“Le parole che ella ha pronunciato a Locri hanno profondamente offeso e indignato migliaia di liberi muratori e persone perbene che nulla hanno a che fare con le mafie che lei associa con disdicevole certezza e libera facilità d’espressione tout court alla Massoneria”. Lo scrive il gran maestro del Grande oriente d’Italia Stefano Bisi in una lettera aperta a don Luigi Ciotti. Martedì scorso, nel corso del suo intervento a Locri a conclusione della XXII Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie, don Ciotti aveva detto: “Siamo qui perché amiamo la vita, per sostenere quella Calabria che non accetta di essere identificata con la ‘ndrangheta, la massoneria, la corruzione”.”Le devo sinceramente dire – prosegue Bisi – che quella frase sulla massoneria accostata alla ‘ndrangheta, alla corruzione e all’illegalità mi ha personalmente ferito come uomo e come massone del Grande Oriente d’Italia, istituzione e scuola etica-iniziatica la cui storia e i cui meriti per l’affermazione della libertà, dei diritti dell’uomo, la nascita dello Stato Italiano e della Repubblica sono state ampiamente riconosciute e vivono nei valori e nella grande ed alta considerazione di tanti italiani non tutti appartenenti alla Libera Muratoria che lei ha messo sui roghi della più odiosa inquisizione. Sono deluso perché un simile affronto alla dignità ed alla lealtà di tanti uomini che affermano i principi di libertà, uguaglianza, fratellanza sia venuto da un prete, cioè da chi dovrebbe unire gli uomini, anche se hanno visioni diverse o divergenti, non soltanto per la sua missione spirituale”. I massoni, prosegue Bisi, “sono pronti a dare la vita per la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro. Come sono pronti a combattere da sempre contro la malavita organizzata. Ha mai sentito qualcuno di noi attaccare la Chiesa di fronte ai numerosi e preoccupanti casi di pedofilia di tanti sacerdoti? Forse qualcuno ha chiesto le liste dei sacrestani calabresi di fronte all’indagine su un noto prelato coinvolto nelle inchieste di Reggio?”.