di Filippo Goti
L'Annunciazione del Botticelli
È indubbio come molti dipinti che ritraggono la narrazione sacra cristiana, e non a caso uso qui il termine cristiana in quanto mi riferisco a quella pluralità di espressioni religiose che sono nate dal cristianesimo (il quale è espressione spirituale e non formale), hanno valore e significato alchemico. Dove ovviamente, e correttamente, intendiamo l'alchimia come l'arte di mondare, separare, e trasmutare le varie componenti di quel mosaico cacofonico che è l'essere umano. L'arte sacra, con le sue codifiche avvenute dal VII secolo in poi, favorevolmente si è prestata a traghettare nel corso dei secoli messaggi iniziatici; e l'attento estimatore della stessa, a prescindere dal luogo e dal tempo, ha la possibilità di interpretare questi messaggi sapienziali tramite le forme, gli spazi, i colori intelligentemente miscelati dall’artista. Il quale artista è a sua volta 'iniziato' all'arte in 'botteghe', per tramite della continua frequentazione del maestro e del fertile connubio che in tali ambiti esisteva fra arte, scienza, cultura, e religione.
Scuole di arti e di mestiere, di cui fin troppo si sente la mancanza in un mondo di molteplici maestri senza chiavi, e che aiutavano il genio a esprimersi.
1. Il Rosso, il Blu e il Bianco nell'Arte Sacra
I capolavori del passato ci tramandano un'immagine della Madre di Gesù avvolta in un bianco splendente o in un blu che rimanda all'infinità del cielo, quando questi colori non sono entrambi utilizzati congiuntamente, assieme ad altri quali l'oro o il rosso. È però indubbio che è nel blu e nel bianco che i maestri dell'arte sacra hanno immortalato la Maria di cui stiamo trattando, intravedendo in essi lo strumento con cui veicolare il loro messaggio. Ovviamente nell’arte sacra i colori rivestono una particolare importanza, e sono a loro volta il frutto di sapienti miscelazioni di metalli ed estratti, in una sorta di alchimia meccanica, che è preludio di un’alchimia d’intelletto e di spirito. È quindi opportuno nel riferirmi alla preponderanza del bianco o del blu, legata ai sacri vestimenti, adottare i termini Maria Bianca o Maria Blu.
Nel linguaggio iconografico il bianco rappresenta la purezza, l'inizio di una nuova vita non macchiata dal peccato, oppure una vita che è stata preservata o mondata dalla corruzione terrena. Nei vangeli troviamo il bianco nella vesta battesimale, così come il Cristo è avvolto di bianco durante la resurrezione. Numerosi sono poi gli angeli che scendono sulla terra in bianche vesti, rappresentando essi il pensiero divino che in quanto tale non può che essere puro in sé stesso.
È quindi ovvio che la Maria Bianca rappresenti l'elemento della purezza così anche in rispetto ai dettami dogmatici quali l'Immacolata Concezione (Maria è stata concepita priva di ogni peccato e monda dalla corruzione della carne) Nascita verginale (Maria ha concepito Gesù senza conoscere uomo) Verginità perpetua (Maria non ha conosciuto uomini e non ha procreato dopo la nascita di Gesù).
Il Blu è l'altro colore con cui troviamo rappresentata Maria. Nel linguaggio sacro il blu, nelle sue varie gradazioni ed intensità, rappresenta il mondo spirituale come il rosso, ma con una profonda differenza. Mentre il Rosso è il colore dello Spirito, del divino in sé divino, il Blu rappresenta la creatura che liberandosi dalle passioni terrene, dalla corruzione di questo mondo, attraversa la soglia del divino. Troviamo questo colore quindi non solo nella rappresentazione di Maria, ma anche in quella degli Apostoli. Indubbiamente il blu rimanda anche all’idea stessa di vita, accogliendo in sé il colore delle acque e quello del cielo, ponendo l’accento quindi sulla natura umana e terrena della Maria. Mentre il bianco rimanda ad un’idea di staticità, il blu è un colore fortemente connesso al dinamismo, al mutare, alla trasformazione e alla vita impetuosa; per questo anche a mio avviso la sua affinità con il mercurio non può che essere piena.
Il Rosso è un colore che non di rado, seppur in misura inferiore al bianco ed al blu, accompagna le sacre rappresentazioni di Maria. Il Rosso è associato al fuoco spirituale, alla divinità amorevole che dall'alto dei cieli discende sulla terra, al sacrificio, all'azione di trasmutazione del fuoco. Il rosso è associato agli esseri spirituali, alle manifestazioni del divino tramite lo Spirito Santo, ed in genere è riservato allo stesso Gesù, in quanto la sua natura è anche divina. Qualora investa anche gli Apostoli o la stessa Maria, sottolinea come lo Spirito Santo sia disceso su di loro concedendo i suoi doni spirituali e ultrasensibili.
Il Rosso è il colore dei cherubini, i quali sono una schiera angelica posta oltre il trono divino, questo ad indicare la loro estrema vicinanza al potere e al pensiero divino.
Genesi 3,24: «E esiliò (il Signore Dio) l'uomo e pose a oriente del Giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante per custodire la via dell'albero della vita».
È un rosso, quello iconografico, che rappresenta un amore divino intenso a cui niente che è impuro si può opporre, un amore che è forza dirompente che tutto arde senza consumare ciò che è puro.
2. Il Sale e Mercurio
Prima di procedere è bene ricordare come gli alchimisti solevano attribuire ai vari elementi, fasi dell'opera, colori ed oggetti, dei significati ed attributi spesso intercambiabili, in guisa della scuola di appartenenza o delle necessità comunicative. In quanto se variabile poteva essere il processo con i suoi elementi, il risultato dell'Opera non doveva mutare: la trasmutazione in oro del grossolano, la separazione di ciò che è puro da ciò che è impuro. Del resto l’arte alchemica è per l’appunto un’arte, e come tale non può e non deve essere imbrigliata in schemi fin troppo meccanici e ripetitivi, volendo essa stessa rompere le catene ove l’umana natura ci ha costretto. Via umida e via secca sono termini didattici, è male coglie a colui che pensa di imporre una manichea separazione fra le stesse. Nel processo alchemico spesso ci rendiamo conto che brucia maggiormente l’acqua, resa corrosiva, rispetto al fuoco a fiamma lenta. Il quale processo alchemico è costellato di rischi difficilmente calcolabili, poiché investe una serie quasi infinita di elementi, quasi mai inerti, di combinazioni e permutazioni.
Terminate le considerazioni precedenti, non rimane che chiederci a quali elementi dell'opera alchemica è associata Maria Madre?
Seguendo la logica dell'arte sacra, che vuole una Maria con addosso bianche vesti, o una Maria con la tunica o il velo blu, possiamo quindi introdurre il concetto della Maria Bianca e della Maria Blu. La prima riconducibile al Sale e la seconda al Mercurio,che come ricordava Gerhard Dorn (XVI secolo) il blu, nelle sue varie sfumature, è il colore del mercurio.
Il sale è elemento alchemico associato al corpo e alla materia per la sua qualità di cristallizzarsi, di raccogliere in forma i suoi elementi essenziali. Il sale nasce dall'evaporazione delle acque per mezzo del fuoco. Questa sua duplicità (acqua e fuoco) la ritroviamo nelle sue caratteristiche ambivalenti di elemento che induce conservazione, ma anche di distruzione tramite corrosione. Il Sale va quindi dosato secondo i bisogni e le necessità, e così come il sale volgare in virtù della cristallizzazione si organizza in forma, così il sale filosofico è quell'agente che sul piano sottile dispiega la forma adeguata attorno allo spirito. Questa la Maria Bianca, vergine e pura, che a seguito dell'annunciazione, concepisce Gesù: dando quindi forma all’essenza.
Matteo 1:18
La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Luca 1:34
Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?»
Luca 1:38
Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l'angelo la lasciò.
Come in precedenza suggerito la Maria Blu è associata al mercurio. Questo elemento per gli alchimisti è la semenza del metallo, attraverso cui è possibile, con l'aggiunta delle adeguate misure e qualità ignee dello zolfo, conseguire ogni altro metallo, fra cui ovviamente l'oro alchemico. Il mercurio è associato al femminile, alla passività, all'umidità, e alla fertile indifferenziazione. Il mercurio corrisponde quindi ai fluidi, all'acqua, ma anche al seme (per la tradizione occidentale il seme femminile, mente lo zolfo corrisponde al seme maschile). Il Mercurio non da forma a ciò che non è forma, niente esso attiva e raccoglie in se. In quanto il mercurio per sua primaria natura è polimorfo, ed assume esso ogni forma insita nel suo essere semenza metallica.
« Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c'era la madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". Gesù le disse: "Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta". Sua madre disse ai servitori: "Fate tutto quel che vi dirà". C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. Gesù disse loro: "Riempite d'acqua i recipienti". Ed essi li riempirono fino all'orlo. Poi disse loro: "Adesso attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono. Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l'acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: "Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora". Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui. »
(Vangelo secondo Giovanni 2,1-11)
L'angelo dell'Annunciazione e il Gesù delle nozze di Cana altro non rappresentano che lo zolfo, (il terzo elemento alchemico alla basa di ogni sostanza ed elemento, principio attivo e maschile), che combinandosi in modo ed intensità diverse determina nel primo caso il concepimento del Lapis-Cristo, e nel secondo caso la trasmutazione della materia (nel primo caso lo zolfo impone al sale di cristallizzarsi, nel secondo caso è il mercurio che ha azione di reagente o di acceleratore alla sua azione). Ovviamente i tre elementi sono comunque e sempre presenti, seppur in dose diverse in ogni processo, ed anche la loro apparente assenza va letta come non azione esplicita, ma potenziale. Così come nel simbolismo dell'arte sacra la successione dal bianco al blu, o dal blu al bianco per la madonna altro non è che la volontà di far risaltare la purezza come elemento necessario alla divinazione, oppure la sua condizione di privilegiata fra le creature e da cui la purezza. Nell'immaginario alchemico si procede dall'interno verso l'esterno (questa la successione, in quanto le prime fase sono interiori al crogiuolo), indica le fasi dell’Opera, e le dosi necessarie agli elementi dell'Opera. Così se è il bianco a costituire il vestito e successivamente abbiamo un velo azzurro, è suggerito come sia necessario prima immettere il sale nel crogiolo e successivamente il mercurio, oppure come nel caso dell’annunciazione abbiamo un Angelo, significa che la Lapis Bianca, rappresentata da Maria, deve essere ancora sottoposto alla forza dello Zolfo, al fine di concepire il Lapis Cristico.
Ai tanti che sostengono come la Maria Maddalena è sempre raffigurata di rosso, mentre Maria Madre di Gesù di bianco o blu, è bene ricordare che questo confronto ha ben poco senso, in quanto si pretendere una valutazione qualitativa, laddove questa non vi è rappresentando le due Marie momenti e vie diverse dell’Opera stessa. Del resto l'arte sacra ci tramanda innumerevoli opere dove Maria Madre ha vestimenti di color rosso, questo ad indicare come l'elemento spirituale inevitabilmente arda in lei, anche se l'iconografia classica si predilige porre maggiormente l'accento sul bianco ed il blu. E' pur bene riflettere, quando siamo davanti ad una sacra rappresentazione dei secoli passati, quale indumento assume il colore bianco, blu o rosso, e quale processione questi colori rappresentano: la veste è legata alla corporeità, il velo all'intelletto, il manto al diaframma fra ciò che è dentro e ciò che sta fuori.
L'opera alchemica, così come gli elementi alchemici, non è un ferreo alternarsi di operazioni fra loro slegate, ma è un costante e circolare calcinare, separare, riorganizzare, sublimare e trasmutare. Dove i vari elementi raccolgono attribuiti e qualità, seppur in intensità diversa, gli uni dagli altri.
Il sale e i suoi cubici cristalli sono tratti dall'acqua grazie all'azione del fuoco, ma è esso stesso fuoco che brucia sulla carne viva, che corrode gli elementi, che assorbe l'umido. Così come il mercurio assorbendo il sale, si purifica a sua volta, risultando capace di mondare da ogni incrostazione opprimente e velante l'oro.
Vale qui in ultima analisi il detto che solamente chi ha l'oro può fabbricare l'oro.
Nel secolo XV apparve ad opera di un francescano errante di nome Ulmannus un testo alchemico dal nome Libro della Santa Trinità (1415-1419), che associa alle varie fasi ed elementi alchemici temi proprio della mistica e dell'iconografia cristiana. In questo testo alchemico, ancora oggi largamente indecifrato, si narra come l'Uomo sia nato dall'azione congiunta di un duplice Sole: Il Sole Spirituale ed il Sole Nero. Seppur non è questa la sede di narrare delle similitudini fra questo testo e la sapienza gnostica, rimanendo nel solco del presente lavoro è interessante notare come il Sole Spirituale sia un Rebis formato da Gesù "la pietra maschile della purezza", e da Maria "la pietra femminile della Grazia", la loro unione avviene nella plenitudine del Dio Padre "la pietra oleosa". Nel libro della Santa Trinità si sottolinea come anche Maria è consunstanziale al Padre, e non solo Figlio, in quanto anche lei sarebbe nata nello Spirito Santo. Dando quindi vita ad una matrice il cui dissolversi e coagularsi è il punto di origine di ogni essere ed ogni creazione. È interessante notare come la Maria tratta nell’immagine a corredo sia avvolta in vesti di un blu intenso, sottolineando quindi il suo carattere squisitamente mercuriale. Essa viene incoronata, sacralizzata, dal Cristo verde (sale), e dal Padre rosso (zolfo), durante un’azione congiunta.
Nel rinascimento i circoli neoplatonici, i mistici cristiani, si espressero attraverso ardite, quasi surrealiste, visioni del rapporto esistente fra Creatura e Mondo Divino, per cui non possiamo stupirci che in tale fervore culturale e sapienziale le vie proposte all’Opera Alchemica ricordano più un percorso individuale, che una strada maestra per molti.
3. Conclusione
Abbiamo visto, in questo lavoro introduttivo, come arte sacra, misticismo ed alchimia sono depositi dello scibile iniziatico fortemente connessi, e malgrado questo lavoro non intenda fornire espliciti suggerimenti operativi ma promuovere solamente delle riflessioni, è indubbio come un'Opera Reale non possa essere privata di questi apporti, così come del genio individuale.
Il tendere della Maria dal bianco al blu, dal sale al mercurio, da ciò che è cristallino a ciò che è metallica semenza, dal mondo organico a quello metallico, non è altro che il mutare di ogni elemento su questo piano. Elemento che in virtù della presenza della scintilla divina, zolfo, del fuoco trasmutatore, modifica il proprio stato e composizione in guisa di un'opera in perenne corso e senza soluzione di continuità. Così se è il sale che si rende forma e raccoglie lo Spirito disceso dal mondo superiore, in quanto su questo piano tutto deve avere una forma, ciò avviene perchè sussiste il mercurio passivo e femminile che incontra il mercurio maschile ed ativo, in modo tale che alla semenza divina pura in quanto pura essenza, si unisce la semenza femminile di una pietra pura poiché preservata dalla corruzione. Così è la Maria Blu, in cui l'elemento mercuriale ha maggior rilevanza e presenza, che agisce nelle nozze di Cana, spingendo il figlio a manifestarsi e compiere il Miracolo. Del resto non è compito del mercurio, adeguatamente attivato dal sale, mondare e rendere espresso il Lapis, qui rappresentato dal Lapis-Cristo ?
Come la stessa Alchimia tramanda ed insegna gli elementi sono finiti a fronte di infinite combinazioni e permutazioni. Così il singolo elemento sottoposto all’azione ripetuta degli altri elementi, più e più volte modifica la propria composizione e qualità. Così la Maria Bianca e la Maria Blu possono essere intese come l’espressione di un unico elemento che ha attraversato varie fasi di lavorazione.
È quindi la prospettiva e la scienza alchemica che si riveste di elementi cristiani, oppure è il nucleo essenziale del mistero cristiano ad essere uno scrigno alchemico?