Già intorno ai primi anni del XVIII secolo nelle colonie inglesi del Nord America si era sviluppata una base industriale di prim’ordine.
Gli Inglesi, che si erano imposti come prima potenza commerciale del pianeta a partire dal secolo XVII (vedi mio articolo “le origini del capitalismo inglese”), con il cosiddetto commercio trilaterale, continuarono e ampliarono i loro flussi commerciali tra l’Inghilterra, l’Africa e le Americhe.
Non si limitavano più a scambiare schiavi con materie prime in America del Sud, come facevano nel secolo precedente, ma iniziarono a scambiare gli schiavi Africani con i commercianti delle loro colonie americane, che in cambio gli fornivano la ghisa, che veniva ottenuta nelle fabbriche della Pennsilvania, utilizzando il carbone come combustibile.
Nel contempo nelle colonie inglesi d’America si producevano navi (a Boston), rhum e altri beni che potevano essere esportati in Inghilterra. Inevitabilmente nelle colonie del Nord si stava creando una base capitalista, mentre le colonie del Sud erano fondate sull’agricoltura.
Il crescente peso economico delle colonie del Nord, favorì un sentimento anti-inglese che sarebbe sfociato anni più tardi nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, del 1776.
Ma quale fu la forza che guidò la rivoluzione?
Già a partire dal 1754 Benjiamin Franklin, che apparteneva alla Massoneria, fu il cardine del movimento indipendentista che ebbe inizialmente una spinta economica. I coloni erano stanchi di pagare imposte alla Corona inglese e impulsarono il contrabbando.
Benjamin Franklin, aveva degli stretti legami anche con la Massoneria europea, che stava impulsando la Rivoluzione Francese (1789).
Alcuni storici, nel descrivere gli ultimi decenni del XVIIIsecolo, parlano di Rivoluzione Atlantica, per descrivere i processi, guidati dalla Massoneria, che portarono alla rivoluzione americana e a quella francese.
Il gruppo dei massoni influenti delle colonie americane era costituito, oltre che da Benjamin Franklin, anche da Thomas Jefferson, George Washington, il marchese de la Fayette, John Adams e Alexander Hamilton.
I massoni però avevano bisogno di un episodio che potesse far scattare la scintilla rivoluzionaria e che facesse crescere il sentimento anti-inglese nella masse: nel dicembre del 1773 a Boston un gruppo di coloni buttò a mare un caricò di te inglese. La tassa imposta da Londra sulle esportazioni di te era, infatti, vista come ingiusta dagli americani, che si sentivano controllati dalla Corona.
Le ostilità tra la Corona d’Inghilterra e le colonie americane seguirono fino a sfociare nella prima battaglia campale, a Lexington, nel 1775.
Come è noto il 4 luglio del 1776, 13 delle 14 colonie (Maryland, Delaware, Virginia, North Carolina, South Carolina, Georgia, New Jersey, Pennsylvania, New York, Massachusetts, Rhode Island, New Hampshire, Connecticut), si costituirono in Unione, e proclamarono la loro indipendenza rispetto alla Corona d’Inghilterra.
Di 56 uomini che firmarono la Dichiarazione d’Indipendenza, 52 appartenevano alla Massoneria.
Anche il Maine, la quattordicesima colonia, aveva partecipato al processo rivoluzionario, ma per motivi simbolici gli Stati che formavano l’Unione dovevano essere 13, e non 14. Il Maine fu ammesso all’Unione in seguito.
La Massoneria, infatti, è nata inizialmente come una corrente spirituale le cui origini rimontano a tempi antichissimi, addirittura alla civiltà Egizia.
Molti simboli, infatti, richiamano a tradizioni spirituali dell’India, della Mesopotamia e dell’Egitto. Per esempio l’esagramma, la famosa stella di David che oggi è usata nella bandiera dello Stato d’Israele, è un simbolo indiano che rappresenta l’Unione con l’Assoluto. Da notare che l’esagramma è composto da 13 punti, che lo formano.
Il 13 pertanto, nella simbologia massonica è molto importante: al grado tredicesimo della scala massonica corrisponde, infatti, il nome originale di Dio, come viene descritto nella Bibbia: Jehova.
Fu però il Gran Sigillo degli Stati Uniti d’America, (o stemma), dove fu riunita la maggioranza dei simboli massonici: esso fu ideato espressamente da Benjamin Franklin, Thomas Jefferson e John Adams.
Nella parte frontale del sigillo è raffigurata un’aquila sormontata da un’esagramma.
L’aquila come sappiamo è un simbolo antichissimo per rappresentare l’animale più vicino a Dio: rappresenta la purezza, è fu raffigurata in tutte la culture antiche, incluso nel regno della regina di Saba, nell’odierno Yemen. Grande importanza ha avuto l’aquila e il condor nelle culture andine che, insieme al giaguaro e al serpente, simboleggiava la cosiddetta Trinità andina.
L’esagramma che sormonta l’aquila, formato appunto da 13 stelle è la rappresentazione dell’unione dell’uomo con Dio, ed ebbe origine in India.
Gli artigli dell’aquila tengono 13 frecce ed un ramoscello con 13 foglie e 13 frutti. Vi è poi uno scudo adornato da 13 strisce a protezione dell’aquila.
Nel suo becco l’aquila tiene un nastro con scritto E PLURIBUS UNUM, che può essere tradotto come: “Da molti, uno”. Da notare che le lettere di quest’ultima frase, sono 13.
Altro particolare importante: in alcune raffigurazioni delle culture andine e amazzoniche, come per esempio a San Agustin (Colombia), vi è un aquila che morde un serpente nel suo becco. Il nastro dove è scritto E PLURIBUS UNUM potrebbe rappresentare anche un serpente, simbolo di vita e di potenza nella gran parte delle culture antiche.
Nel rovescio del sigillo è stata rappresentata una piramide tronca composta tra 13 gradoni e sormontata da un occhio racchiuso in un triangolo. Sappiamo che nella tradizione ebraica sia il triangolo che l’Occhio Onniveggente rappresentano il Creatore.
Al di sopra della piramide vi è la scritta ANNUIT COEPTIS che può essere tradotta come “La Divinità ha approvato”.
Da notare che anche la frase ANNUIT COEPTIS (come E PLURIBUS UNUM), è composta da 13 lettere.
Al di sotto della piramide vi è la scritta NOVO ORDUM SECLORUM, che può essere tradotta come: “nuovo ordine dei secoli”.
NOVUS ORDO SECLORUM è stato volutamente scritto così utilizzando 17 lettere: mentre in latino, la frase giusta sarebbe NOVUS ORDO SECOLORUM, che ne contiene 18. Probabilmente i Padri della Patria (1), vollero indicare il concetto di perpetuazione e realizzazione, simboleggiato, nella numerologia, dal 17.
Il grande sigillo degli Stati Uniti è oggi raffigurato interamente nella banconota da 1 dollaro, mentre la parte frontale è riprodotta nella facciata del passaporto degli Statunitensi.
L’altra fondazione simbolica dei Padri della Patria è stata la città di Washington, le cui geometrie richiamano senza ombra di dubbio alla grande piramide di Giza e ad antiche tradizioni Egizie e Mesopotamiche.
I Padri della Patria, hanno utilizzato la complessa simbologia della Massoneria nella fondazione degli Stati Uniti d’America, perché era parte della loro tradizione.
Come sappiamo la simbologia è di somma importanza per ogni essere umano, anzi il simbolo, è proprio ciò che ci differenzia dagli animali. Tutto ciò che facciamo, la maniera come attuiamo, persino come mangiamo, ha una valenza simbolica, allo scopo di omaggiare l’Assoluto.
Gli Inglesi, che si erano imposti come prima potenza commerciale del pianeta a partire dal secolo XVII (vedi mio articolo “le origini del capitalismo inglese”), con il cosiddetto commercio trilaterale, continuarono e ampliarono i loro flussi commerciali tra l’Inghilterra, l’Africa e le Americhe.
Non si limitavano più a scambiare schiavi con materie prime in America del Sud, come facevano nel secolo precedente, ma iniziarono a scambiare gli schiavi Africani con i commercianti delle loro colonie americane, che in cambio gli fornivano la ghisa, che veniva ottenuta nelle fabbriche della Pennsilvania, utilizzando il carbone come combustibile.
Nel contempo nelle colonie inglesi d’America si producevano navi (a Boston), rhum e altri beni che potevano essere esportati in Inghilterra. Inevitabilmente nelle colonie del Nord si stava creando una base capitalista, mentre le colonie del Sud erano fondate sull’agricoltura.
Il crescente peso economico delle colonie del Nord, favorì un sentimento anti-inglese che sarebbe sfociato anni più tardi nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, del 1776.
Ma quale fu la forza che guidò la rivoluzione?
Già a partire dal 1754 Benjiamin Franklin, che apparteneva alla Massoneria, fu il cardine del movimento indipendentista che ebbe inizialmente una spinta economica. I coloni erano stanchi di pagare imposte alla Corona inglese e impulsarono il contrabbando.
Benjamin Franklin, aveva degli stretti legami anche con la Massoneria europea, che stava impulsando la Rivoluzione Francese (1789).
Alcuni storici, nel descrivere gli ultimi decenni del XVIIIsecolo, parlano di Rivoluzione Atlantica, per descrivere i processi, guidati dalla Massoneria, che portarono alla rivoluzione americana e a quella francese.
Il gruppo dei massoni influenti delle colonie americane era costituito, oltre che da Benjamin Franklin, anche da Thomas Jefferson, George Washington, il marchese de la Fayette, John Adams e Alexander Hamilton.
I massoni però avevano bisogno di un episodio che potesse far scattare la scintilla rivoluzionaria e che facesse crescere il sentimento anti-inglese nella masse: nel dicembre del 1773 a Boston un gruppo di coloni buttò a mare un caricò di te inglese. La tassa imposta da Londra sulle esportazioni di te era, infatti, vista come ingiusta dagli americani, che si sentivano controllati dalla Corona.
Le ostilità tra la Corona d’Inghilterra e le colonie americane seguirono fino a sfociare nella prima battaglia campale, a Lexington, nel 1775.
Come è noto il 4 luglio del 1776, 13 delle 14 colonie (Maryland, Delaware, Virginia, North Carolina, South Carolina, Georgia, New Jersey, Pennsylvania, New York, Massachusetts, Rhode Island, New Hampshire, Connecticut), si costituirono in Unione, e proclamarono la loro indipendenza rispetto alla Corona d’Inghilterra.
Di 56 uomini che firmarono la Dichiarazione d’Indipendenza, 52 appartenevano alla Massoneria.
Anche il Maine, la quattordicesima colonia, aveva partecipato al processo rivoluzionario, ma per motivi simbolici gli Stati che formavano l’Unione dovevano essere 13, e non 14. Il Maine fu ammesso all’Unione in seguito.
La Massoneria, infatti, è nata inizialmente come una corrente spirituale le cui origini rimontano a tempi antichissimi, addirittura alla civiltà Egizia.
Molti simboli, infatti, richiamano a tradizioni spirituali dell’India, della Mesopotamia e dell’Egitto. Per esempio l’esagramma, la famosa stella di David che oggi è usata nella bandiera dello Stato d’Israele, è un simbolo indiano che rappresenta l’Unione con l’Assoluto. Da notare che l’esagramma è composto da 13 punti, che lo formano.
Il 13 pertanto, nella simbologia massonica è molto importante: al grado tredicesimo della scala massonica corrisponde, infatti, il nome originale di Dio, come viene descritto nella Bibbia: Jehova.
Fu però il Gran Sigillo degli Stati Uniti d’America, (o stemma), dove fu riunita la maggioranza dei simboli massonici: esso fu ideato espressamente da Benjamin Franklin, Thomas Jefferson e John Adams.
Nella parte frontale del sigillo è raffigurata un’aquila sormontata da un’esagramma.
L’aquila come sappiamo è un simbolo antichissimo per rappresentare l’animale più vicino a Dio: rappresenta la purezza, è fu raffigurata in tutte la culture antiche, incluso nel regno della regina di Saba, nell’odierno Yemen. Grande importanza ha avuto l’aquila e il condor nelle culture andine che, insieme al giaguaro e al serpente, simboleggiava la cosiddetta Trinità andina.
L’esagramma che sormonta l’aquila, formato appunto da 13 stelle è la rappresentazione dell’unione dell’uomo con Dio, ed ebbe origine in India.
Gli artigli dell’aquila tengono 13 frecce ed un ramoscello con 13 foglie e 13 frutti. Vi è poi uno scudo adornato da 13 strisce a protezione dell’aquila.
Nel suo becco l’aquila tiene un nastro con scritto E PLURIBUS UNUM, che può essere tradotto come: “Da molti, uno”. Da notare che le lettere di quest’ultima frase, sono 13.
Altro particolare importante: in alcune raffigurazioni delle culture andine e amazzoniche, come per esempio a San Agustin (Colombia), vi è un aquila che morde un serpente nel suo becco. Il nastro dove è scritto E PLURIBUS UNUM potrebbe rappresentare anche un serpente, simbolo di vita e di potenza nella gran parte delle culture antiche.
Nel rovescio del sigillo è stata rappresentata una piramide tronca composta tra 13 gradoni e sormontata da un occhio racchiuso in un triangolo. Sappiamo che nella tradizione ebraica sia il triangolo che l’Occhio Onniveggente rappresentano il Creatore.
Al di sopra della piramide vi è la scritta ANNUIT COEPTIS che può essere tradotta come “La Divinità ha approvato”.
Da notare che anche la frase ANNUIT COEPTIS (come E PLURIBUS UNUM), è composta da 13 lettere.
Al di sotto della piramide vi è la scritta NOVO ORDUM SECLORUM, che può essere tradotta come: “nuovo ordine dei secoli”.
NOVUS ORDO SECLORUM è stato volutamente scritto così utilizzando 17 lettere: mentre in latino, la frase giusta sarebbe NOVUS ORDO SECOLORUM, che ne contiene 18. Probabilmente i Padri della Patria (1), vollero indicare il concetto di perpetuazione e realizzazione, simboleggiato, nella numerologia, dal 17.
Il grande sigillo degli Stati Uniti è oggi raffigurato interamente nella banconota da 1 dollaro, mentre la parte frontale è riprodotta nella facciata del passaporto degli Statunitensi.
L’altra fondazione simbolica dei Padri della Patria è stata la città di Washington, le cui geometrie richiamano senza ombra di dubbio alla grande piramide di Giza e ad antiche tradizioni Egizie e Mesopotamiche.
I Padri della Patria, hanno utilizzato la complessa simbologia della Massoneria nella fondazione degli Stati Uniti d’America, perché era parte della loro tradizione.
Come sappiamo la simbologia è di somma importanza per ogni essere umano, anzi il simbolo, è proprio ciò che ci differenzia dagli animali. Tutto ciò che facciamo, la maniera come attuiamo, persino come mangiamo, ha una valenza simbolica, allo scopo di omaggiare l’Assoluto.