Introduzione di Valentina Marelli:
questo è uno studio della nostra socia Claudia Iuppa sull’Abbazia di Santo Spirito e le sue connessioni con l’Ordine del Tempio. Organizzammo, in occasione di una visita in Sicilia del Presidente del Clan Sinclair Italia Tiziano Busca, una visita con Claudia che ci ha fatto da guida in questa splendida chiesa, ricca di simboli e di storia.
Qui ritratta in una foto insieme al Presidente Tiziano Busca sul sagrato dell’Abbazia.
Ecco la sua ricerca che offre innumerevoli spunti di riflessione e di approfondimento:
L'arco di Tito fu eretto a memoria della Guerra giudaica tenutasi per sopprimere la rivolta in corso a Gerusalemme.
Nel 70 d.C. Gerusalemme fu saccheggiata, ed il suo Tempio fu distrutto.
Nel ricco bottino che Tito Flavio Vespasiano si conquistò durante questo conflitto era compreso il candelabro a sette braccia, più conosciuto come la Menorah.
Nel 410, quasi quattrocento anni dopo, Alarico, re dei visigoti, assaltò Roma riuscendo probabilmente ad impossessarsi di tali tesori. Questo evento passò alla storia come il sacco di Roma.
Alarico si spense poco tempo dopo in Calabria, venendo sepolto con tutto il suo tesoro nel letto del fiume Busento. Gli schiavi, che avevano lavorato alla temporanea deviazione del corso del fiume, furono uccisi perché fosse mantenuto il segreto sul luogo della sepoltura.
Alcune fonti riportano che nel 1070, un gruppo di monaci partiti dalla Calabria, con a capo un certo “Ursus”, che probabilmente era vescovo e che viene spesso associato alla dinastia dei Merovingi, aiutati forse da Matilde di Toscana, duchessa di Lorena, zia e madre adottiva di Goffredo di Buglione, abbiano avuto in dono un terreno ad Orval (qui 500 anni prima era stato ucciso Dagoberto II, re d’Austrasia (676-679) nella foresta delle Ardenne e lì edificarono un’Abbazia. Nel 1135 quest’Abbazia fu donata a S. Bernardo.
Questi monaci erano “Eremiti Agostiniani” di Val di Crati, di essi si dice che rinvennero qualcosa di interessante e che riguardava proprio il tesoro di Alarico, il re dei visigoti, sepolto, come precedentemente detto, nel fiume Busento proprio nei pressi di Val di Crati. Altra coincidenza con il fiume Busento si rileva nel gonfalone dei Templari che è detto “Beaucent”.
Secondo Gèrard de Sède, autore francese di “Le Tresor Maudit de Rennes-le-Château”, tra questi monaci vi era un uomo divenuto famoso più tardi come Pietro l’Eremita, che molti ritengono fosse l’istitutore personale di Goffredo di Buglione ed anche uno dei principali ispiratori delle Crociate.
Quando Goffredo si imbarcò per la Terra Santa era accompagnato da un gruppo di personaggi anonimi, erano forse gli stessi monaci calabresi insediati ad Orval?
Qualche tempo dopo Guillaume de Tyre riferisce che nel 1099, dopo la conquista di Gerusalemme, personaggi sconosciuti si riunirono per un congresso segreto per eleggere il re della Città Santa; tra loro il più influente pare che fosse proprio un vescovo venuto dalla Calabria. La proposta di regnare su Gerusalemme fu fatta così a Goffredo di Buglione che rifiutò e si limitò ad accettare il titolo di “Difensore del Santo Sepolcro”.
A sud di Gerusalemme torreggiava l’alto colle di Sion, su di esso vi erano le rovine di una vecchia basilica bizantina, risalente al IV secolo, che veniva chiamata “la Madre di tutte le Chiese”. Sul sito di questi ruderi fu eretta l’Abbazia di Nostra Signora di Monte Sion sotto commissione dello stesso Goffredo.
L’Abbazia era abitata da canonici agostiniani, incaricati di servire i santuari sotto la direzione di un abate. La comunità assunse il duplice nome di “Santa Maria del Monte Sion e del Santo Spirito”.
Qualche anno dopo, il 14 giugno 1153, in Sicilia, Goffredo Lucio, conte di Monte Caveoso, fece consacrare la chiesa di Santo Spirito, sita in Caltanissetta, da Giovanni da Siena, arcivescovo di Bari.
Durante il periodo normanno l’Abbazia di Santo Spirito venne affidata ai Canonici Regolari di Sant’Agostino, che provenienti dalla Calabria, già officiavano in Sicilia nella cattedrale di Cefalù, che tennero probabilmente insieme all’Abbazia di Caltanissetta, sino al XVI secolo.
Furono il conte Ruggero II di Sicilia e sua moglie, Adelasia del Vasto, a far erigere, sopra questa chiesuola di origine bizantina, l’Abbazia che ancora oggi possiamo ammirare.
Papa Alessandro III con la bolla del 1° Aprile dell’anno 1178 rese tale Abbazia suffraganea del Monastero di Monte Sion in Gerusalemme.
Jacques Soyer scrisse nella prefazione della sua raccolta “Actes des Souverains”:
«Notre-Dame du Mont Sion fu fondata da Goffredo di Buglione poco dopo l’arrivo dei Franchia Gerusalemme, il 15 luglio 1099. Il 14 ottobre 1187 la città cadde nuovamente nelle mani degl’infedeli e i religiosi di Monte Sion furono costretti a trasferirsi sulla costa della Siria, a San Giovanni d’Acri, dove essi possedevano il Priorato di San Leonardo. Ma il 19 maggio 1291, sotto il pontificato di Nicola IV, la città d’Acri fu conquistata dai Saraceni. L’abbazia di Monte Sion dovette abbandonare definitivamente l’Asia per stabilirsi in Sicilia nella chiesa dello Spirito Santo presso Caltanissetta, nella diocesi di Girgenti (l’attuale Agrigento) e in provincia di Palermo. L’archivio dell’Ordine fu portato in un primo tempo in Sicilia e poi trasferito nel XVI secolo nel Priorato di Saint Samson d’Orleans.»
In un articolo pubblicato nel 1887 nei Mémoires
de la Société des Antiquaires de France
lo storico E.G. Rey, riferendosi all’abbazia
gerosolimitana di Notre-Dame du Mont Sion,
scrive:
«Questa abbazia fu fondata da Goffredo di Buglione poco dopo l’arrivo dei Franchi a Gerusalemme e lì rimase sino al 1187 . Allorché la città di San Giovanni d’Acri fu riconquistata dai Latini, i religiosi di Monte Sion si riunirono nuovamente nel priorato di San Leonardo situato in tale città e che essi possedevano da molti anni. Nel 1291 l’ultimo sopravvissuto di questi monaci si ritirò in Sicilia, nel casale di Santo Spirito presso Caltanissetta.»
Adelasia del Vasto, alla morte del marito Ruggero I conte di Sicilia, sposò in seconde nozze Baldovino I re di Gerusalemme, divenendo così la regina consorte di Gerusalmme.
Fu poi ripudiata per motivi politici nel 1117 e tornò così in Sicilia dove morì il 16 Aprile dell’anno seguente.
Nella foto un ricordo della splendida visita in compagnia di Claudia Iuppa e di Mauro Bonanno soci del Clan Sinclair Italia accanto al crocifisso che richiama la croce dentellata della famiglia Sinclair.