“Federico II è un simbolo di armonia. E’ il simbolo di chi vuole tenere assieme culture e storie diverse. Lo stesso obiettivo che la Libera Muratoria persegue da 300 anni all’interno delle sue logge, dove cerca di far dialogare persone che hanno percorsi culturali differenti, differenti fedi religiose, differenti visioni del mondo, ma che nel tempio riescono ad accorciare tutte le distanze”. Lo ha sottolineato il Gran Maestro Stefano Bisi nel suo intervento al convegno organizzato il 7 luglio nel cortile del Castello Normanno di Melfi (Potenza) dal titolo “Alle radici delle libertà. Le Costituzioni Melfitane del 1231”, al quale hanno preso parte il sindaco Livio Valvano, il professore Luigi Serra, docente emerito di Storia della Letteratura Araba, il senatore Riccardo Nencini, Vice Ministro alle Infrastrutture e Trasporti e che è stato presieduto da Graziano Cipriani, presidente del Circolo Culturale Tommaso Crudeli.
“Nelle nostre officine viene applicato il principio della laicità, che vuol dire rispetto per chi ha idee diverse”, ha riferito Bisi. “Se noi secoli fa –ha aggiunto- eravamo costruttori di cattedrali, oggi siamo diventati costruttori di pensiero. Un pensiero che si forma attraverso il confronto tra persone, tra fratelli, mattone dopo mattone. Noi – ha proseguito – siamo come una nave, che guarda a mete nuove, a una nuova stagione di battaglie in difesa di nuovi diritti che sono quello allo studio, alla salute, alla vita e anche alla morte, una stagione che noi vogliamo inaugurare con tanti sostegni”.
Il Gran Maestro è poi tornato a soffermarsi sugli attacchi subiti dalla Massoneria nei mesi scorsi e sulle proposte di legge presentate contro i liberi muratori su iniziativa di due membri della Commissione Antimafia. Proposte di legge, persecutorie e liberticide come quella emanata nel 1925 da Benito Mussolini e dal suo guardasigilli Alfredo Rocco. Attenzione, ha messo in guardia Bisi, la storia ci insegna che ogni volta che si attacca la Massoneria, è la libertà di tutti ad essere a rischio. E’ un campanello d’allarme che non va ignorato. “Ma chi semina –ha aggiunto- raccoglie. E noi abbiamo seminato. Non ce ne siamo rimasti inermi. Abbiamo risposto alle aggressioni continuando a lavorare nelle nostre logge, a mostrare rispetto per i nostri simboli; organizzando iniziative pubbliche, come quelle dedicate lo scorso anno ai 70 anni della Repubblica ed iniziative di solidarietà ”. E negli ultimi giorni, ha ricordato il Gran Maestro, ben tre magistrati di primissimo piano -il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci- hanno fatto dei precisi distinguo, dissociando in maniera netta e chiara il Grande Oriente dalle Massonerie deviate o occulte e dalle organizzazioni criminali. “ Ma continua ad esserci chi invece vorrebbe relegarci in un angolo, farci fare la fine dell’albatros della poesia di Baudelaire. Ma noi –ha detto Bisi- ci siamo da secoli e i nostri valori sono sempre gli stessi, magari declinati secondo le varie epoche. E oggi questo diritto di esistere lo rivendico qui, nel tempio di Federico II”. Il professore Luigi Serra, nel suo intervento ha tenuto a sottolineare la straordinaria importanza che hanno avuto in Occidente le costituzioni melfitane, che hanno contribuito -ha ricordato- a gettare le basi per la costruzione di uno stato moderno. Nella sua opera giuridica più rappresentativa, Federico II sancì la seprazione dei due poteri, quello laico e civile e quello religioso. Una svolta importante che quasi ottocento anni fa -ha ricordato Nencini- pose le premesse alla realizzazione di un grande stato fondato sui principi di laicità, uguaglianza e giustizia.
Le Costituzioni di Melfi nella scheda di Rai Cultura