Da Arezzo a Gerusalemme. Il lungo viaggio in bicicletta di Leonardo Valentini, della Loggia Citius (825) di Firenze, è cominciato ad aprile ed è arrivato a destinazione il 1° giugno nel segno della fratellanza e dei valori di pace e di comprensione reciproca che contraddistinguono gli uomini di buona volontà, come i liberi muratori. Leonardo aveva annunciato al suo maestro venerabile l’intenzione di percorrere migliaia di chilometri per arrivare a Gerusalemme e portare nella “Terra Santa delle tre grandi religioni che condividono l’Essere Supremo – così aveva scritto in una nota – un messaggio da consegnare ai fratelli massoni della Gran Loggia dello Stato di Israele”. Il suo cammino voleva essere un ‘pellegrinaggio laico’, e così è stato, fino alla meta prefissata “in questo anno 2016 – scriveva ancora al suo venerabile – caratterizzato dal nome di Francesco e dalle antiche straordinarie idee che questo grande nome incarna. Ideali sempre attuali, di tolleranza e di pace. Le stesse, in sostanza, della nostra istituzione”. Per spiegare meglio il percorso aveva inviato al venerabile una cartina del “Mare Nostrum” con la traccia del suo lungo viaggio.
Leonardo Valentini, classe 1947, non è più giovanissimo ma ha una tempra e una passione per i sentimenti e i valori più alti che generano grande rispetto. È partito dalla Basilica di San Francesco da Arezzo, sua città natale, per toccare il Santuario della Verna, la Basilica di Francesco ad Assisi, per poi continuare verso la bizantina basilica di San Vitale a Ravenna e quella suprema di San Marco a Venezia. Da Trieste è sceso in Dalmazia attraverso Spalato, Zara, Ragusa e Durazzo. E via via ha seguito l’antichissima via Egnazia, una via romana dall’Adriatico all’Egeo, il cui tracciato porta ancora oggi a Istanbul. Ha pedalato fino a raggiungere Gerusalemme completando la sua “credenziale” con i timbri delle chiese cristiane, delle moschee dell’islam e delle sinagoghe ebraiche. E questo seguendo una bella tradizione che ha imparato nel Cammino di Santiago di Compostela.
Leonardo giunto a Gerusalemme ha portato il saluto della sua loggia con un messaggio scritto di speranza e di amore fraterno. “Come un tedoforo – si legge nel testo a firma del maestro venerabile della “Citius” – il nostro Fratello Valentini ha portato fino a voi la teda ideale del fuoco della passione e della fede che ci uniscono, necessarie per condurre a buon fine l’Arte che ci accomuna. […] Il lungo percorso è stato compiuto con un mezzo antico che pare trovi origine in alcuni disegni di Leonardo da Vinci, datati al XV secolo. Questa scelta mostra un potente valore simbolico. L’impegno fisico e mentale che occorre, a diretto contatto con la terra del suolo, il vento dell’aria e l’acqua della pioggia, può essere considerato un emblema della vita umana stessa, irta di passioni, ostacoli e difficoltà. Il tragitto fisico diviene il viaggio che ciascuno di noi compie nel cuore e nella mente, caratterizzato dalle irregolarità del percorso e del rumore fattoci intorno. Tutti noi impariamo a considerare le prime per poterle superare, a far tacere il secondo per mantenere coerenza e unità d’intenti nella prosecuzione del viaggio”. […] Trovarci idealmente insieme, al di là di quelle estese distanze geografiche a Oriente e a Occidente che la forza e la volontà dell’uomo sanno superare, conferma la validità universale dell’intento comune e ne rinnova il vigore”. “La presenza nel vostro Tempio – finisce il documento – sereni della vostra accoglienza, diviene così ratifica della via iniziatica. Non un punto di arrivo ma di partenza che permette di guardare con impegno comune fiducia al bene e al progresso dell’umanità, oltre il confine delle Nazioni”
Il Gran Segretario della Gran Loggia dello Stato di Israele, Victor Serezo, ha accolto il nostro Leonardo e ha preso in consegna il messaggio, apponendovi il sigillo rosso in ceralacca della Gran Loggia, con l’impegno di consegnarlo al Gran Maestro Avi Baranes. In ricordo della visita, Leonardo Valentini ha ricevuto il sigillo della Gran Loggia israeliana che rimarrà nei tesori più preziosi della loggia fiorentina.
C’è tuttavia un altro bene che sarà custodito, e supera qualsiasi valore, che rimarrà segno intangibile di questa bellissima esperienza: è quello della speranza che nasce dall’unione dei cuori e delle menti che sentono e credono nella necessità di un nuovo percorso di pace. Un bene che vuole essere per tutti, nel simbolo dell’umanità intera.