«Nella provincia di Massa-Carrara sono ancora oggi operanti le logge massoniche Fantiscritti di Carrara e Carlo Sforza di Massa. L’anno scorso a Fivizzano è poi stata costituita una terza loggia, dedicata alla memoria di Giovanni Conti, un grande repubblicano che fu vicepresidente dell`Assemblea costituente. Le tre logge apuane, attualmente, raccolgono circa un centinaio di fratelli». A confermarlo è lo stesso Stefano Bisi, giornalista e gran maestro del Grande Oriente d’Italia, a margine dell’incontro tenutosi alla Fondazione Progetti per presentare il libro “Carbonari del XX secolo” di Gian Mario Cazzaniga e Marco Marinucci. «Queste logge – ha proseguito Bisi – sono impegnate in iniziative culturali ed umanitarie. Al loro interno gli affiliati imparano per prima cosa ad ascoltare e rispettare gli altri. Dirlo può sembrare banale, ma in un mondo dove l’intolleranza e la violenza sono all’ordine del giorno è difficile trovare un’istituzione che segue e diffonde questi ideali. In loggia, prima di tutto, sono importanti l’umiltà ed il silenzio». Bisi è poi tornato sulla polemica che di recente lo ha visto contrapposto a Mario Michele Giarrusso, capogruppo del Movimento 5 in Senato e membro della commissione parlamentare antimafia, il quale, proprio durante una visita a Carrara, avrebbe in qualche modo equiparato la massoneria alla criminalità organizzata, chiedendo accertamenti in merito alla presunta presenza della mafia in territorio apuano e della massoneria al vertice del potere politico carrarese. «Se sono qui oggi – ha spiegato il gran maestro – è anche per incontrare ed esprimere la mia solidarietà ai fratelli apuani, vittime, ancora una volta, dei soliti pregiudizi antimassonici, assai duri a morire. È grave che un parlamentare, senza produrre alcuna prova a sostegno delle proprie affermazioni, abbia offeso una comunità di onesti cittadini, gettando in un unico calderone mafia, massoneria e caso Gardini. Nonostante tutta questa ostilità nei nostri confronti, però, noi massoni dobbiamo andare avanti, come abbiamo sempre fatto». Il numero uno del Goi ha anche cercato di spiegare storicamente la nascita del pregiudizio antimassonico. «Nel 1738 – ha ricordato Bisi – le idee e l`organizzazione massonica subirono la prima condanna da parte di papa Clemente XII. La breccia di Porta Pia del 1870 ha poi aggravato la situazione, provocando una grave spaccatura tra liberali e cattolici. Anche la persecuzione operata dal fascismo, che impose la chiusura di tutte le logge ed in seguito la scoperta della loggia segreta P2 di Licio Gelli non hanno certo fatto bene all`istituzione. Bisogna però precisare che Gelli, una volta smascherato, è stato subito espulso dalla massoneria. Gli ingressi in loggia, poi, avvengono attraverso una selezione molto rigorosa. Ancora oggi – ha concluso – penso che la migliore definizione dei massoni sia quella fornita da Mario Calvino, padre del grande scrittore Italo, che parlò di noi come di uomini intenzionati a far del bene e a tutelare il libero pensiero».