Il Grande Oriente d’Italia è sceso in campo con il peculiare stile super partes, senza mai fare allusioni o riferimenti alle posizioni referendarie, per celebrare lontano dalla retorica l’anniversario dei 70 anni della Repubblica e parlare della Costituzione. E lo ha fatto,sabato 15 ottobre alle 10,30, nella sala degli Affreschi della Società Umanitaria di Milano, la sala, per antonomasia, di Pietro Calamandrei
“La primavera della Repubblica. Il senso dello Stato e i diritti civili nel 70° anno della Costituzione” è stato il tema del Forum con l’imprescindibile incipit di ricordare a tutti quale sia stato il fondamentale contributo storico della Massoneria per dotare l’Italia dei diritti civili. Tra i quali proprio quello, è stato riaffermato, della libertà dei cittadini di associarsi. Due giri di interventi da parte di un panel di relatori davvero di alto profilo: Claudio Bonvecchio, professore di Filosofia all’Università dell’Insubria e Grande oratore del Grande Oriente d’Italia, Marco Cuzzi, professore di Storia contemporanea all’Università Statale di Milano, Attila Tanzi, professore di Scienze giuridiche all’Università do Bologna, Paolo Gastaldi professore di Storia del pensiero politico all’Università di Pavia. Ha concluso Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che ha messo in guardia dall’aria di caccia alle streghe che si sta respirando in Italia, “come nel 1923 quando Farinacci chiese gli elenchi dei Massoni per cacciarli dagli enti pubblici”. Moderatore del Forum Giovanni Cecconi, Presidente del Rito Simbolico Italiano.
I lavori sono stati aperti dall’ospitale introduzione di Enzo Liaci, Presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Lombardia a cui è seguito il saluto di Salvatore Musto, Presidente della Loggia Regionale Insubria del Rito Simbolico.
“La Costituzione” ha detto Paolo Castaldi, primo a intervenire, “non è semplicemente il frutto della lotta partigiana. Bensì il risultato di lotte secolari: il Risorgimento, Mazzini, Garibaldi!”. Gastaldi, con la sua consueta verve, ha raccontato al pubblico la vita e il contributo alla lotta per i diritti civili di Fratelli come Eugenio Chiesa, che combatté contro il colonialismo; di Mauro Macchi che fece della bontà la sua cifra esistenziale e che fu esponente della Fratellanza internazionale e l’iniziatore dell’arbitrato internazionale; di Salvatore Morelli che, a volte tra il dileggio e l’ironia perfino dei vignettisti dell’epoca, si batté come un leone per l’emancipazione femminile. “La Costituzione” ha concluso Gastaldi “dovrebbe trasformare i sudditi in cittadini. Partendo dall’istruzione. È così in Italia?”.
Il professor Tanzi ha risposto alla domanda del moderatore :”La nostra Costituzione ha un respiro internazionale?” . Secondo l‘analisi di Tanzi “l’apertura internazionale c’è nei principi, ma non nelle applicazioni e nei dettagli. Per esempio il primo paragrafo dell’articolo 10 sostiene l’obbligo di agire in conformità del diritto internazionale. In realtà questa era una proposizione derivata dal fatto che si doveva rispondere alle necessità dei vincitori. In sostanza: è la storia che regola il diritto”.
Ma che cosa sono i diritti senza i doveri? Ha chiesto Cecconi al professor Guzzi. “Per rispondere”, ha detto Guzzi, “ho bisogno di ricorrere alla categoria dei miracoli. In Italia abbiamo avuto il miracolo politico, suggellato dalla fine della Monarchia, il miracolo economico, tra il 1948 e il 1965, con il piano Marshall, la lira come moneta più forte d’Europa, la Montecatini. Però eravamo anche i cinesi d’Europa, con i lavoratori peggio pagati e licenziabili anche senza giusta causa. Poi è arrivato lo Statuto dei lavoratori. E il rapporto diritti-doveri è passato a 10 a 1. Il miracolo etico, terminato con il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, il 9 maggio 1978. Il miracolo etico è stato quello dei diritti come il divorzio. Ma il dominio catto-comunista lo ha frenato. Negli anni Ottanta abbiamo avuto il miracolo edonistico. Tra il 1992 e il 2008 l’Italia dei miracoli. E oggi l’Italia, non si sa bene perché, miracolata dal terrorismo”. In sostanza secondo Guzzi i diritti costituzionali sono il regno dell’ambiguità
“Solo i Massoni in Italia giurano sulla Costituzione” ha detto provocatoriamente Claudio Bonvecchio “nessuno ha più l’obbligo di farlo. Neanche i professori universitari”. Bonvecchio ha portato un contributo di disincanto anche all’assioma oramai generalizzato e astratto secondo il quale la Costituzione italiana è la più bella del mondo. “Ma quando mai! La Costituzione più bella del mondo è quella inglese che non c’é. La nostra è nata sotto l’egida del vincitore. E il Paese è andato avanti seguendo un percorso di continuo patteggiamento tra cattolici e marxisti. Generando poi un ibrido consociativo che ha garantito la stabilità politica. Trovata la stabilità, però, ucciso lo Stato”. Bonvecchio ha sottolineato l’aspetto, per usare un termine forte, ipocrita e astratto della Costituzione “Una repubblica fondata sul lavoro? Ma che cosa vuol dire? Le Costituzioni devono essere periodicamente votate dai cittadini. E devono fondarsi su valori trascendenti. Quella Americana si basa su Dio”. Una Costituzione che non si occupi di contingenza, dunque. “Giuseppe Mazzini aveva capito che per tenere insieme gli italiani ci voleva una religione laica e civile. Il senso del dovere, per esempio. Abbiamo una Costituzione ma non abbiamo uno Stato. Ecco, noi massoni, invece, abbiamo costruito uno Stato nel Risorgimento. E siamo disposti a continuare a combattere per questo fine”.
L’atteso intervento finale di Stefano Bisi non ha deluso le aspettative. Dall’incipit scherzoso, ma neanche tanto :”Noi qui festeggiamo i 70 anni della Repubblica. Ma lo Stato ci festeggia o ci vuole fare la festa? Cari Fratelli noi siamo per il diritto della libertà di culto, dobbiamo costruire la Fratellanza. Ho incontrato gli Imam di Firenze e di Perugia, i pastori Valdesi. Siamo andati a Lipari, dove fu mandato in esilio Domizio Torreggiani. La libertà di associarsi è un diritto che vorrebbero calpestare”. Bisi è poi entrato nel dettaglio dell’attacco alla Massoneria. “In una recente trasmissione televisiva un giornalista, Giulietto Chiesa, ha detto che la Massoneria è una società segreta e che quindi deve essere messa fuori legge. Noi, non ci facciamo fregare. Ma non sottovalutiamo l’atteggiamento che ci circonda. L’ossessione di volere gli elenchi, Rosi Bindi che li chiede con insistenza, l’indicazione del magazine di Isis di colpire le Chiese, le Sinagoghe e le Logge massoniche rischiano, di creare un pericoloso salto di qualità: passare dalla caccia alle streghe alla caccia all’uomo. Domani quando faranno male a un Fratello chi ringrazieremo?”. A chi chiede gli elenchi, Bisi risponde così :”Noi non li consegneremo non solo per tutelare i Fratelli, ma anche per un principio di libertà. Dovrebbero imparare da noi: in Loggia si parla uno per volta senza interromperci”. Infine la speranza, l’auspicio, la motivazione per il futuro: “Ci vorrebbe un nuovo Illuminismo, che contempli la cultura dei sentimenti”.
Marco Gregoretti
“La primavera della Repubblica. Il senso dello Stato e i diritti civili nel 70° anno della Costituzione” è stato il tema del Forum con l’imprescindibile incipit di ricordare a tutti quale sia stato il fondamentale contributo storico della Massoneria per dotare l’Italia dei diritti civili. Tra i quali proprio quello, è stato riaffermato, della libertà dei cittadini di associarsi. Due giri di interventi da parte di un panel di relatori davvero di alto profilo: Claudio Bonvecchio, professore di Filosofia all’Università dell’Insubria e Grande oratore del Grande Oriente d’Italia, Marco Cuzzi, professore di Storia contemporanea all’Università Statale di Milano, Attila Tanzi, professore di Scienze giuridiche all’Università do Bologna, Paolo Gastaldi professore di Storia del pensiero politico all’Università di Pavia. Ha concluso Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che ha messo in guardia dall’aria di caccia alle streghe che si sta respirando in Italia, “come nel 1923 quando Farinacci chiese gli elenchi dei Massoni per cacciarli dagli enti pubblici”. Moderatore del Forum Giovanni Cecconi, Presidente del Rito Simbolico Italiano.
I lavori sono stati aperti dall’ospitale introduzione di Enzo Liaci, Presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Lombardia a cui è seguito il saluto di Salvatore Musto, Presidente della Loggia Regionale Insubria del Rito Simbolico.
“La Costituzione” ha detto Paolo Castaldi, primo a intervenire, “non è semplicemente il frutto della lotta partigiana. Bensì il risultato di lotte secolari: il Risorgimento, Mazzini, Garibaldi!”. Gastaldi, con la sua consueta verve, ha raccontato al pubblico la vita e il contributo alla lotta per i diritti civili di Fratelli come Eugenio Chiesa, che combatté contro il colonialismo; di Mauro Macchi che fece della bontà la sua cifra esistenziale e che fu esponente della Fratellanza internazionale e l’iniziatore dell’arbitrato internazionale; di Salvatore Morelli che, a volte tra il dileggio e l’ironia perfino dei vignettisti dell’epoca, si batté come un leone per l’emancipazione femminile. “La Costituzione” ha concluso Gastaldi “dovrebbe trasformare i sudditi in cittadini. Partendo dall’istruzione. È così in Italia?”.
Il professor Tanzi ha risposto alla domanda del moderatore :”La nostra Costituzione ha un respiro internazionale?” . Secondo l‘analisi di Tanzi “l’apertura internazionale c’è nei principi, ma non nelle applicazioni e nei dettagli. Per esempio il primo paragrafo dell’articolo 10 sostiene l’obbligo di agire in conformità del diritto internazionale. In realtà questa era una proposizione derivata dal fatto che si doveva rispondere alle necessità dei vincitori. In sostanza: è la storia che regola il diritto”.
Ma che cosa sono i diritti senza i doveri? Ha chiesto Cecconi al professor Guzzi. “Per rispondere”, ha detto Guzzi, “ho bisogno di ricorrere alla categoria dei miracoli. In Italia abbiamo avuto il miracolo politico, suggellato dalla fine della Monarchia, il miracolo economico, tra il 1948 e il 1965, con il piano Marshall, la lira come moneta più forte d’Europa, la Montecatini. Però eravamo anche i cinesi d’Europa, con i lavoratori peggio pagati e licenziabili anche senza giusta causa. Poi è arrivato lo Statuto dei lavoratori. E il rapporto diritti-doveri è passato a 10 a 1. Il miracolo etico, terminato con il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, il 9 maggio 1978. Il miracolo etico è stato quello dei diritti come il divorzio. Ma il dominio catto-comunista lo ha frenato. Negli anni Ottanta abbiamo avuto il miracolo edonistico. Tra il 1992 e il 2008 l’Italia dei miracoli. E oggi l’Italia, non si sa bene perché, miracolata dal terrorismo”. In sostanza secondo Guzzi i diritti costituzionali sono il regno dell’ambiguità
“Solo i Massoni in Italia giurano sulla Costituzione” ha detto provocatoriamente Claudio Bonvecchio “nessuno ha più l’obbligo di farlo. Neanche i professori universitari”. Bonvecchio ha portato un contributo di disincanto anche all’assioma oramai generalizzato e astratto secondo il quale la Costituzione italiana è la più bella del mondo. “Ma quando mai! La Costituzione più bella del mondo è quella inglese che non c’é. La nostra è nata sotto l’egida del vincitore. E il Paese è andato avanti seguendo un percorso di continuo patteggiamento tra cattolici e marxisti. Generando poi un ibrido consociativo che ha garantito la stabilità politica. Trovata la stabilità, però, ucciso lo Stato”. Bonvecchio ha sottolineato l’aspetto, per usare un termine forte, ipocrita e astratto della Costituzione “Una repubblica fondata sul lavoro? Ma che cosa vuol dire? Le Costituzioni devono essere periodicamente votate dai cittadini. E devono fondarsi su valori trascendenti. Quella Americana si basa su Dio”. Una Costituzione che non si occupi di contingenza, dunque. “Giuseppe Mazzini aveva capito che per tenere insieme gli italiani ci voleva una religione laica e civile. Il senso del dovere, per esempio. Abbiamo una Costituzione ma non abbiamo uno Stato. Ecco, noi massoni, invece, abbiamo costruito uno Stato nel Risorgimento. E siamo disposti a continuare a combattere per questo fine”.
L’atteso intervento finale di Stefano Bisi non ha deluso le aspettative. Dall’incipit scherzoso, ma neanche tanto :”Noi qui festeggiamo i 70 anni della Repubblica. Ma lo Stato ci festeggia o ci vuole fare la festa? Cari Fratelli noi siamo per il diritto della libertà di culto, dobbiamo costruire la Fratellanza. Ho incontrato gli Imam di Firenze e di Perugia, i pastori Valdesi. Siamo andati a Lipari, dove fu mandato in esilio Domizio Torreggiani. La libertà di associarsi è un diritto che vorrebbero calpestare”. Bisi è poi entrato nel dettaglio dell’attacco alla Massoneria. “In una recente trasmissione televisiva un giornalista, Giulietto Chiesa, ha detto che la Massoneria è una società segreta e che quindi deve essere messa fuori legge. Noi, non ci facciamo fregare. Ma non sottovalutiamo l’atteggiamento che ci circonda. L’ossessione di volere gli elenchi, Rosi Bindi che li chiede con insistenza, l’indicazione del magazine di Isis di colpire le Chiese, le Sinagoghe e le Logge massoniche rischiano, di creare un pericoloso salto di qualità: passare dalla caccia alle streghe alla caccia all’uomo. Domani quando faranno male a un Fratello chi ringrazieremo?”. A chi chiede gli elenchi, Bisi risponde così :”Noi non li consegneremo non solo per tutelare i Fratelli, ma anche per un principio di libertà. Dovrebbero imparare da noi: in Loggia si parla uno per volta senza interromperci”. Infine la speranza, l’auspicio, la motivazione per il futuro: “Ci vorrebbe un nuovo Illuminismo, che contempli la cultura dei sentimenti”.
Marco Gregoretti