venerdì 6 marzo 2015
La Scala di Giacobbe nella Tavola di Tracciamento del grado di Apprendista
La Scala di Giacobbe è un simbolo mantenuto in uso, in tutta la sua vitalità, nella tradizione massonica anglosassone, ed è ben presente nella Tavola di Tracciamento del grado di Apprendista.
"Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa" (Genesi 28, 10-15).
Poi Iddio stesso, che apparve in cima alla scala, gli parlò, confermandogli il Berith, il patto stabilito con Abramo.
Il luogo in cui avvenne la manifestazione celeste era denominato Lutz, ma Giacobbe lo chiamò Beth-‘El, la casa di Dio.
Secondo un’interpretazione qabbalistica, il sogno descrive il pellegrinaggio dell’anima dopo la morte; Lutz sarebbe il sepolcro, e Beth-‘El il regno di Dio, che concluderà le ascese e le discese dello spirito, al termine dei cicli di morte-rinascita.
La Massoneria tradizionale considera la Scala di Giacobbe simbolo delle virtù umane, specialmente della Fede, definita prova delle cose mai viste, la Speranza, ancora dell’anima, e la Carità, ovvero l’Amore, unica prova della sincerità della Fede.
Alcuni autori massoni forniscono interpretazioni simboliche della Scala di Giacobbe. L’Oliver, nella visione giacobiana, nel 1837 sosteneva che "le nuvole scure dell’ira divina sono dissolte, i cieli sono aperti, e godiamo di un raggio della sua gloria nella copertura celestiale della Loggia … Su questa scala gli angeli salivano e scendevano di continuo, per
ricevere comunicazioni dall’Altissimo, e per disseminare le loro grandi comunicazioni sulla faccia della terra … Abbiamo qui una straordinaria coincidenza di tradizione rispetto alla Scala Massonica, esistente in ogni regione del mondo … Tra noi questa pratica si fonda sulla forte base della Fede, che è il primo gradino della Scala poggiante sulla parola di Dio. Essa produce una Speranza ben fondata di condividere le promesse registrate in quel Libro
Sacro; e questo è il secondo gradino della Scala Massonica. Il terzo ed il più perfetto gradino è la carità, mediante la quale è raggiungibile la cima della Scala, metaforicamente parlando il regno della beatitudine, la dimora del diletto puro e permanente" (vedi Symbolism in Craft Freemasonry, di C. Dyer).
Più recentemente il Guenon ha scritto: "L’Asse dell’Universo è come una Scala, sulla quale si effettua un perpetuo movimento ascendente e discendente".
Il Moramarco, che queste note ha mirabilmente raccolto, nella sua Nuova Enciclopedia Massonica, scrive che "Far sì che si compia tale movimento è infatti la destinazione essenziale della Scala, da un altro lato la sua particolare forma impone alcune osservazioni: i suoi due montanti verticali corrispondono alla dualità dell’Albero della Scienza o, nella Cabala ebraica, alle due colonne di destra e di sinistra dell’Albero Sefirotico; né l’uno né l’altro è propriamente assiale, e la colonna di mezzo, che è l’asse vero e proprio, non è raffigurata in modo sensibile; d’altronde l’intera Scala, nel suo complesso, è in certo modo unificata dai pioli che congiungono i due montanti e che, essendo posti orizzontalmente tra questi, hanno necessariamente i loro punti centrali proprio sull’asse. Si vede così come la Scala offra un simbolismo completo: essa è come un ponte verticale che si eleva attraverso tutti i mondi, permettendo di percorrerne l’intera gerarchia passando di piolo in piolo; nello stesso tempo i pioli sono i mondi stessi, cioè i diversi livelli o gradi dell’Esistenza Universale. Tale significato è evidente nel simbolismo biblico della Scala di Giacobbe, lungo la quale gli angeli salgono e scendono. Ed è noto che Giacobbe, nel luogo in cui aveva avuto la visione, posò una pietra che "eresse come un pilastro", la quale è anche una raffigurazione dell’Asse del Mondo, sostituendosi alla Scala stessa. Gli angeli rappresentano gli stati superiore dell’essere, e ad essi corrispondono più particolarmente i pioli, il che si spiega col fatto che la Scala va considerata con la base poggiata a terra, ovvero per noi è necessariamente il nostro mondo, il supporto a partire dal quale si deve affrontare l’ascensione".
Infine Giuseppe Mazzini (Dal Concilio a Dio, 1870) scrive che "Noi vediamo negli angeli l’anima dei giusti che vissero nella Fede e morirono nella Speranza. Nell’angelo custode ed ispiratore, l’anima della creatura che più santamente e costantemente ci amò, riamata, sulla terra, ed ebbe per ricompensa la missione o la potenza di vegliare su di noi giovandoci: la Scala fra terra e cielo, intraveduta in sogno da Giacobbe, rappresenta per noi la doppia serie ascendente e discendente delle nostre trasformazioni sulla via dell’iniziazione all’Ideale divino, e delle influenze benefiche esercitate su noi dagli esseri cari che su quella via ci precedono"