C’è mancato poco si materializzasse in una sala gremita tanto vive, nitide, emozionanti e particolareggiate sono state le testimonianze che delineavano Ivan Mosca nella sua veste di Massone, di artista, padre e…fratello esemplare passato all’Oriente eterno nel 2005. Il suo ricordo ha calamitato – giovedì 28 gennaio – l’interesse della sala del Centro Polifuzionale Goi / Casa Nathan, il resto lo ha fatto un pregnante intervento del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, che nel ricordare il Fratello scomparso ha anche rilanciato l’intento di rivedere riapertegli le porte di Palazzo Giustinani dove, tra l’altro, Ivan Mosca lavorò per molti anni. La presentazione del volume “L’uomo, l’artista, l’iniziato” con prefazione del Gran Maestro Bisi e del Grande Oratore Claudio Bonvecchio, è stata l’occasione per sottolineare l’importanza della tradizione (“Cosa è se non una innovazione ben riuscita” ha sottolineato con vigore Bisi) e, quindi, di quanto ne fosse cultore l’artista nato a Parma, formatosi a Milano e trasferitosi a Roma dove divenne fulcro e propulsore della ricerca esoterica.
Particolarmente significativo l’intervento del Gm Bisi che ha ricordato la lodevole pignoleria del Maestro di Cerimonie della sua loggia di iniziazione il quale gli fece intuire già da apprendista quanto fosse importante e prezioso il lavoro contenuto nei Quaderni di Simbologia Muratoria di Mosca, tanto da obbligarlo a portarli in loggia e imparando a memoria segni e punti salienti: “Ma l’importanza dei fratelli anziani, quelli che ti prendono sotto braccio e ti accompagnano al tempio offrendoti la loro saggezza, esperienza, tolleranza è un bene che Mosca elargiva a piene mani – ha ricordato il Gran Maestro-. Ti arricchiscono con insegnamenti importanti, proprio come era solito fare ”. La riedizione del libro è stata fermamente voluta proprio da Bisi e curata da Francesco Indraccolo. Bisi non ha fatto mistero d’un sottile rammarico “Conoscere Mosca solo dai ricordi dei Fratelli” e di un immenso cruccio quando s’è ricordato come Ivan Mosca abbia lavorato a Palazzo Giustiniani. “Per me una enorme nostalgia il pensiero che solo una generazione di Fratelli sia stata lì iniziata e che ora quel Palazzo non è più in nostro possesso. Uno spazio da riconquistare, toltoci con forza dal fascismo. L’occasione dei 70 anni della Repubblica ci spingerà ad organizzare sobrie iniziative e manifestazioni per fare capire come, questa Repubblica, sia stata creata anche col sangue dei Massoni. Lo vogliamo ricordare a chi ci guarda con sospetto, malizia e cattiveria”. Il Gm. Stefano Bisi ha anche colto l’occasione per mostrare il logo che accompagnerà tutte le iniziative del Goi per il settantennio repubblicano, lodando l’organizzazione del Servizio Biblioteca per il grande lavoro svolto anche in questa occasione dal Fratello Bernardino Fioravanti.
Sobrissimo il ricordo di Leo Taroni, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato, che ha sottolineato come il lavoro esoterico del Mosca sia stato fondamentale per il Rito Scozzese, del quale rivestì anche il ruolo di Ispettore Regionale per il Lazio. “Duro, severo, pignolo creatore e cultore del rito, è innegabile come Mosca sia da ritenere un Grande Massone”. Il Grande Oratore Claudio Bonvecchio ha ricordato l’immenso contributo offerto dal Mosca con le sue tavole (“occorre seguire gli insegnamenti datici in quegli scritti e portarne dentro lo stesso spirito da potere dire…Noi siamo come Ivan Mosca”), Bruno Battisti D’Amario ha svelato un aneddoto che racchiude tutto l’entusiasmo e la sua voglia di espandere il mondo esoterico a nuovi profani. “Un giorno portò me e altri fratelli a Pescara, in un Tempio appena creatosi, e Ivan coi suoi pennelli da pittore, si mise a disegnare sulle pareti i segni zodiacali e le immagini necessarie al rito”. Inventore del “Luglio Scozzese”, ritenendo inutile sospendere in estate la pratica esoterica, in molti interventi tra i quali quelli di Francesco Indraccolo, la storica dell’Arte Lidia Reghini di Pontremoli, Massimo Cioni, Christian Fella, Valter Guandalini e della figlia Vilma Mosca, s’è palpata la innegabile voglia di studiare, approfondire e divulgare – tra Italia, Francia e Spagna – le discipline della tradizione Occidentale e l’entusiasmo contagioso di chi fondò nel 1969 la “Monte Sion-Har Tzion” (705) di Roma, fu fautore per un trentennio dei “seminari” d’istruzione seguiti da migliaia di Fratelli in Italia, Francia e Spagna. I suoi “Quaderni di Simbologia Muratoria” sono una pietra miliare. Gran Maestro Aggiunto nella Giunta di Ennio Battelli (1978-’82), e poi Gran Maestro Onorario, Ivan Mosca, 33°, membro effettivo “ad vitam” del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato, è stato a lungo Ispettore Regionale per il Lazio. Un esempio, quindi, per chi si avvicina all’Istituzione, un monito per seguirne le orme a chi ne vive la quotidianità.