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giovedì 30 marzo 2017

Gnosticismo Storico: fra Nichilismo e Titanismo


di Filippo Goti



«Ciò che libera è la conoscenza di quello che eravamo, di ciò che siamo diventati; di dove eravamo, dove siamo stati gettati; verso dove ci affrettiamo, da dove siamo redenti; che cosa è nascita, che cosa è rinascita» (Exc. Theod. 78, 2).


Lo gnosticismo? Un'eterna conoscenza dal sapore amore, raccolta nell'effimero calice della vita.
Lo gnosticismo storico, per intenderci quello sviluppatosi nel bacino del mediterraneo nei primi due/tre secoli della cosiddetta era cristiana, attorno al grande quesito dell'uomo "attorno al perchè dell'esistenza e della fine delle medesima", offre una risposta che sembra discostarsi, ed in realtà lo fa, da quanto professato dai sistemi religiosi, sapienziali ed ermetici.

Lo gnosticismo al quesito del perché della vita e del perchè della fine di ogni vita, risponde non appellandosi al volere di un Dio che comunque opera per il bene delle sue creature, non suggerisce nessuna disubbidienza da parte dell'uomo che cagione il male e la morte, non rimanda a percorsi attribuitivi e retributivi tipici dei sistemi ermetici, non narra di meccaniche compensazioni karmiche e neppure di cause ed effetti più o meno diretti.

Lo gnosticismo risponde che la vita stessa oscilla fra l'errore e l'illusione e che il male non è frutto del libero arbitrio mal riposto dell'uomo. I Maestri della Gnosi, con spirito assolutamente radicale e con animo sovversivo, a gran voce, e con la forza della loro filosofia dell'essere, sottolinearono che se tutto quanto è limitato, caduco e malevole è insito nella creazione allora questo non è opera dell'uomo, che anch'egli è parte della creazione, ma del Creatore stesso.

Comprenderai amico mio diletto, che siffatta posizione è al contempo radicalmente nichilista e assolutamente titanica.

È nichilista in quanto nega la totalità degli aspetti apparentemente positivi insiti nella vita: i quali sono visti come ingannevoli ed inebrianti. «Avendo una volta vagabondato nei labirinti delle malvagità, la misera [Anima] non trova la via di uscita… Essa cerca di sfuggire all’amaro caos, e non sa come potrà liberarsene». (Salmo naasseno, Hippol. V, 10, 2).
Del resto, a ben pensare, non è forse vero che la totalità degli elementi che compongono l'insieme dell'esistente è condannato alla caducità e alla mutevolezza ? Le emozioni ci traggono fuori dal nostro centro interiore, e sovente quelle positive sono sostituite da quelle negative. Perchè qualcosa in noi necessità delle scariche, a prescindere di quale qualità siano, date da esse. Una miriade di pensieri cacofonici assiepa la nostra mente: quali di essi è autentico? Oscilliamo fra giudici di varia ed opposta natura nei confronti di identico oggetto. Niente è eguale a se stesso. La natura, nel corso degli eoni, si è sbizzarrita a dare vita a forme dove raccogliere l'elemento vitale. Forme sostituite da altre forme: come l'argilla dei vasi rotti viene recuperata dall'abile artigiano, così la materia organica viene recuperata per dare vita a nuovi contenitori e perpetuatori di vita.
L'uomo gnostico deve ringraziare per tale meccanicità?

È titanica in quanto l'uomo, finalmente settato dall'attesa della divina provvidenza e liberato dal gioco dell'idea di una natura benevola, torna in possesso del proprio destino e al governo della propria anima.  «La via che dobbiamo percorrere è lunga e senza termine» (G 433) (1); «Quanto vasti sono i confini di questi mondi di tenebre!» (G 155)
Quando l'uomo gnostico ha reciso ogni legame e ogni legato, in sé solamente può trovare, semmai sussistono e semmai è capace, quelle energie atte a porre in essere un dinamismo di ascesa e superamento dei limiti della condizione di uomo naturale. Egli è drammaticamente diverso dai suoi simili, in quanto cerca una conoscenza che è veicolo e forma di salvezza.

Ovviamente questa posizione di estraneità dello gnostico nei confronti della creazione, lo porta, sovente, ad un'inversione dei ruoli nella lettura dell'Antico Testamento. Dove i personaggi che si ribellano al Dio di questo mondo e alla sua creazione, sono visti come "eroi" e precursori dello gnosticismo. «Questo serpente universale è anche la Parola sapiente di Eva. Questo è il mistero dell’Eden: questo è il fiume che scorre dall’Eden. Questo è anche il segno con cui è stato marcato Caino, il cui sacrificio non fu accettato dal dio del mondo, mentre egli accettò il sacrificio sanguinoso di Abele perché il signore di questo mondo si diletta del sangue. Questo serpente è quello che apparve in forma umana negli ultimi giorni al tempo di Erode…».

Lo gnosticismo? Un'eterna conoscenza dal sapore amore, raccolta nell'effimero calice della vita.