Il Rito di York è una grande avventura dello spirito, ha detto Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell’Arco Reale, in una recente serata a Piombino. «Si dice che l’iniziazione è quella cosa in cui entra un cuore agitato per uscirne in pace». Così la Massoneria in generale, e un percorso di approfondimento come il nostro, è il luogo dove possiamo vivere questo momento di salute dell’anima. È una farmacia. Un teatro farmaceutico, dove tutto dà robustezza alla nostra comprensione delle cose. Ci sostiene. È quello che diceva Epicuro nella sua nota Lettera sulla Felicità. A Meneceo parla di un quadrifarmaco, qualcosa cioè che sappia ‘curare’ quattro paure per l’uomo. Quella del trascendente, di un cielo che ci guarda e che ci fa domande a cui non sappiamo rispondere. Quella della morte, che è il destino che apparentemente tutto porta via. Quella della felicità che abbiamo la sensazione di non riuscire mai a trattenere per noi. E quella del dolore che invece è qualcosa che ci sembra inevitabile. Questo equilibrio è quello dell’iniziato. E per arrivare a questo traguardo nessuna età sarà mai passata e nessun lavoro sarà mai vano».
lunedì 12 dicembre 2016
Tiziano Busca a Piombino: «Il Rito di York è una farmacia dell’anima»
Il Rito di York è una grande avventura dello spirito, ha detto Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell’Arco Reale, in una recente serata a Piombino. «Si dice che l’iniziazione è quella cosa in cui entra un cuore agitato per uscirne in pace». Così la Massoneria in generale, e un percorso di approfondimento come il nostro, è il luogo dove possiamo vivere questo momento di salute dell’anima. È una farmacia. Un teatro farmaceutico, dove tutto dà robustezza alla nostra comprensione delle cose. Ci sostiene. È quello che diceva Epicuro nella sua nota Lettera sulla Felicità. A Meneceo parla di un quadrifarmaco, qualcosa cioè che sappia ‘curare’ quattro paure per l’uomo. Quella del trascendente, di un cielo che ci guarda e che ci fa domande a cui non sappiamo rispondere. Quella della morte, che è il destino che apparentemente tutto porta via. Quella della felicità che abbiamo la sensazione di non riuscire mai a trattenere per noi. E quella del dolore che invece è qualcosa che ci sembra inevitabile. Questo equilibrio è quello dell’iniziato. E per arrivare a questo traguardo nessuna età sarà mai passata e nessun lavoro sarà mai vano».