di un miglioramento della condizione umana, garantendo uno sviluppo omogeneo. Dopo aver ascoltato l’Inno di Mameli e la Marsigliese, il seminario è stato aperto dal presidente del Collegio Paolo Volli e da Sergio Parmegiani, per il Consiglio del Maestri Venerabili del capoluogo friulano. Assente Stefano Folli de “La Repubblica”, è stata di grande impatto la relazione del giornalista e consigliere d’amministrazione della Rai, Arturo Diaconale. Quindi è intervenuto il noto semiologo Ugo Volli, ordinario di filosofia della comunicazione all’ateneo di Torino, seguito da Fulvio Salimbeni, docente di storia all’Università di Udine. Al Gran Maestro Stefano Bisi le conclusioni del seminario: «Non dobbiamo mai nasconderci nella nostra vita di relazione e nelle nostre scelte, per paura o mancanza di responsabilità, dietro il velo delle scuse. Possiamo scegliere bene, ma anche capire di aver sbagliato, l’importante è mettersi sempre in gioco e non fare male a noi stessi e agli altri». Il Gran Maestro ha concluso ricordando altresì l’esempio dei genitori di Valeria Solesin e, infine, ha auspicato il ritorno del Goi a Palazzo Giustiniani (l’accordo è del lontano 1991), per allestirvi un museo della Massoneria. Al seminario hanno portato i loro saluti anche Luigi Milazzi, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato, ed Enzio Volli, Gran Maestro Onorario, che ha avuto addirittura l’occasione di ascoltare gli interventi di entrambi i figli Paolo e Ugo. (di Stefano Cosma)
Antonio Celotti, un uomo a servizio della società
Nato il 27 giugno del 1906 a San Giorgio di Nogaro, Antonio Celotti ha dedicato tutta la vita alla cura e alla ricerca medica, conciliando le sue numerose attività con gli impegni in Massoneria dove entrò giovanissimo, all’età di 19 anni. Dopo gli studi ginnasiali e liceali si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova dove si specializzò in Tisiologia e Igiene. Iniziò la sua attività clinica presso l’Istituto Pneumologico Forlanini dell’Ospedale di Udine nel 1932 sotto la guida del professor Azzo Varisco, fondatore della scuola pneumologica udinese, diventando nel 1950 primario del reparto di pneumologia fino al pensionamento nel 1975. Ancora prima, dal 1940 al 1945, pur agendo in corsia, fu nominato direttore sanitario dell’Ospedale di Udine. La sua opera viene ricordata per aver assistito pazienti ebrei e militanti nella resistenza accolti con falso nome. Nel secondo dopoguerra fu testimone dell’avvio dell’era della chemio-antibiotico terapia che rivoluzionò il trattamento della malattia tubercolare, sino allora considerata una vera e propria piaga sociale. Sempre nell’Ospedale di Udine, prima di andare in pensione, favorì l’istituzione dei reparti di Pneumologia, Tisiologia e Fisiopatologia respiratoria e l’ulteriore crescita della scuola medica pneumologica. Una volta a riposo si dedicò a tempo pieno ad attività filantropiche (attraverso il Rotary udinese, l’Associazione Italia-Israele e l’Accademia Culturale di Udine) e alla Libera Muratoria.
Antonio Cerlotti entrò in Massoneria il 25 maggio 1925 nella storica loggia “La Vedetta” di cui fu più volte maestro venerabile. Con la ripresa dei lavori, dopo la seconda guerra mondiale, fu nella stessa loggia, diventando poi presidente del Collegio dei maestri venerabili del Friuli Venezia Giulia. Per oltre mezzo secolo appartenne inoltre al Rito Scozzese Antico Accettato fino a raggiungere i massimi incarichi e diventare nel 1973 Sovrano Gran Commendatore. Fu un attento studioso di fatti massonici come lo dimostra il suo libro “La Massoneria in Friuli. Prime ricerche sulla sua esistenza ed influenza” pubblicato nel 1982 e di cui curò una riedizione aggiornata in per il suo 100esimo compleanno. Scrisse nella prefazione: “Io, vecchio massone, penso che l’influenza della Massoneria sulla società si applichi attraverso i sentimenti e l’operare dei suoi appartenenti, non come Istituzione fine a sé stessa. Mi sono fatto questa convinzione durante la lunga appartenenza alla Massoneria e nella mia vita ho operato seguendo queste idee quanto meglio ho potuto”.
Si è spento il 13 luglio 2009 all’età di 103 anni. Le sue ceneri riposano nel cimitero di Gemona del Friuli.
ALLEGATI
- Brochure Udine 28 novembre 2015Dimensione: 3 MB
- Manifesto Udine 28 novembre 2015Dimensione: 322 kB