“70° della Repubblica Italiana. Ideali e uomini della Massoneria per la Costituzione” questo l’argomento della serata inaugurale della stagione dei prestigiosi “Martedì Letterari” organizzati dal 1982 al Teatro del Casinò di San Remo, in ricordo degli incontri letterari che avvenivano già negli anni ’30. Ospiti, Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, e Antonio Binni, Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia.
L’occasione è ghiotta, di quelle speciali che, probabilmente, verranno ricordate negli annali massonici: oggi, 26 gennaio 2016, è il primo incontro pubblico ufficiale fra un Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI) ed il Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori (ALAM) dopo la scissione avvenuta nel 1908. Come riporta Umberto Folena sul quotidiano “Avvenire” il pubblico è quello dei grandi eventi, tutti esauriti i posti del Teatro e della adiacente Sala Biribissi, “più di 600 partecipanti stipati e concentratissimi, capaci di applaudire sempre e solo al momento giusto, misurati come i Gran Maestri”. Presentati dalla Dott.ssa Taruffi, responsabile dell’Ufficio Stampa e Cultura della casa da gioco, portano rispettivamente gli entusiastici saluti dell’Amministrazione e del Casinò sanremesi l’assessore comunale Costanza Pireri ed il Presidente del Consiglio di Amministrazione Dott. Gian Carlo Ghinamo.
Condotto dal Prof. Aldo Mola il dibattito entra subito nel vivo, si mette in evidenza come la nostra Carta Costituzionale sia pervasa da quei principi massonici che caratterizzano le Costituzioni più libertarie, a cominciare da quella statunitense: analogamente a quanto avvenuto oltreoceano, Bartolomeo Ruini, Presidente della “Commissione dei 75”, incaricata di redigere il testo costituzionale, passò gran parte della sua esistenza in una Loggia massonica.
Stefano Bisi comincia ricordando la figura dell’artista e Fratello Paolo Antonio Paschetto che, nel 1947, si aggiudicò con concorso pubblico la realizzazione dello stemma della Repubblica Italiana e si concentra poi sul tema del lavoro, oggi drammaticamente rappresentato dalla manifestazione dei lavoratori dell’Ilva a Genova, e su quello della “convivenza” pacifica fra culture diverse: su questo solco vuole ricordare l’evento promosso dal Grande Oriente per le celebrazioni nazionali che presto si terrà proprio nella Moschea di Colle Val d’Elsa. L’Amor di patria è sempre stato uno dei cardini massonici sin dall’epoca pre-risorgimentale. Questi i valori massonici della Costituzione Italiana che trovano grande condivisione nel pubblico come dimostrato dal lungo applauso.
Antonio Binni, citando Goethe, mostra come il compito della Massoneria sia quello di condurre gli uomini sulla “sponda” della conoscenza, mentre da giurista pone l’accento sui “diritti fondamentali dell’Uomo” presenti nella Carta che hanno un sapore squisitamente massonico: la “centralità dell’Uomo, è uno dei principi fondamentali che vengono ribaditi con forza dal relatore.
Viene poi affrontato da Bisi il problema delle leggi regionali che, affermando l’obbligo di dichiarare o meno l’appartenenza massonica, limitano la libertà dell’individuo e sono in contrasto proprio con quei principi costituzionali che sono il fondamento di ogni democrazia di cui la Massoneria è stata leva, in passato ed oggi: sembra proprio che la legge sulla Privacy recentemente approvata valga per tutti meno che per i massoni.
L’attenzione si sposta poi sul tema dell’Istruzione, Binni ricorda come l’ignoranza sia per la Massoneria la piaga peggiore per l’individuo e la società, ma ribadisce l’importanza di “apprendere prima di insegnare”: la scuola deve creare una coscienza critica nei giovani il cui compito è imparare a ragionare. Bisi ribadisce quindi come questo nostro mondo abbia necessità di Maestri, aggiungendo che l’età più critica e formante sia quella delle scuole elementari e medie.
Si sofferma poi sulla libertà di pensiero e di stampa, parafrasando Umberto Eco, ricorda come ciascuno ora abbia lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel e puntualizza che i pilastri della comunicazione debbano essere la qualità e la consapevolezza che l’uso indiscriminato comporta un effetto contrario: la diffusione dei nostri simboli su internet e sui social ha forse come unico risultato la svendita o, peggio, la ridicolizzazione degli stessi da parte di coloro che hanno difficoltà oggettiva a comprenderli.
La comunicazione è fondamentale in quanto necessaria a comprendere che siamo tutti “figli dello stesso cielo”, una frase sostanziale che in forme leggermente diverse è stata riferita a Bisi in due occasioni, prima in un incontro con Mons. Agostinelli, allora Vescovo di Grosseto, e poi dall’Imam di Firenze, a testimonianza del fatto che i principi fondanti l’Umanità sono proprio l’Uguaglianza, nel rispetto delle varie culture, la convivenza, il volersi bene e la solidarietà. Binni, interviene affermando che l’Uomo è caratterizzato dal Pensiero che deve necessariamente esternarsi con la comunicazione e conclude dicendosi assolutamente d’accordo con la precedente affermazione di Bisi.
Mola incalza i due Gran Maestri con il rapporto con la Scienza ed i problemi di Bioetica. Binni afferma che la Massoneria è per propria natura progressiva così come la scienza, semmai il problema può essere rinvenuto nella tecnologia ovvero l’applicazione pratica della scienza. Precisa poi che la Bioetica deve essere assolutamente distaccata dai concetti religiosi: deve essere affrontata con laicità altrimenti può divenire un “soppruso”.
Infine il Mola introduce il tema dell’associazionismo vuoi sulla crisi di quello politico vuoi riguardo l’art.18 della Costituzione. Bisi sul primo quesito afferma l’assoluta neutralità politica del Gran Maestro, sebbene spesso si tenti di strumentalizzarne il pensiero. Semmai come Liberi Muratori possiamo cercare di trasferire la nostra propensione al dialogo portando nel mondo il metodo “laico” di un confronto che rispetti il pensiero dell’interlocutore; dobbiamo quindi andare fieri del lavoro che facciamo ogni sera nei nostri templi: siamo “costruttori di umanità”. Sull’art.18, Binni si sofferma sul fatto che in Massoneria esista solo la parola “servizio” e non “potere”: le associazioni basate sul “libero pensiero” fanno paura al potere e racconta come, nell’antica Roma, Adriano prima membro di numerose società misteriche operanti all’epoca, appena divenuto Imperatore le mise fuori legge, vietandone l’esistenza.
Entrambi i Gran Maestri si dicono assai favorevoli alla promulgazione di una legge che regoli l’associazionismo in Italia: questo eviterebbe il continuo proliferare di associazioni sedicenti massoniche.
Insomma, grande sintonia di intenti e condivisione dei principi iniziatici fra i due Gran Maestri che, auspicando ulteriori momenti di incontro, tengono a sottolineare la ferma volontà di proseguire ciascuno la propria diversa tradizione e caratterizzazione liberomuratoria. (Gianmichele Galassi)