“Non è la prima volta che accade, e probabilmente non sarà neanche l’ultima occasione in cui sarò costretto a intervenire a difesa di una Istituzione che col malaffare e la criminalità organizzata non ha nulla a che vedere. Una Istituzione alta e dai nobili principi che merita rispetto ed attenzione per quello che fa nei confronti della Società e che solo in Italia viene spesso evocata in maniera gratuita e negativa, ed utilizzata come capro espiatorio e/o fumo negli occhi per coprire ben altre situazioni e consorterie”. Il Gran Maestro Stefano Bisi replica al Procuratore generale delle Marche, Vincenzo Macrì che in un’intervista al Resto Del Carlino ha definito la Massoneria il collante dei poteri forti, delle lobby e del malaffare che controllano il territorio. “Noi ci sforziamo di essere e vogliamo continuare ad essere – scrive il Gran Maestro – un unico, grande potere: quello dell’uomo al servizio dell’uomo. Una lenta, dura e difficile opera di miglioramento della singola persona e dell’Umanità che non ammette deviazioni ed illegalità. Queste vie non fanno sicuramente parte della nostra Tradizione, dei nostri principi e della nostra Cultura.”
Il testo integrale della lettera
Egregio Procuratore Generale, dopo aver letto le sue dichiarazioni nell’intervista rilasciata al Resto del Carlino edizione di Ancona del 7 luglio ho avvertito un forte stato di disagio, di indignazione e di estrema preoccupazione per il linguaggio e la facilità con cui, anche da parte di autorevoli membri delle Istituzioni come Lei, viene tirata sistematicamente in ballo la Massoneria.
Non è la prima volta che accade, e probabilmente non sarà neanche l’ultima occasione in cui sarò costretto a intervenire a difesa di una Istituzione che col malaffare e la criminalità organizzata non ha nulla a che vedere. Una Istituzione alta e dai nobili principi che merita rispetto ed attenzione per quello che fa nei confronti della Società e che solo in Italia viene spesso evocata in maniera gratuita e negativa, ed utilizzata come capro espiatorio e/o fumo negli occhi per coprire ben altre situazioni e consorterie.
Nello scorso aprile indirizzai un’analoga lettera alla sua collega di Palermo dottoressa Teresa Principato per le generiche e a nostro avviso infamanti equazioni massoneria=mafia. Nell’intervista resa all’autorevole quotidiano marchigiano, Lei addirittura ora non esita a definire la Massoneria con la parola “collante” di “un intreccio di lobby, poteri forti, consociativismi, tutele reciproche, grazie alle entrature nelle Istituzioni, alle amicizie”. Potrà ben capire la gravità e la pericolosità sociale di una simile affermazione nei delicati e bui periodi che tutti noi viviamo.
Le nostre sedi non sono occulte, ma pubbliche, con tanto di targa ben visibile in tante vie d’Italia, da Trento a Marsala ad Ancona. Accusare la Massoneria di essere un “collante fra i poteri”, affermazione che mi lascia basito, quasi senza parole e che mi permetto di respingere con irremovibile e ferma autorità, potrebbe armare la mano dei folli e potrebbe causare prima o poi qualche tragico evento del quale poi sarebbe sin troppo facile dolersene. Ritengo innanzitutto che sia sbagliato e ingiusto mettere a repentaglio la vita di tante brave persone, di tanti cittadini che sono stimati ed operano con onestà e rigore morale la loro professione ad Ancona come in altre città delle Marche dove il Grande Oriente è presente da secoli.
Vorrei solo fare alcuni esempi della laboriosità e della generosità dei fratelli marchigiani che mi auguro potranno essere utili a Lei e all’opinione pubblica per riflettere e capire che cosa fa veramente la Massoneria e cosa significa essere massoni. Il nostro Ordine di recente si è detto disponibile a contribuire alla permanenza di corsi universitari a Jesi che, per mancanza di fondi, rischiano la chiusura. Sempre in questa terra il Collegio delle Marche ha donato 60 mila euro per una importante ricerca sull’Alzheimer da parte dell’Università politecnica delle Marche. È stata costituita da oltre un anno, sempre su impulso del Collegio marchigiano, un’associazione di promozione sociale che si chiama “Non ti scordar di me” con cui si vogliono incrementare le iniziative di solidarietà sociale che peraltro molte logge svolgono discretamente da sempre. Due fratelli hanno aperto a Camerano, con gli Asili Notturni, un ambulatorio odontoiatrico in cui vengono curati gratuitamente i bisognosi. Senza dimenticare gli interventi che il Grande Oriente ha effettuato in occasione di calamità naturali che hanno colpito le popolazioni della nostra amata Penisola.
Nello scorso aprile indirizzai un’analoga lettera alla sua collega di Palermo dottoressa Teresa Principato per le generiche e a nostro avviso infamanti equazioni massoneria=mafia. Nell’intervista resa all’autorevole quotidiano marchigiano, Lei addirittura ora non esita a definire la Massoneria con la parola “collante” di “un intreccio di lobby, poteri forti, consociativismi, tutele reciproche, grazie alle entrature nelle Istituzioni, alle amicizie”. Potrà ben capire la gravità e la pericolosità sociale di una simile affermazione nei delicati e bui periodi che tutti noi viviamo.
Le nostre sedi non sono occulte, ma pubbliche, con tanto di targa ben visibile in tante vie d’Italia, da Trento a Marsala ad Ancona. Accusare la Massoneria di essere un “collante fra i poteri”, affermazione che mi lascia basito, quasi senza parole e che mi permetto di respingere con irremovibile e ferma autorità, potrebbe armare la mano dei folli e potrebbe causare prima o poi qualche tragico evento del quale poi sarebbe sin troppo facile dolersene. Ritengo innanzitutto che sia sbagliato e ingiusto mettere a repentaglio la vita di tante brave persone, di tanti cittadini che sono stimati ed operano con onestà e rigore morale la loro professione ad Ancona come in altre città delle Marche dove il Grande Oriente è presente da secoli.
Vorrei solo fare alcuni esempi della laboriosità e della generosità dei fratelli marchigiani che mi auguro potranno essere utili a Lei e all’opinione pubblica per riflettere e capire che cosa fa veramente la Massoneria e cosa significa essere massoni. Il nostro Ordine di recente si è detto disponibile a contribuire alla permanenza di corsi universitari a Jesi che, per mancanza di fondi, rischiano la chiusura. Sempre in questa terra il Collegio delle Marche ha donato 60 mila euro per una importante ricerca sull’Alzheimer da parte dell’Università politecnica delle Marche. È stata costituita da oltre un anno, sempre su impulso del Collegio marchigiano, un’associazione di promozione sociale che si chiama “Non ti scordar di me” con cui si vogliono incrementare le iniziative di solidarietà sociale che peraltro molte logge svolgono discretamente da sempre. Due fratelli hanno aperto a Camerano, con gli Asili Notturni, un ambulatorio odontoiatrico in cui vengono curati gratuitamente i bisognosi. Senza dimenticare gli interventi che il Grande Oriente ha effettuato in occasione di calamità naturali che hanno colpito le popolazioni della nostra amata Penisola.
Egregio Procuratore, queste operazioni sono il vero “collante” che lega la Massoneria alla Società. Noi vogliamo diventare un potere forte, ma non di quella categoria di cui ci si accusa semplicisticamente e ingenerosamente, ma di ben altro e alto livello iniziatico e spirituale. Noi ci sforziamo di essere e vogliamo continuare a essere un unico, grande potere: quello dell’uomo al servizio dell’uomo. Una lenta, dura e difficile opera di miglioramento della singola persona e dell’Umanità che non ammette deviazioni e illegalità. Queste vie non fanno sicuramente parte della nostra Tradizione, dei nostri principi e della nostra Cultura.
Noi massoni, in piena osservanza delle leggi e nella tolleranza delle opinioni altrui, non possiamo restare a guardare che la Massoneria e il nostro lavoro vengano discriminati ed infangati con presunti intrecci, e teorie di collusioni che non ci appartengono. Ne va dell’onore, del prestigio e dell’essenza che è alla base dell’esistenza della Libera Muratoria e della vita stessa di ogni massone.
Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani