Il grande progetto dell’unione dei popoli è ancora lontano dall’essere realizzato. Ma i valori su cui esso poggia sono condivisi. Il futuro della Ue tra luci e ombre è stato al centro di un dibattito che si è tenuto a Pescara il 16 gennaio. Titolo del convegno, promosso dal Grande Oriente d’Italia in collaborazione con il Collegio di Abruzzo-Molise, “ L’Europa tra integrazione e disintegrazione”. All’incontro che si è svolto presso l’Aurum di Pescara, in una sala affollatissima, ha partecipato il Gran Maestro Stefano Bisi. Dopo il saluto d’apertura del presidente circoscrizionale Luciano Artese, sono intervenuti i relatori: Marco Rocchi, professore di Statistica Medica all’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino e apprezzato massonologo, e tre docenti dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, l’economista Vittorio Carlei, lo psicologo Mario Fulchieri e la sociologa Eide Spedicato Iengo. “La Massoneria – ha tenuto a ricordare il Gran Maestro nel suo intervento- nasce nel cuore della cultura europea ed è espressione tipica della civiltà moderna. Storicamente, i suoi principi e il suo metodo hanno costruito una rete di valori su cui sono nati e cresciuti i paesi democratici”. “Proprio per questo – ha aggiunto – al di là delle teorie complottiste sempre in voga e alle quali sorridiamo, ritengo che i Liberi Muratori possano contribuire, a pieno titolo, alla discussione sul futuro nella nostra vecchia e amata Europa ed esprimere la loro visione del mondo, quella racchiusa nel trinomio di libertà- uguaglianza-fraternità a loro caro. Da uomo e cittadino sono convinto, e con me la stragrande maggioranza delle persone, che solo una voce corale di identità ed esperienze diverse possa dare il nuovo passo: spetta a noi europei guardarci e ascoltarci, senza paura e oltre ogni pregiudizio”. Cosa fare? Quale deve e può essere il ruolo dell’Italia per impedire questo precipizio? Sono le domande alle quali hanno cercato di dare risposte i relatori, concordi nel sottolineare la necessità di ripartire dalle idee, dalla cultura che possiede la forza prorompente di accorciare le distanze tra gli uomini e i popoli, come ha sottolineato Rocchi, che ha fatto un excursus storico iniziando dal mito greco su cui si fonda la nascita dell’Europa fino ad arrivare al Manifesto di Ventotene di Rossi e Spinelli, che sembra essere andato completamente disatteso. “Il problema dell’Europa – ha anche rimarcato Carlei – è che il suo collante è solo quello economico”. Sembrerebbe, ha detto, che “unicamente chi rispetta le regole economiche sia libero nell’attuale Europa”. Così non è. Per superare la forte crisi di valori che attanaglia il Vecchio Continente, ha detto, occorre recuperare “quella fratellanza identitaria, senza la quale non può esserci vera libertà”. Fulcheri si è soffermato sull’aspetto psicologico della distinzione fra integrazione e disintegrazione, mentre Eide Spedicato Iengo, ha parlato dell’impatto della tecnologia web sul mondo di oggi, di come si è diventati dei veri e propri viaggiatori globali anche virtuali, mettendo in guardia dal rischio di scomparsa delle individualità e di eccesso di omologazione, che non equivale certo a integrazione. L’identità particolaristica, ha osservato, è qualcosa da preservare, ma deve mirare nel contesto dell’Europa Unita, al bene comune. E’ necessario, dunque, riflettere su quanto ricca sia la nostra storia di europei. Ma soprattutto quello a cui bisogna lavorare è rimettere al centro la persona, riscoprire quei valori fondamentali sui quali è nato e ha preso poi forma lo straordinario progetto di costruire un’Europa unita e libera, libera per sempre dai fantasmi orrendi di guerre e totalitarismi.