Kant ha interpretato la moda come una forma di imitazione, fondata sulla vanità, in quanto "nessuno vuole apparire da meno degli altri anche in ciò che non ha alcuna utilità". Da questo punto di vista "stare alla moda è questione di gusto; chi è fuori di moda e aderisce ad un uso passato, si dice antiquato; chi non dà nessun valore all'esser fuori di moda è un eccentrico".
Kant dice che "è meglio esser matto secondo la moda che fuori di essa" e che la moda è veramente pazza solo quando sacrifica alla vanità l'utile o addirittura il dovere.
In realtà questa analisi di Kant non è oggi più sufficiente perché è noto che la moda investe tutti i fenomeni culturali e anche quelli filosofici. Moda sono state nell'età moderna il cartesianesimo, l'illuminismo, il newtonismo, il darwinismo, il positivismo, l'idealismo, il neoidealismo, il pragmatismo ecc...: tutte dottrine che hanno avuto una importanza decisiva nella storia della cultura. D'altronde sono state moda anche i movimenti culturali che poca o nessuna traccia hanno lasciato.
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