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lunedì 16 marzo 2015

"Massoneria e Letteratura italiana tra Ottocento e Novecento"

Nuova Antologia
Vi fu e quale fu il rapporto tra massoneria e scrittori italiani tra Otto e Novecento? Nonostante il campo d'indagine in oggetto risulti molto vasto, uno studio sistematico sulla questione non è ancora stato realizzato e sono poche le pubblicazioni critiche reperibili sull'argomento. Un approfondimento di questo tema contribuirebbe certamente, oltre che a gettare nuova luce sull'opera di molti letterati, anche a rimettere in discussione alcune convinzioni ormai sedimentate e a rivedere, almeno in parte, la figura di questi scrittori e l'influenza che le loro opere hanno esercitato sulla cultura e sulla società del tempo. Se tra i grandi autori della letteratura mondiale che hanno aderito a istituzioni massoniche si annoverano: Goethe, Lessing, Kipling, Scott, Wilde, Tagore ecc., anche la letteratura italiana può vantare un numero cospicuo di scrittori che hanno aderito alla massoneria nei primi duecento anni della sua esistenza, o che sono comunque stati vicini agli ideali massonici. Intellettuali quali: Giosuè Carducci, Francesco Saverio Salfi, Carlo Porta, Arturo Graf, Carlo Collodi, Carlo Goldoni, Cesare Abba, Edmondo De Amicis, Francesco De Sanctis, Gabriele D'Annunzio, Giovanni Pascoli, Giacomo Casanova, Salvatore Quasimodo, Trilussa, Ugo Foscolo, Vincenzo Monti e altri. Ma di questo elenco, incompleto, ci limiteremo ad analizzare soltanto alcuni in un periodo che va dalla fine del XIX alla prima metà del XX secolo circa, di cui esistono testimonianze dirette dell'appartenenza all'istituizione, o intorno ai quali si è sviluppato un dibattito volto a chiarire la loro presunta affiliazione. È interessante notare come quasi sempre i manuali di letteratura passino sotto silenzio l'appartenenza di questi autori alla massoneria, considerando la cosa di scarsa importanza, e questo anche nel caso dei due massoni italiani Premi Nobel per la letteratura: Giosuè Carducci e Salvatore Quasimodo. (Nuova Antologia articolo di Mario Ruggiero)