venerdì 31 marzo 2017
Gran Loggia 2017: Massoneria e i suoi trecento anni di modernità, una mostra ricorda i massoni protagonisti del Novecento
(AGENPARL) – Roma, 30 mar 2017 – Gran Loggia 2017. Massoneria e i suoi trecento anni di modernità, una mostra ricorda i massoni protagonisti del Novecento
Il ‘Grande Architetto dell’Universo’ che campeggia nel GE Building del Rockfeller Center di Manhattan, il suo compasso e la scritta “Wisdom and knowledge shall be the stability of thy times” (La sapienza e la conoscenza saranno la stabilità dei tempi) sono gli elementi distintivi della locandina di una delle quattro mostre che il Palacongressi di Rimini ospita dal 7 al 9 aprile nell’ambito della Gran Loggia 2017 del Grande Oriente d’Italia. A curarla è Andrea Speziali, il giovane esperto di Art Nouveau che lo scorso anno ha realizzato, sempre per la Gran Loggia al Palacongressi, una mostra sul massone Alphonse Mucha e la Libera Muratoria.
“300 anni di Luce. Massoni celebri protagonisti del Novecento” è il titolo della rassegna di questa edizione che con appena cento nomi svelerà quali e quanti ambiti siano stati illuminati dalla luce massonica, in Italia e nel mondo, in trecento anni di Massoneria moderna che quest’anno si festeggiano ovunque. Dalla mostra sarà possibile capire quali siano stati, negli ultimi tre secoli, i rivolgimenti che l’apparire della Libera Muratoria abbia provocato nella società. Perché il 2017 è l’anno degli anniversari importanti, proprio in questo senso, e quello della Massoneria è uno di questi.
Il 24 giugno del 1717 a Londra, quattro logge inglesi segnarono lo spartiacque tra Massoneria operativa e Massoneria speculativa istituzionalizzando un fenomeno ormai diffuso da circa un secolo e comunque da quando le confraternite di mestiere, ormai in crisi, avevano cominciato ad ‘accettare’ al loro interno persone estranee alla pratica, appunto, di mestiere. Uomini di cultura e di ricerca, ma anche della religione, della politica e della economia, si trovarono così in ‘logge’, ispirate a principi etici e spirituali, che consentivano ai loro aderenti di stare insieme in piena libertà di espressione e di pensiero. Logge costituite da uomini che dialogavano tra loro e crescevano in spirito alimentandosi della conoscenza reciproca. Pur nella diversità. Erano i primordi del principio di tolleranza che proprio nelle antiche logge massoniche fece la sua prima apparizione. Cosa non da poco, forse non per tutti, ma che segnò l’inizio di una nuova epoca. Fu l’affacciarsi di un nuovo modo di pensare – e di agire – che aprì la strada al mondo moderno in termini di civiltà e progresso.
Alcuni massoni famosi in Italia
Nel corso di trecento anni, i Liberi Muratori di tutti i continenti hanno testimoniato con le loro opere, in ogni manifestazione della società, la validità del loro metodo, quello del lavoro muratorio, della costruzione del tempio interiore cercando di osservare con responsabilità quei principi di libertà, uguaglianza, fratellanza, tolleranza e solidarietà che oggi sono richiamati da più parti. Ma i massoni furono i primi a individuarli in chiave moderna e a cercare di metterli in pratica a servizio di tutti elaborando un concetto di humanitas, come insieme di uomini, prima del Settecento sconosciuto.
Enzo Maiorca, insieme ad Arnoldo Foà, sarà ricordato al Palacongressi di Rimini nel corso dell’apertura pubblica del Tempio nel pomeriggio del 7 aprile. Maiorca apparteneva alla Loggia Archimede di Siracusa del Grande Oriente d’Italia
Sarebbe qui esagerato fare l’elenco degli esponenti della Massoneria ai quali attribuire lo sviluppo culturale, sociale e politico delle società civili e democratiche. Questo spazio va lasciato ai tanti accademici che studiano e raccontano la storia della Libera Muratoria e, in piccolo, in questo frangente, alle mostre che il Grande Oriente d’Italia presenta quest’anno nella Gran Loggia di Rimini. E sarà interessante scorrere i cento nomi della mostra curata da Speziali dove – dalle arti allo sport, dalla scienza alla politica, dall’industria all’esplorazione geografica, anche spaziale – si riconosceranno tanti uomini che in tempi recenti hanno pensato e agito in grande, talvolta anche contro corrente, per far sì che la dignità di ogni uomo diventasse il principio cardine dell’esperienza umana. C’è tanto lavoro ancora da fare e il Grande Oriente d’Italia vuole suggerire una riflessione. Perché senza dignità non c’è libertà. Senza libertà non c’è umanità.