Spesso di ha un’idea distorta della Massoneria che, ai più, appare come una creatura a due facce. All’esterno, infatti, la sua immagine viene offuscata e guardata con sospetto perché da un lato si pensa ad essa come ad un ordine a carattere esoterico al quale possono appartenere soltanto uomini liberi e rispettabili che si impegnino a mettere in pratica un ideale di pace, di amore, di fraternità. Dall’altro, però, quando si pensa alla massoneria, tornano in mente certi episodi riguardanti il caso della P2 e del suo Venerabile Maestro Licio Gelli che si trovò invischiato in oscure trame di interessi e di politica.
Ma cosa è la massoneria e, soprattutto cosa non è? Lo abbiamo chiesto nel corso di una lunga intervista realizzata con il Secondo Gran Sorvegliante del Grande Oriente d’Italia, avvocato Pasquale La Pesa.
L’intervista di new@spam puglia a Pasquale La Pesa
L’occasione ci è stata fornita dalla presentazione del libro “Storia della massoneria brindisina” del prof. Mario De Marco (edito da Inlab), studioso della storia, giornalista, già autore di un volume sulle logge massoniche in Terra d’Otranto e di tanti altri scritti sulla Massoneria. L’evento si è svolto ieri pomeriggio nell’ex Convento Santa Chiara di Brindisi. Una iniziativa organizzata dalla Associazione Regina Viarum Brindisi che, per la prima volta, ha deciso di ‘uscire allo scoperto’ e di metterci la faccia.
Tantissime le persone presenti: certamente non tutti massoni ma, senza ombra di dubbio, tanta gente affascinata ed incuriosita da questo mondo, ai più sconosciuto.
Al tavolo dei relatori erano presenti, oltre allo stesso La Pesa, il neo eletto presidente circoscrizionale della Puglia Luigi Fantini e l’ex presidente Antonio Mattace Raso. L’introduzione è stata a cura di Pierluca Pronat, mentre il moderatore della serata è stato il professore Pasquale Cavaliere, segretario della Commissione permanente per la diffusione del pensiero massonico.
“Sono circa 3mila i documenti – ha detto il prof. De Marco, autore del libro sulla massoneria a Brindisi – dai quali ho attinto: parte me li ha messi a disposizione l’Archivio di Stato di Brindisi, un’altra parte quello di Lecce, ma ho attinto anche da massoni salentini che hanno aperto i propri archivi privati. Niente, invece, da parte dei massoni brindisini”.
“Il percorso della massoneria nella realtà brindisina è sempre stato in divenire – ha detto ancora Mario – tanto che molti fratelli erano forestieri. E questo grazie alla presenza del porto che faceva arrivare in città comandanti di navi, commercianti, agenti marittimi. E la stessa Brindisi ha goduto di tutto questo, facendola diventare snodo delle rotte di altri massoni provenienti da altre Logge. All’epoca i fratelli brindisini chiesero un aiuto economico al Grande Oriente, ma non gli fu accordato”.
“Il pregiudizio – ha detto ancora l’autore del libro – ha sempre gettato ombre, sospetto e pregiudizio: dai tempi della Carboneria ai giorni nostri, nonostante – scorrendo tra i nomi dei fratelli massoni degli anni passati – vi si ritrovino personaggi illustri”.
Il libro del professor De Marco, 260 pagine di duro lavoro, è il primo sulla massoneria brindisina.