La Chiesa & la Loggia è il titolo dell’articolo pubblicato sulla Domenica del Sole 24 Ore a firma del cardinale Gianfranco Ravasi, che scrive:
Cari fratelli massoni, al di là della diversa identità, non mancano i valori comuni: comunitarismo, beneficenza, lotta al materialismo. Noi, però, ci accontentiamo solo di segnalare un interessante volumetto che ha una finalità molto circoscritta, quello di definire il rapporto tra massoneria e Chiesa cattolica. Intendiamoci subito: non si tratta di un’analisi storica di questa relazione né delle eventuali contaminazioni tra i due soggetti. È, infatti, evidente che la massoneria ha assunto modelli cristiani persino liturgici. Non si deve dimenticare, ad esempio, che nel Seicento molte logge inglesi reclutavano membri e maestri tra il clero anglicano, tant’è vero che una delle prime e fondamentali”costituzioni” massoniche fu redatta dal pastore presbiteriano James Anderson, morto nel 1739. In essa, tra l’altro, si affermava che un adepto «non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso», anche se il credo proposto era alla fine il più vago possibile, «quello di una religione su cui tutti gli uomini sono d’accordo».Ora, l’oscillazione dei contatti tra Chiesa cattolica e massoneria ebbe movimenti molto variegati, giungendo anche a palesi ostilità, contrassegnate da anticlericalismo da una parte e scomuniche dall’altra. Infatti, il 28 aprile 1738 papa Clemente XII, il fiorentino Lorenzo Corsini, promulgava il primo documento esplicito sulla massoneria, la Lettera apostolica In eminenti apostolatus specula in cui dichiarava «doversi condannare e proibire… le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori e des Francs Maçons o con qualunque altro nome chiamate». Una condanna reiterata dai successivi pontefici, da Benedetto XIV fino a Pio IX e Leone XIII, che affermava l’incompatibilità tra l’appartenenza alla Chiesa cattolica e l’obbedienza massonica. Lapidario era il Codice di Diritto Canonico del 1917 il cui canone 2335 recitava: «Chi si iscrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere che tramano contro la Chiesa o le legittime autorità civili, incorre ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla Santa Sede». Il nuovo Codice nel 1983 temperò la formula, evitando il riferimento esplicito alla massoneria, conservando la sostanza della pena sia pure destinata in senso più generale a «chi dà il nome a un’associazione che complotta contro la Chiesa» (canone 1374). (…) Leggi l’articolo